PER RIPRENDERCI LA NOSTRA DIGNITA'

mercoledì 2 marzo 2011

2 MARZO: RASSEGNA STAMPA


L'Italia non è un paese per donne.

Una su due non lavora: il tasso di inoccupazione femminile è del 48,9% (il più alto in Europa).

Il tasso di disoccupazione femminile è del 9,6%, quello maschile del 7,8%.

Solo il 46,2% delle donne lavora (media Ue: 54,7%).

Quando le donne lavorano, lavorano di più, guadagnano meno e non fanno carriera.

Le donne italiane hanno in media un salario più basso del 16,8% rispetto a quello degli uomini.

Le donne lavorano in media 7 ore e 26 minuti, gli uomini 6 ore e 1 minuto.

Nei 118 giornali quotidiani italiani le donne direttrici sono 6.

Su 134 presidenti di tribunale le donne sono 10 (una sola è presidente di Corte d'Appello).

Una donna su quattro dopo il primo figlio lascia il lavoro.

La politica si chiude alle donne: alle recenti “primarie” per le elezioni amministrative a Milano, Napoli, Bologna e Cagliari c'erano due sole candidate donne.

A Palazzo Madama ci sono 60 senatrici contro 274 senatori maschi.

A Montecitorio 133 deputate contro 497 deputati maschi.

Le eurodeputate sono 16 contro 72 eurodeputati maschi.

Ma quando le donne sono imprenditrici di se stesse, i numeri cambiano. In Italia, uno dei Paesi dal più basso tasso di occupazione femminile dell’intera Unione europea, in un periodo di crisi quale l’attuale, uno dei pochi comparti che sembra godere di buona salute è quello delle imprese femminili.

Le aziende guidate da donne sono 1.421.085.

Nel settore “sanità e assistenza sociale” il 41% delle aziende è guidato da donne.

Nei “servizi alle imprese” il 31,6% delle aziende è guidato da donne.

Nell'agricoltura il 29,2% delle aziende è guidato da donne.

Il 25% delle aziende sono “al femminile”.

Confindustria è guidata da una donna.

Cgil è guidata da una donna.

Sono queste donne, tutte queste donne, che lavorano o che non trovano lavoro ma che nulla cedono della loro dignità, insieme a tutti gli uomini amici delle donne, che domenica “occuperanno” 120 piazze italiane, da Noto a Tolmezzo, da Avetrana a Torre Pellice. E poi Parigi, Amsterdam, Madrid, Tokyo, Londra, Lussemburgo Bruxelles...

Perché l'Italia sia un paese per donne.

Perché l'Italia sia un paese per tutti: dignità, diritti e lavoro.

(da www.radioarticolo1.it)
www.radioarticolo1.it



IL CAV CONSERVATORE SPIAZZA LA SINISTRA

Da "LIBERO - EDIZIONE MILANO" di martedì 1 marzo 2011
Commento Il Cav conservatore spiazza la sinistra ::: GENNAROMALGIERI* ¦¦¦ La persona, la famiglia, la scuola. Occuparsene fa rumore in Italia. E sorprende, perfino, che un presidente del Consiglio dedichi un`attenzione particolare a questi tre elementi che costituiscono i pilastri della vita comunitaria messi in discussione dalla cultura progressista.
Naturalmente si sorprende ed agita impropri fantasmi chi avversa la loro corretta natura e se ne serve come armi propagandistiche per polemizzare contro il governo. E bastato, infatti, che Silvio Berlusconi evocasse questi temi al congresso dei Cristiano riformisti perché si scatenasse un`immonda bagarre. Eppure non ci sembra che il premier abbia pronunciato parole trasgressive ribadendo che la persona va tutelata dal concepimento alla fine naturale;
che la famiglia è quella costituita da un uomo e da una donna, escludendo eterodosse unioni non giuridicamente riconoscibili; che l`insegnamento deve essere libero edi genitori devono avere la possibilità di iscrivere in qualsivoglia istituto, purché conforme alle direttive statali generali, i loro figli.
Dove sta lo scandalo? Certo, una posizione correttamente conservatrice può ingenerare dibattito e perfino conflitto, ma non la si può assumere come pretesto per demonizzare una politica sociale fondata su principi che sono ampiamente dominanti, come dimostrano i consensi elettorali a chili sostiene. In particolare sulla bioetica, e più propriamente sul testamento biologico, si gioca una partita che non è soltanto politica, ma civile e culturale: può il leader del centrodestra esimersi dal parlar chiaro facendo intendere che il fine vita è una questione che non può lasciare indifferente nessuno, a meno di non accettare la prevalenza dell`arbitrio e, dunque, la violazione del corpo di chi non può esprimere la propria volontà? Così come sui diritti della famiglia tradizionale e naturale, non è immaginabile che non ci si regoli nella sua tutela seguendo valori oltretutto costituzionalmente sanciti ed avversando l`anarchismo etico di chi ritiene il diritto naturale un orribile orpello di tempi andati.
La scuola poi, pietra dello scandalo dell`ultima uscita di Berlusconi, davanti alla platea dei Cristiano riformisti, è materia sulla quale la sinistra sembra accanirsi particolarmente da un po` di tempo a questa parte. Pensare che un premier, il cui governo ha portato all`approva- zione del Parlamento la più importante riforma dell`Università del dopoguerra, abbia la purvaga intenzione di demolire la scuola pubblica, è demenziale. La sinistra, comunque, si è irritata quando il Cavaliere ha denunciato l`indottrinamento ideologico ancora in auge nelle scuole attraverso i libri di testo e l`attitudine di un cospicuo numero di professori a piegare la storia, la filosofia, la letteratura a veicoli di costruzione di un universo mentale incline all`accettazione del relativismo e di un disperato nichilismo.
Perché scandalizza la reazione a tutto ciò mentre la battaglia intellettuale attorno aivalori fondanti la vita occidentale impone a chiunque di prendere posizione? La scuola non può sottrarsi alle polemiche, come è giusto, ma neppure sudi essa è lecito costruire un tempio di menzogne che avvelenano le coscienze. Perciò non soltanto da parte di un leader politico, ma di chiunque intenda sottrarre le giovani generazioni al rischio dell`omologazione culturale, facendo emergere un doveroso spirito critico, è naturale attendersi una ragionevole reazione.
Però, da qui ad accusare chicchessia di voler smantellare la scuola ce ne corre. Anzi, è prova di infantilismo politico e di pavidità intellettuale.

Vicepresidente del Movimento Cristiano riformisti


In un mondo sordo continuiamo a farci sentire!'': 8 marzo 2011, un cartellone ricco di voci femminili ed eventi

Martedì 01 Marzo 2011 14:36








A partire da giovedì 3 marzo, al via le iniziative promosse e coordinate dall’amministrazione provinciale
L’8 marzo tute le donne entreranno gratuitamente nei musei della Fondazione Musei Senesi

festadonna-manifestoQual è il rapporto tra nazionalità e cittadinanza? Come si configura la questione di genere nel panorama italiano, trascorsi 150 anni dall’Unità d’Italia? Qual è la situazione del nostro Paese sul rapporto tra donne, salute e lavoro? Sono questi alcuni dei temi che faranno da filo conduttore alle molteplici iniziative coordinate dall’amministrazione provinciale di Siena, attraverso il Centro Pari Opportunità, in occasione dell’8 marzo 2011, che quest’anno cade nel 150° anniversario dell’Unità d’Italia.
“In un mondo sordo continuiamo a farci sentire!” è il titolo scelto per il cartellone unico di eventi dai ragazzi e dalle ragazze dell’istituto d’Arte “Duccio di Buoninsegna” di Siena, che anche quest’anno hanno ideato e realizzato graficamente il manifesto che raccoglie le iniziative sostenute da enti e associazioni di donne. In un momento in cui, sulla scena italiana, le questioni di genere riemergono con forza - a partire dalle manifestazioni avvenute il 13 febbraio scorso in moltissime piazze italiane - gli studenti dell’Istituto d’Arte hanno scelto di sottolineare, prima di ogni altro tema, l’emergere della voce di donne come segno di una rinnovata richiesta di protagonismo nella vita del Paese. La creatività e la grafica scelta per il manifesto è di Gianluca Volpe, con la supervisione del professore Giovanni Pala.
“Anche quest’anno - commenta Simonetta Pellegrini, assessore provinciale alle Pari opportunità - il cartellone di eventi si presenta ricco e articolato, trova una sua cornice nel riferimento alle celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, e si interroga sul processo di emancipazione e acquisizione di diritti, che ha visto le donne passare dal ruolo di ‘suddite’ a quello di cittadine. Attraverso le numerose occasioni di incontro promosse all’interno del Cartellone, ogni mezzo espressivo - un video, una rappresentazione teatrale, un’immagine o un racconto - ci restituirà un tassello di quel percorso verso un’uguaglianza di genere che ancora, dal mondo del lavoro a quello della politica, non si è pienamente compiuto, anzi viene spesso gravemente messo in discussione”. “Donne di diverse generazioni, culture e appartenenze - aggiunge l’assessore - hanno promosso iniziative che invitano tutti a confrontarsi e riflettere su temi che parlano della dignità della donna, dei diritti nel lavoro, della libertà femminile nel nostro Paese, ma anche in altre parti del mondo. Un mondo che non può rimanere sordo, ma deve aprirsi alle domande delle donne”.
festadonna-provincia1Gli eventi. Il calendario di eventi promossi dall’amministrazione provinciale, sarà aperto, giovedì 3 marzo, con l’inaugurazione della mostra fotografica “Donne ebree dell’Italia unita”, alla Biblioteca comunale degli Intronati di Siena, proposta dalla comunità ebraica di Siena e curata dalla Fondazione Centro di documentazione ebraica contemporanea Onlus di Milano. In apertura si terrà una conferenza con Monica Miniati, autrice del libro “Le emancipate”. Le donne ebree in Italia nel XIX e XX secolo. Martedì 8 marzo, le questioni relative al rapporto tra donne, lavoro e infortuni, saranno al centro della conferenza stampa promossa da Anmil e Inail “L’infortunio al femminile: aggiornamento statistico e protocollo rosa”, alle ore 12 in via Tozzi, presso la sede dell’Inail di Siena. L’8 marzo, inoltre, tutte le donne entreranno gratuitamente nei musei della Fondazione Musei Senesi, alla Pinacoteca Nazionale e alle Stanze della Memoria di Siena.
La rappresentazione del corpo femminile nei media con la proiezione del video “Se questa è una donna. Il corpo femminile nei messaggi pubblicitari”, di Elisa Giomi e Daniela Pitti, e il dibattito sul sessismo e il razzismo nel linguaggio giuridico e mediale, sono le due iniziative che animeranno il pomeriggio di mercoledì 9 marzo all’Enoteca Italiana di Siena.Tra gli spettacoli teatrali, spicca quello di lunedì 14 marzo al Teatro dei Rozzi, a Siena, rappresentato dal gruppo teatrale del SISM, dal titolo “Liberté” (monologhi tratti dall’archivio Fo-Rame). Si tornerà a parlare della violenza contro le donne nella giornata di mercoledì 16 marzo, in cui si svolgerà un seminario nel Palazzo della Provincia che verterà, in particolare, sulla violenza psicologica, con la criminologa Cinzia Mammoliti. Si ricorda, a tal proposito, l’inaugurazione del Centro documentale territoriale provinciale di Piancastagnaio sulla violenza esercitata nei confronti delle donne, domenica 7 marzo, nelle sale della Biblioteca comunale.

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Il calendario di eventi prosegue con l’inaugurazione - venerdì 18 marzo alle ore 17,30 - della mostra fotografica “Svelami. Diritti delle donne e fondamentalismi” allestita nelle Stanze della Memoria, a Siena (via Malavolti, 9). Numerose le iniziative in tutto il territorio senese sulla questione donne e cittadinanze, con particolare riferimento alla campagna Noppaw per l’attribuzione del premio Nobel alle donne africane, alla quale il consiglio provinciale ha aderito. L’appuntamento è venerdì 25 marzo al Palazzo Comunale di Poggibonsi, in cui avrà luogo l’iniziativa “Le donne reggono il mondo”.
Nel pomeriggio di sabato 26 marzo, a Colle Val d’Elsa si terrà, infine, una Tavola rotonda, a cui prenderanno parte le donne antifasciste e partigiane del territorio e il segretario generale Cgil, Susanna Camusso, nel Ridotto del Teatro del Popolo. Cgil, Cisl e Uil cureranno anche l’iniziativa pubblica “Crisi con la gonna”, nella giornata di martedì 29 marzo.  Il ricco programma di eventi si concluderà martedì 8 aprile con l’iniziativa pubblica “Il potere delle Donne” curata dall’Associazione Antigone, nei locali dell’Enoteca Italiana di Siena. Il calendario completo degli appuntamenti del Cartellone 8 marzo 2011 “In un mondo sordo continuiamo a farci sentire!” sono disponibili sul sito dell’amministrazione provinciale www.provincia.siena.it.


8 MARZO- "SE NON ORA QUANDO"- A MILANO UNA "CRITICAL MASS" DELLE DONNE SI RIUNISCE IN PIAZZA MERCANTI. PER SPIEGARE CHE LE DONNE HANNO I NUMERI




(2011-03-01)
    "Dopo la manifestazione di sabato 29 gennaio in Piazza della Scala a Milano, e dopo la grande giornata di mobilitazione nazionale del 13 febbraio L'8 marzo ci ritroveremo alle 18 in Piazza Mercanti, a Milano, ancora una volta con le sciarpe bianche, per dare vita a un presidio e a una “critical mass” delle donne. Così in una nota del  Comitato delle donne che hanno organizzato le manifestazioni milanesi del 29 gennaio e del 13 febbraio.

  "Lo faremo - prosegue la nota- con cartelli e striscioni e girando per il centro in bicicletta per spiegare che le donne sono il 60% dei laureati, ma solo il 46% di chi lavora. Che sono il 42% dei magistrati, il 32% dei medici, il 39% degli avvocati, il 30% degli imprenditori ma guadagnano il 9% in meno degli uomini a parità di lavoro. Che lavorano più degli uomini tra professione e lavoro di cura ma i loro contratti sono a part-time e a tempo determinato più di quelli degli uomini, e che più di loro sono precarie".

  "In Italia (tra gli ultimi paesi d’Europa) il 21% dei deputati e il 19% dei senatori è donna. Nel governo ci sono 5 ministre, di cui 3 senza portafoglio. Solo il 3% è presente nei Consigli d’Amministrazione delle società quotate in borsa (In Norvegia il 42%). Il 68% delle donne tra i 20 e i 49 anni ha un’occupazione se non ha figli, il 60% se ha un figlio, il 54% se ha due figli. In Italia, la spesa per le politiche sociali e famigliari rappresenta l’1.3% del PIL, meno della metà della media europea, un terzo della Francia. Le donne fanno il 77% del lavoro famigliare; solo il 10% dei bambini 0-2 anni frequenta un nido. Il welfare per i piccoli è rappresentato dai nonni (chi li ha). Alle richieste di part time e orari flessibili spesso le aziende rispondono negativamente (mobbing strategico). Il 40% delle donne sotto i 40 anni (e il 55% di quelle sotto i 30 anni) non può fruire delle tutele sulla maternità previste dalla legge perchè non ha un lavoro a tempo indeterminato".

  "Le leggi, gli integralismi religiosi, il lavoro, certe politiche della famiglia sbandierate ipocritamente e moralisticamente da chi, come il premier, per primo inquina la vita pubblica, tentano di ricondurci nei ruoli tradizionali e di ostacolare la libertà di disporre della nostra vita. C’è una responsabilità maschile in tutto ciò: basti pensare ai vantaggi che l’uomo continua a garantirsi, e alla violenza materiale e simbolica di cui il corpo femminile continua a essere oggetto; è per questo che le donne che hanno manifestato il 13 febbraio hanno chiesto agli uomini l’impegno a volgere lo sguardo su di sé, a interrogare la propria storia. Qualcuno lo sta facendo, e sta mettendo in discussione insieme a noi i modelli pervasivi che il degrado della vita pubblica ha prodotto, improntati al più bieco machismo e alla rappresentazione delle donne come nudo oggetto di scambio sessuale".

"Noi vogliamo dire basta a tutto questo prima che sia troppo tardi. Ci vogliamo riprendere, senza falsi moralismi, la città e la vita pubblica, liberandola dalla corruzione, dall’ipocrisia, dal familismo, dall’omofobia. Noi pretendiamo istituzioni oneste e che lavorino nell’interesse del miglioramento della vita di tutte e di tutti. Non siamo in vendita, non siamo merce di scambio per festini, non stiamo dietro le quinte ma in piazza".

"Diamo visibilità alla nostra voglia di cambiare questo Paese, appendiamo in tutte le città e i paesi della nostra regione un lenzuolo bianco fuori dalle nostre finestre dall’8 al 14 marzo.
E’ il 14 marzo infatti- conclude la nota-  la data nella quale a Milano si terrà una grande assemblea di discussione e di confronto per raccogliere nuove energie e dare continuità alla mobilitazione delle donne. (01/03/2011-ITL/ITNET)



da Italian Network






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