PER RIPRENDERCI LA NOSTRA DIGNITA'

sabato 28 maggio 2011

28 MAGGIO: RASSEGNA STAMPA

"Se non ora quando", un incontro sulla Costituzione vista con gli occhi delle donne

Immagine articolo - Il sito d'Italia
 Il comitato “Se non ora quando” di Passignano sul Trasimeno, giovedì 2 giugno alle ore 16.30, presso la Sala Consiliare del Comune di Passignano, organizza l’incontro pubblico “Dignità, diritti, partecipazione. La costituzione italiana vista con gli occhi delle donne”.
Interverranno la  dottoressa Laura Cassetti, professore ordinario titolare della cattedra di Diritto Costituzionale presso l’Università degli Studi di Perugia, l’avvocato Silvia Ricci, dottore di ricerca in Diritto Pubblico e collaboratrice alla cattedra di Diritto Costituzionale e il Sindaco di Passignano sul Trasimeno, Claudio Bellaveglia. “Gli archi del Trasimeno” eseguirà brani di musica da camera e saranno letti e interpretati brani e poesie delle più rappresentative scrittrici e protagoniste della storia italiana. (LV)

Chiara G. ha 29 anni, mi racconta che ogni mattina le piange il cuore a lasciare sua figlia di 5 mesi all’asilo nido, la fa sentire in colpa e il suo pensiero durante il giorno è rivolto sempre a lei. Chiara è una libera professionista per legge le spettano 5 mensilità di retribuzione pari all’80 % del reddito percepito negli ultimi 14 mesi prima del parto, poi il lavoro chiama…
 Annalisa P. ha 24 anni, lei non ha figli e abbassando la voce mi dice che una volta in un colloquio di lavoro le chiesero di firmare un “foglio bianco”, il pezzo di carta con la quale la ditta le avrebbe dato le “sue” dimissioni qualora fosse rimasta in stato interessante; e ce ne sono di fogli bianchi che girano per gli uffici se sei una dipendente in età da marito.
 Donatella Q. 40 anni,consulente del lavoro, mi racconta invece delle pressioni lavorative a cui può essere soggetta una donna per fare carriera o semplicemente nel tentativo di mantenere il proprio posto di lavoro, il cosiddetto mobbing: abusi psicologici, vessazioni, dimensionamento, emarginazione, umiliazioni…tutto ciò insomma che lede la dignità di una persona e la costringe a fare ciò che non vuole.
 L'involuzione della figura (non del ruolo) sociale della donna in un sistema di potere che l'ha portata a non riconoscersi più all’interno della sua società, un sistema che si era andato costruendo nel tempo più aiutato dallo stesso silenzio di chi finge di non vedere, trova il suo acme nei recenti avvenimenti che hanno coinvolto il Presidente del Consiglio, come una sorta di ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso dello spirito femminile. La scorsa manifestazione del 13 febbraio insegna. Tanto. Il silenzio seguito dall’urlo “se non ora quando?” credo abbia il suo senso proprio in questo. 

Il tempo appartiene a noi, è dentro di noi la grande forza, chiave di tutto

'Storie invisibili' ha incrociato sul suo cammino in Tanzania l’Associazione Laicale Missionaria (ALM). Abbiamo incontrato le donne fondatrici che da anni agiscono nella concretezza e con tanta energia per il bene collettivo. Cuore e sogni di persone comuni che si ritrovano in Africa per vivere nella semplicità e per offrire la propria grande forza a genti che mendicano dignità. Donne italiane, incuriosite da questo vivere, che hanno abbracciato il coraggio lasciando il loro paese e le loro professioni per indossare gli abiti dell’Amore e per 'crescere insieme' ad altre donne, quelle della terra africana. Donne diverse di mondi diversi accomunate dalla grandiosità del loro genere e dalla vigoria silente del proprio essere.

di Dario Lo Scalzo - 27 Maggio 2011


L’ALM è un'associazione di cooperazione internazionale che porta avanti diversi tipi di progetti e di programmi in paesi in via di sviluppo
“Viaggiare per il gusto di viaggiare, non è il viaggio vero. Dobbiamo cercare un obiettivo, prevedere la fine di un viaggio, un punto di arrivo. Ma ci sono viaggi e viaggi… partire vuol dire muoversi e aiutare gli altri a muoversi per creare un mondo più giusto e più umano”.
Dom Helder Camara
È un incontro nelle terre secche della Tanzania, presso le zone rurali delle regioni dell’interno del paese dove l’ALM interviene e dove ci ha aperto le sue porte accogliendoci con un sorriso e con l’abbraccio spontaneo tra sconosciuti che si conoscono. Una conoscenza che nasce da altre vie, le vie invisibili e poco appariscenti della solidarietà e della condivisione. Senza falsi formalismi si aggiunge un posto in più a tavola ed è già una storia da raccontare.
I visi di Rita, Cosima, Maria Antonia, Joyce, Cecilia e poi quelli di Nieves, Agnese, Maria, penetrano nella memoria ed insieme a quei visi le loro storie di Amore ed altruismo. Aneddoti, dettagli, difficoltà, sorrisi, progetti, paure, pragmatismo, tutto registrato nell’album dei ricordi di queste donne dalla straordinaria vitalità e perseveranza.
L’ALM è un'associazione di cooperazione internazionale che porta avanti diversi tipi di progetti e di programmi in paesi in via di sviluppo grazie al fondamentale coinvolgimento e contributo di donatori italiani, privati ed associazioni.

In Tanzania, l’associazione si impegna in programmi sociali, sanitari ed educativi con lo scopo di sostenere le popolazioni locali
In Tanzania, l’associazione si impegna in programmi sociali, sanitari ed educativi con lo scopo di sostenere le popolazioni locali, specie nelle zone rurali. Si tratta dunque di un sostegno diversificato. Nell’ambito sanitario, nelle aree di Kiwere e Mfyome, è stato realizzato un centro clinico, il Counseling Centre and H.B.C. che funziona a pieno ritmo per effettuare test di HIV ed offrire assistenza domiciliare.
Nell’ambito sociale, esistono ormai molteplici progetti con obiettivi differenziati: Rainbow Project, I Care, Tumaini Project, Nutritional Centre. Il primo è un progetto di microcredito senza interessi a supporto delle donne. Il secondo è un programma a sostegno dei nuclei familiari con persone affette da AIDS mentre con il terzo ed il quarto si cerca di assicurare del latte ai bimbi di mamme sieropositive o decedute e di garantire un pasto quotidiano ai bimbi (orfani e/o poveri) che frequentano la scuola materna.
A tal proposito, sempre con l’essenziale apporto della solidarietà italiana, l’ALM ha potuto creare una scuola materna ed inoltre ha potuto lanciare il progetto educativo-culturale Crescere Insieme grazie al quale si possono offrire delle borse di studio agli studenti più capaci e meritevoli per permettere loro di essere artefici del proprio destino.
I risultati sono tangibili. Basta osservarle all’opera per pochi minuti, l’integrazione e l’interazione nel territorio di queste caparbie figure femminili sono formidabili e rappresentano un indicatore del loro agire incisivo nella vita delle popolazioni. Nel nostro soggiorno di alcuni giorni presso le loro strutture, siamo rimasti colpiti ed attratti dal loro impegno e dalla loro positiva ostinazione.
Queste donne, che il nostro mondo definirebbe 'donne della terza età' hanno una sbalorditiva energia ed un invidiabile entusiasmo. Si spendono molto anche per contribuire a costruire pazientemente i diritti delle donne africane. È un seminare semi di cambiamento culturale per raggiungere il miglioramento della condizione femminile, della sua emancipazione nel continente africano.

"Aneddoti, dettagli, difficoltà, sorrisi, progetti, paure, pragmatismo, tutto registrato nell’album dei ricordi di queste donne dalla straordinaria vitalità e perseveranza"
Sarebbe una conquista epocale alla quale probabilmente avranno la fortuna di assistere altre generazioni ma che oggi necessita della spinta solidale di chi ha ragionevolezza e senso di giustizia sociale. Da donna a donna, dalla donna occidentale alla donna africana in un feeling epidermico e spirituale che provoca dei micro terremoti all’interno del solido mondo maschilista dell’Africa, ma che è anche di altri mondi.
Il trait d’union di sensibilità e la trasmissione di vitalità tra le donne italiane e quelle africane si manifesta sotto i nostri occhi durante un incontro che abbiamo potuto organizzare con le donne dei villaggi riunitesi in comitato nell’ambito del progetto di microcredito dell’ALM.
Le abbiamo ascoltate, le abbiamo viste sorridere e commuoversi per il concreto sostegno ed per i benefici tratti dal microcredito, ma abbiamo anche condiviso le loro preoccupazioni e le loro difficoltà giornaliere nel crescere da sole i figli di fronte alla totale indifferenza di un uomo 'passivo', troppo spesso pronto ad alzare il gomito e le mani. Le abbiamo viste lavorare nei campi, sfamare i propri figli e cercare le migliori strategie per farlo nella continuità.
Ed infine abbiamo 'sentito' il costante sopruso di cui sono vittime ed abbiamo percepito la speranza, sottaciuta, e l’auspicio di un destino differente per le proprie figlie; la speranza che a loro non spetti lo stesso trattamento riservato da un sistema che, paradossalmente, ruota ed esiste grazie al loro coraggioso vivere ed essere.

L’ALM ha potuto creare una scuola materna ed inoltre ha potuto lanciare il progetto educativo-culturale Crescere Insieme
Le nostre giornate africane si spengono sotto la luce tenue di tramonti che illuminano le montagne rocciose circostanti e vengono cullate dai canti tradizionali di giovani senza TV che si riuniscono nel cortile sabbioso per lasciare trascorrere le ultime ore delle giornate ed innalzarle ai cieli.
Una visita alla scuola che ancora odora dei giochi di bimbi solari, una passeggiata per i campi di mais e di girasoli e così si fa sera, è l’ora della cena. Quante cene africane per le donne dell’ALM; ogni donna diversa dall’altra, ognuna con la propria storia di vita ma tutte quante unite da sogni di bontà da vivere e realizzare in Africa, lontano dai riflettori, dagli scalpori scandalistici dei nostri tempi.
Ci ritroviamo nei loro sguardi, nei loro sorrisi, nella loro accoglienza gratuita e priva di interessi. D’improvviso ritroviamo la speranza e la certezza; da queste parti non occorrono mobilitazioni popolari né comitati “Se non ora quando” perché queste donne sono donne, sono sapiente forza generatrice, sono intrinseca centralità che traspare dalla loro naturalezza. Sono donne moderne che lottano per il vero progresso e che, senza neppure volerlo, ci danno una lezione di semplicità, di coraggio, di personalità e coerenza.
Da giorni siamo ospiti di Rita, la coordinatrice, una donna che stupisce per una grinta fuori dal comune; tra le decine di domande, le chiediamo infine quali sono i suoi progetti per il futuro e con tono secco, occhi lucidi e sorriso tra le labbra risponde: “Morire in Africa”.
Il tempo appartiene a lei, la chiave di tutto è dentro lei.
Il tempo appartiene a noi, è dentro di noi la grande forza, chiave di tutto
“Mi occorrerebbero mille e mille altri notti per raccontarmi, mondo, e mi decanterei se mai sapessi che tu, mondo, potessi capirmi. Vorrei sentirmi dire che mi aiuterai a rendere felice la gente, per le strade, insieme a te, sentirei la forza per trasformare il dolore in Allegria…”
tratto da La cucina vista dallo scannatoio di Dario Lo Scalzo 

Berlusconi a Napoli per Lettieri
"Anche se perdiamo nessuna crisi"

Il premier sul palco in chiusura di campagna elettorale, molti fischi con gli applausi: "Legge speciale, stop ad abbattimento case abusive". E la battuta: "Il Milan non prenderà Hamsik". Attacca De Magistris: "Manda a processo innocenti, è un demagogo". Sfottò per il suo candidato: "Se non mantieni promesse ti prendo a calci"

NAPOLI - Il premier Silvio Berlusconi in extremis sul palco napoletano per chiudere la campagna elettorale del candidato sindaco Pdl Lettieri. A cinquanta minuti dallo scadere, prima del silenzio pre-elettorale, il premier è salito sul palco di piazza del Plebiscito, a fianco a Gigi D'Alessio che aveva appena cantato, e ha arringato la folla, che pure gli ha riservato molti fischi insieme agli applausi. Prima una promessa scherzosa - "Il Milan non prenderà Hamsik" - poi le promesse elettorali di una legge speciale per Napoli e del blocco della demolizione delle case abusive. E poi gli attacchi all'avversario: 'Volete un sindaco famoso solo per
aver mandato a processo degli innocenti? Un pm che non ha mai visto una causa e che e' stato anche trasferito per incapacita?". Alle domande retoriche su De Magistris la folla risponde in coro "no, no". Diverso il clima quando invece il Cavaliere domanda: "Volete un bravo amministratore, una persona che non riscuoterà la tassa dei rifiuti fino a quando un solo sacchetto di spazzatura sarà per strada?". Il clima è da sfottò anche verso il candidato del centrodestra: "Se non fai quello che hai promesso tra un anno veniamo qui e ti prendiamo a calci", aggiunge il premier unendosi all'appello di Gigi D'Alessio che poco prima rivolto a Lettieri aveva detto: "Se rispetti le promesse che hai fatto tra un anno torno qui a suonare gratis, altrimenti torniamo tutti quanti ad 'alluccare'" (gridare in dialetto napoletano). Alla fine,
con D'Alessio intona "O surdato
'nnammurato".

Poche ore prima, intervistato da Canale21, Berlusconi ha escluso il rischio di una crisi di governo anche in caso di sconfitta a Milano e Napoli: "lo escludo nel modo più categorico" risponde il cavaliere a chi gli domanda della possibilità di una crisi dell'esecutivo. "Pochi giorni fa per l'ennesima volta abbiamo ottenuto la fiducia alla Camera con una maggioranza che dopo la diaspora di Fini e Casini è numericamente inferiore ma politicamente più coesa. Il governo nei prossimi due anni realizzerà le riforme, quella del fisco, la giustizia e la riforma dell'architettura dello Stato", ha aggiunto il premier. Dopo aver confermato che il governo darà parere favorevole allo stop alle demolizioni delle case abusive a Napoli ("Stiamo per varare un provvedimento per fermare fino alla fine dell'anno gli abbattimenti, sospenderemo il decreto per le demolizioni in modo da valutare i casi di necessità e quelli speculativi"), il premier ha attaccato di nuovo il candidato dell'opposizione, Luigi De Magistris: "E' un demagogo che parla di cose che non conosce".

Ma è sulla riforma della giustiza che Berlusoni preme di più. Intervistato anche dal Giornale radio Rai, il premier è tornato sulle riforme necessarie al Paese: "La riforma la cui esigenza è più avvertita dai cittadini è quella del fisco", ha detto. "Noi ci proponiamo di liberare i cittadini dall'oppressione burocratica, fiscale e - ha aggiunto il cavaliere - se mi è consentito, anche da quella giudiziaria". Arrivato dalla Francia dove ha partecipato al G8, Silvio Berlusconi si è chiuso in un hotel nel centro di Napoli dove ha rilasciato una serie di interviste alle tv locali. Al giornale radio Rai ha parlato anche della crisi economica che "non è finita, ma l'Italia si è lasciata alle spalle il picco più alto di questa crisi meglio di altri Paesi", ha detto il premier. "Chi dice che l'Italia si è impoverita finge, finge di non vedere che abbiamo una quota enorme di lavoro sommerso che sfugge a tutte le statistiche".
(27 maggio 2011)

Istat. Donne licenziate per maternità PDF Stampa E-mail
Scritto da DirittiDistorti   
Lunedì 23 Maggio 2011 09:00
Che molto c’è ancora da fare per una parità di genere sostanziale e reale e non solo formale, lo confermano questa volta i dati Istat su “La situazione del Paese nel 2010”, che analizzano la situazione donna-lavoro...
Ben 800.000 donne, con l'arrivo di un figlio, sono state costrette, in un modo o nell’altro, a lasciare il lavoro, perché licenziate o messe nelle condizioni di doversi dimettere. Un fenomeno che colpisce più le giovani generazioni rispetto alle vecchie e che appare particolarmente critico nel mezzogiorno, dove pressoché la totalità delle interruzioni può ricondursi alle dimissioni forzate. L'allarme sulla difficile condizione delle donne e il mercato del lavoro è contenuta nel rapporto annuale. Nel 2008-2009 circa 800.000 madri hanno dichiarato che nel corso della loro vita lavorativa sono state messe in condizione di doversi dimettere in occasione o a seguito di una gravidanza. Si tratta dell'8,7% delle madri che lavorano o hanno lavorato in passato e che sono state costrette dalle aziende a lasciare il lavoro, magari firmando al momento dell'assunzione delle “dimissioni in bianco”. A subire più spesso questo trattamento, si legge nel rapporto Istat, non sono le donne delle generazioni più anziane ma le più giovani, 6,8% contro 13,1%, le residenti nel mezzogiorno (10,5%) e le donne con titoli di studio basso (10,4%). Una volta lasciato il lavoro solo il 40,7% ha poi ripreso l'attività, con delle forti differenze nel paese: su 100 donne licenziate o indotte a dimettersi riprendono al lavorare 15 nel nord e 23 nel sud. Il ruolo fondamentale all'interno della famiglia, svolto dalle donne, condiziona fortemente la possibilità di lavorare o di reinserisi nel mercato del lavoro.

E a Napoli per Silvio
più fischi che applausi



Il Cavaliere duetta con D'Alessio, promette di non acquistare Hamsik e assicura: niente crisi anche se perdo ai ballottaggi
fEDERICO GEREMICCA
INVIATO A NAPOLI
È vero, sì, va bene, ha scelto Napoli: però che delusione. E infatti avete mai visto Berlusconi rinunciare al solito «bagno di folla» tra il lungomare e piazza del Plebiscito? Oppure trattenersi dal salutare la gente con tanti ciao ciao mentre l’auto sfreccia (si fa per dire, trattandosi di Napoli...) per le vie del centro città? O addirittura - inedito tra gli inediti - entrare col folto seguito all’Hotel Vesuvio dal garage, cioè dalla porta di servizio? Sì, va bene, ha scelto Napoli: ma c’è qualcosa che non va. Come se tra la sua Milano e la Napoli che sembrava sua, Silvio Berlusconi avesse scelto il male minore. Una scelta quasi obbligata, insomma, compiuta con umore nero e tradottasi, alla fine, nel disastro dell’apparizione sul palco di piazza Plebiscito, accolto con qualche applauso, molti fischi e tanti spazi vuoti. Ha duettato con Gigi D’Alessio, ha promesso che non comprerà Hamsik, ma non ha convinto del tutto la piazza.

Del resto, la situazione è quella che è: sia sul piano politico che su quello dello stato della città. Le ultimissime rilevazioni continuano a dire di un De Magistris nei panni della lepre e Gianni Lettieri - un po’ a sorpresa - in quelli dell’inseguitore. Il clima si è notevolmente appesantito nelle ultime ore: scambi di accuse grevi intorno a voti comprati e venduti, annunci di ricorso alla magistratura, il comitato elettorale di Lettieri dato alle fiamme a Santa Lucia. E questo venerdì di fine maggio s’è anche incaricato di ricordare - a chi lo avesse dimenticato nella concitazione elettorale - che impresa sarà governare Napoli da lunedì in poi: un intero quartiere, quello di Chiaia, svegliato nella notte dal tritolo col quale il racket ha fatto saltare in aria il bar Guida, nell’elegante via dei Mille; e poi la morte in ospedale, dopo giorni di agonia, del turista americano scippato in via Marina, trascinato per terra e ridotto in fin di vita: un altro ottimo spot per la città, che ormai maledice, avvertendone la macabra ironia, il vecchio motto che recita «vedi Napoli e poi muori»...

Che la situazione sia tesa e il risultato assai incerto, se non perfino compromesso, lo si avvertiva con inedita nettezza ieri nella hall del Vesuvio, dove i maggiorenti del Pdl si sono riuniti in attesa del Cavaliere. Nessuna traccia del candidato sindaco («debole», secondo la sentenza di Berlusconi), organizzazione affidata al noto e discusso Cosentino, molta meno gente del solito e una «papi girl», Francesca Pascale, prima guardata con sospetto e poi indirizzata ai piani alti dell’albergo, dov’era stata bloccata una suite per Berlusconi. L’idea che il presidente del Consiglio limitasse il suo sostegno a Lettieri ad una comparsata e a qualche battuta durante il concerto di Gigi D’Alessio, è parsa a molti un pessimo segnale. Ma questo è stato il massimo concesso alla sua Napoli da Berlusconi: uno che - ed è questo quel che preoccupa i suoi fan, quaggiù - sa bene come, dove e quanto spendersi. Il premier ha confermato di avere allo studio un provvedimento per fermare l’abbattimento delle case abusive e ha escluso una crisi anche in caso di doppia sconfitta. Ma oltre non è andato.

Del resto non può essere considerata semplicemente una smargiassata la battuta con la quale Luigi De Magistris ha salutato l’arrivo di Berlusconi in città: «E’ venuto a sostenermi. Dirà di nuovo che i napoletani sono senza cervello se votano per me e i napoletani si vendicheranno votandogli contro». Può essere. Ma può anche essere che, alla fine, la voglia di cambiamento tout court prevalga, l’alternanza appaia la scelta migliore e Luigi De Magistris perda la sua sfida: che all'inizio - va comunque detto - sembrava più una provocazione che una cosa seria. A giudicare dal clima di ieri - che vale quel che vale, naturalmente - non pareva però questa l’aria che tira in città. E perfino i «concerti contrapposti» trasmettevano questa sensazione...

Nella grande piazza Plebiscito, folla per D’Alessio e Sal da Vinci. Però «tutta gente - si sentiva dire in giro - che a votare manco ci andrà». Sul lungomare, in un clima più festoso, bandiere e giovani per Arbore, Teresa de Sio e i 99 Posse. La sfida dei concerti, insomma, l’ha vinta il centrosinistra. Magari è un segnale. Anche se i più anziani tra i sostenitori di De Magistris, incrociando le dita, ricordavano il vecchio detto «piazze piene, urne vuote». Fosse ancora davvero così, si potrebbe serenamente dire che la corsa dell’ex pm è finita ieri sera, mentre il sole calava sul lungomare...