PER RIPRENDERCI LA NOSTRA DIGNITA'

venerdì 22 aprile 2011

IERI PICCHIAVA LA MOGLIE OGGI RIFORMA LA COSTITUZIONE

pubblicata da Sandra Amurri il giorno venerdì 22 aprile 2011 alle ore 1.29

 DI ROBUSTA COSTITUZIONE: CERONI PICCHIAVA LA MOGLIE
 L’uomo che vuole cambiare la Carta denunciato al Pronto soccorso
  di Sandra Amurri
     Se fosse un film si intitolerebbe, “re per una notte con rapimento della Costituzione”. Se fosse una commedia comica, “Arlecchino servo di due padroni”, Bondi prima, Berlusconi poi, entrambi in disgrazia. Ma trattandosi ahimè di una tragedia nazionale senza fine, possiamo dire che la realtà supera di gran lunga la finzione scenica. Candidato all’oscar come attore protagonista, non protagonista e comparsa Remigio Ceroni da Monterubbiano, provincia di Fermo, finita nelle mani del centrosinistra anche grazie al suo contributo da coordinatore regionale del Pdl che ha sostenuto sotto banco un candidato diverso da quello ufficiale. L’uomo che vuole cambiare addirittura l’articolo 1 della Costituzione è stato denunciato dalla moglie per percosse. Ambizioso, formalmente cortese con il sorriso che scatta ad ogni stretta di mano, è uno di quegli   uomini generosi e cordiali con le donnine estasiate che girano attorno al politico di turno e molto meno con la moglie, che accompagnata al Pronto soccorso dalla sorella, ha riferito di essere stata percossa dal marito in casa. Ecchimosi, contusioni, ematomi, escoriazioni su tutto il corpo con una prognosi di 20 giorni. Ma questo è privato e nel Paese di Berlusconi, come ci spiegano le arringhe televisive delle sue fide ministre, quello che fa un politico fuori dal Parlamento non deve interessare a nessuno, magistrati per primi ovviamente che debbono togliersi quel maledetto vizio di perseguire i reati.      TITOLARE del record di presenze “indolori” a Montecitorio, ha compiuto 56 anni ieri. Quattro figli, un passato da democristiano, ha fondato Fi nelle Marche. Un mese fa è rimasto orfano del suo padrino politico, Sandro Bondi, finito sotto le macerie di Pompei. E da allora solo notti insonni trascorse a pensare   cosa fare per potersi garantire una ricandidatura al Parlamento continuando a fare il sindaco di Rapagnano piccolo paese del fermano dove anche l’aria che si respira sa del fondatore di Fi nelle Marche. Eh sì in paese non c’è una persona che abbia chiesto qualcosa bussando alla porta di Ceroni senza averla ottenuta tant’è che la sua rielezione per ben tre volte, quella che verrà, sarà la quarta – come si addice ai dittatori sudamericani – è avvenuta con percentuali bulgare. Pensa che ti ripensa alla fine dal cilindro è uscita una soluzione geniale: presento una proposta di legge per modificare così l’art. 1 della Costituzione: “L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro e sulla centralità del Parlamento quale titolare supremo della rappresentanza politica della volontà popolare espressa mediante procedimento elettorale". Tradotto: l’obiettivo è spiazzare via in un colpo solo quelli del presidente della Repubblica e della   Corte costituzionale, le due istituzioni che stanno impedendo alla diga Berlusconi di rompere gli argini dello Stato di diritto con buona pace della magistratura. E voglio vedere se il Principe non me ne renderà merito, si sarà detto Ceroni sfregandosi le mani forte di quella furbizia contadina marchigiana che ha respirato fin da piccolo e che gli ha insegnato ad ingraziarsi il padrone portando in dono alle feste comandate capponi e uova fresche. Doni che la modernità e la luccicante carriera politica ha magari trasformato in scarpe (il distretto calzaturiero da cui   proviene è il più grande d’Italia e uno dei più grandi d’Europa), prosciutti e salami, vere tipicità del territorio da porgere a capo chino al suo protettore, Sandro Bondi.    ATTENZIONI che l’ex ministro ricambiava rispondendo prontamente alle chiamate di Ceroni per ogni inaugurazione possibile dal piccolo teatro di Rapagnano al Conservatorio di Fermo, fino al sostegno della sua candidatura. E per un politico   locale portare in pellegrinaggio un leader nazionale, meglio se ministro, equivale a una tacca sulla cintura da ostentare con fierezza al bar del paese il che creava una bella partita di giro: Ceroni metteva la compagnia e i sorrisi delle sue tante amiche, e Bondi portava il suo potere. Un bel movimento di dare avere spezzatosi all’improvviso lasciando un Ceroni che si squagliava al primo sole di primavera. Così Ceroni il giorno dopo la grande trovata vestendo   i panni di chi è destinato a restare nella storia ha definito la sua proposta “rivoluzionaria” . Spiegando che “Non è un mistero che oggi in Italia i poteri del Parlamento e del governo sono debolissimi e tenuti sotto scacco della magistratura e della Corte costituzionale...”. Aggiungendo con tono che tracimava di orgoglio: “La mia proposta è stata commentata da Bersani”. Per lui abituato a varcare la soglia della Camera nel più buio anonimato deve essere stato comprensibilmente come essere “nominato” ad Arcore. Poi giura che è tutta farina del suo sacco: “È stata una mia iniziativa personale. Non ne ho parlato con Berlusconi”. Il premier tace. Ma che Berlusconi faccia uso di ceroni non è una novità. 

Per le elezioni amministrative: appello alle candidate e ai candidati

Inappuntamenti su 22 aprile 2011 a 10:47

Comunicato stampa
Sono arrivati a 100 in tutta Italia i comitati Se non ora quando, nati spontaneamente dopo la grande manifestazione del 13 febbraio. Questo il risultato del censimento realizzato dal Comitato nazionale, che sta lavorando alla formazione di una rete delle donne italiane e si appresta a lanciare una grande iniziativa nazionale.
I comitati si sono formati secondo le caratteristiche di trasversalità espresse dalla manifestazione del 13 e sono aperti a tutte le donne, nel rispetto dell’appartenenza politica, culturale, di formazione e di credo di ciascuna. Il nostro principale obiettivo è coinvolgere il più alto numero di donne possibile, a partire dalle più giovani, nella costruzione di un paese per donne e di donne per la rinascita dell’Italia.
La forza espressa dalla mobilitazione del 13 febbraio ha già portato a qualche significativo risultato: candidati sindaci di grandi città, come Milano Torino e Bologna, hanno preso l’impegno, in caso di elezione, di costituire giunte nelle quali ci sia parità di presenza tra uomini e donne.
Il comitato nazionale Se non ora quando lancia un appello a tutti i candidati e a tutte le candidate sindaco alle prossime elezioni amministrative del 15 e 16 maggio affinché si impegnino concretamente prima del voto a favore di una presenza massiccia di donne nelle loro liste, a costituire giunte di governo che vedano una parità di rappresentanza tra donne e uomini e a favorire la promozione del ruolo delle donne in ogni ambito del governo delle città.
Roma, 22 aprile 2011
IL COMITATO NAZIONALE SE NON ORA QUANDO?

Gelmini nel panico: Non sa nulla dei conti del suo ministero (Ballarò 19...

Il video della Gelmini a Ballarò: il ministro non sa dei tagli imposti dal proprio ministero

La scuola deve morire - Intercettata una lettera riservata del Ministro Tremonti al ministro Gelmini

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Uno scoop di UniCommon.org - Abbiamo intercettato questa missiva riservata inviata dal Ministero dell'Economia al Ministero della (pubblica?) Istruzione. La pubblichiamo oggi su questo sito, pregando tutti di diffonderla con tutti i mezzi possibili (social network, siti, mail, lettere, piccioni viaggiatori e altro). La wikileaks della scuola come al solito non dice nulla di nuovo rispetto a quanto siamo già abituati a sentire e vedere da vent'anni a questa parte, ma la pubblicazione di questa lettera riservata potrà essere sicuramente un passaggio utile per lo smascheramento delle strategie governative sulla scuola.
La redazione di UniCommon.org
Ecco il testo integrale della missiva,che come potete notare, esprime senza mezzi termini quella che nei fatti è la politica, e la strategia politica, del governo sulla scuola. Nella sezione rassegna stampa trovate l'articolo su repubblica che spiega i tagli effettuati e quelli previsti, in fondo all'articolo il video della trasmissione Ballarò in cui la Gelmini dimostra di non conoscere nemmeno i tagli previsti dal suo stesso ministero.
MASSIMO RISERBO - Al Ministro dell'Istruzione
dottoressa Mariastella Gelmini Viale trastevere 76, 00153, Roma, Italy - breve guida per far morire un'istituzione pubblica - Lavorare in silenzio per molti anni, trovando larghi accordi da destra a sinistra passando anche per le ali più estreme, TAGLIARE poco a poco tutte le risorse e le possibilità di miglioramento alle scuole. Farlo inizialmente senza clamore, cosìche solo i soliti noti se ne accorgano. Togliere Cent dopo cent come zio paperone nel Klondike. Non lasciare la possibilità di iniziativa alle scuole, mascherando una riverticalizzazione amministrativa con il nome di “autonomia scolastica”. Cambiare il nome alle cose, creando spaesamento tra tutti coloro che da anni lavorano nell'educazione pubblica: così il Preside diventa magicamente il Dirigente scolastico, la programmazione si trasforma in POF e si riorganizza in portfolio, il bidello si ristruttura in collaboratore scolastico, i voti si contano in crediti, e per concludere nel migliore dei modi gli studenti finalmente saranno utenti. Dopo anni di lavoro sotterraneo, di logoramento di qualsiasi voce fuori dal coro, si parte con l'attacco frontale. TAGLI a gran voce rivendicati come una necessità per il bene comune, distruzione di qualsiasi idea che non sia strettamente la lezione frontale: gite, corsi di lingua, laboratori, attività extrascolastiche, non deve accadere più nulla. La scuola deve essere un luogo noioso da cui scappare il prima possibile, e un luogo di frustrazione per chi ha deciso di lavorarci! ELIMINAZIONE di qualsiasi partecipazione nella vita della scuola: motivazione? E' un residuo del '68! E' colpa dei professori di sinistra che non permettono una normale collaborazione docente-discente! La scuola il pomeriggio deve restare chiusa, non può mica essere un covo di zecche (che si sa o diventano terroristi o tossici)! A questo ci si può rivolgere direttamente ai cittadini, alquanto allarmati per il futuro dei loro figli...anzi ancora meglio rivolgersi direttamente alle MAMME! Care mamme – oramai consapevoli che le scuole pubbliche hanno un offerta formativa decente se al centro, tremenda se in periferia – è ora il momento di investire nell'educazione e quindi nelle scuole private, dove potrete decidere direttamente cosa verrà insegnato ai vostri figli, e soprattutto non rischieranno di finire in classi con bambini poco dediti allo studio, come figli di immigrati o magari rom. Far dipendere direttamente il ministero dell'istruzione (nel frattempo avrete già eliminato pubblica, se non lo avrà già fatto il centro-sinistra) dall'economia, così il caro buon vecchio Giulio potrà finalmente decidere cosa fare con quei quattro spiccioli rimasti nelle casse delle scuole, ma soprattutto avrà in mano un immenso patrimonio immobiliare. SCREDITARE studenti, professori, precari, personale ata, presidi, ex insegnanti, ricercatori, insegnanti di sostegno: NESSUNO deve poter mettere bocca sulla scuola pubblica, la scuola di tutti che quindi deve rimanere di nessuno. E dopo gli eclatanti scoppi...continuare a tagliare qui e là come se nulla fosse...e ricominciate dal punto uno senza nessuno problema, per quante volte reputate necessario, finché solo i morti di fame rimarranno nelle scuole pubbliche e ricchi andranno nelle scuole private, i ricchi e belli all'estero, mentre Voi avrete fatto una grande piacere a Voi stessi, ai Vostri amici e al capitale finanziario. Grazie Giulio T. PS: Potreste avere qualche piccolo problema durante il percorso tipo: manifestazioni, tumulti, insorgenze, come si sono viste a Roma, Londra o Atene ma non vi preoccupate Voi andate avanti, qualcuno alla fine avrà la meglio.

22 APRILE: RASSEGNA STAMPA

25 aprile, a Pescara la manifestazione "Resistere Uniti"

postdateiconGiovedi 21 Aprile 2011 18:15
Promossa da Anpi per riflettere su valori democrazia e Costituzione

CRONACA | PESCARA - "Riflettere con spirito unitario sui valori della Resistenza, della democrazia e della Costituzione, oggi più che mai attuali. In Italia esiste un problema di democrazia. Una democrazia sotto attacco dal 1994". Con queste parole il presidente dell'ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d'Italia) di Pescara, Enzo Fimiani, ha illustrato in conferenza stampa le finalità della manifestazione unitaria "Resistere Uniti", che si svolgerà lunedì 25 aprile, a partire dalle 15.30 e fino alle 21.00, nei pressi del Ponte del mare a Pescara.


"Da quasi vent'anni – ha aggiunto Fimiani - l'Italia non promuove più nulla di buono. È in atto nel Paese una sorta di corto circuito che noi vorremmo interrompere. Occorre riannodare le fila della nostra storia e recuperare correttamente la memoria di quello che è accaduto in Italia negli ultimi cento anni".


La manifestazione, promossa proprio dall'ANPI in occasione della Festa della Liberazione, è patrocinata dai Comuni di Pescara e Bussi sul Tirino e dalla Regione Abruzzo. Scopo dell'evento, al quale hanno aderito una ventina di soggetti tra associazioni, comitati e partiti politici, è quello di riflettere, con spirito unitario, sui valori della Resistenza, della Democrazia e della Costituzione, oggi più attuali che mai, affinché il ricordo non sia fine a se stesso, ma piuttosto uno stimolo che porti alla condivisione, alla tutela costante e alla pratica di quegli stessi principi.


Nel corso della manifestazione, il presidente del Consiglio Regionale dell'Abruzzo, Nazario Pagano, e il vicepresidente del Consiglio comunale di Pescara, Fausto Di Nisio, porteranno il saluto delle istituzioni. Durante la giornata decine di ospiti saliranno sul palco per discutere di temi e valori fondamentali, quali il lavoro, la giustizia, l'ambiente, l'informazione, la democrazia e la Costituzione. Nel corso della manifestazione, che prevede tra l'altro l'esibizione di gruppi musicali giovanili sul palco predisposto nell'area adiacente il Ponte del mare, saranno allestiti anche degli spazi informativi per i cittadini.


Alla manifestazione unitaria, promossa dall'Anpi, aderiscono: la Cgil, l'Associazione Mazziniana Italiana di Pescara, Abruzzo Social Forum, Alternativa Abruzzo, l'associazione "Bussi", l'associazione "Terra Nostra", Brigate di solidarietà attiva, Bussiciriguarda, il comitato "No Rifiuti Spoltore", il comitato referendario "Acqua bene comune", il comitato referendario "No energia nucleare", il comitato "Se non ora quando?" di Pescara, l'associazione "Espressione libre" di Pescara, l'associazione "Libertà e giustizia", l'Italia dei Valori, il Partito Democratico, il Partito dei Comunisti Italiani, Sinistra Ecologia e Liberta, il Partito della Rifondazione Comunista.
Romani: «Si sarebbe fatto su un programma superato»

Nucleare, Comitato vota Sì: «Emendamento cancella il referendum. Ma non abbassiamo la guardia»

ROMA. Il Comitato nazionale Vota Sì per fermare il nucleare si è studiato l'emendamento "ammazza-nucleare" e commenta la clamorosa Caporetto atomica del governo per evitare il quorum all'altro referendum che interessa molto Silvio Berlusconi, quello sul legittimo impedimento.
«Gli abbiamo messo paura - dice Maria Maranò della segreteria organizzativa del comitato  - Sondaggi alla mano, hanno capito che avrebbero perso il referendum - e forse anche le amministrative - e hanno deciso di fare retromarcia. Il governo ha presentato un emendamento al dl Omnibus (quello che conteneva la moratoria sul nucleare) che ricalca il quesito referendario anti-atomico e quindi, se approvato, cancellerà una parte sostanziale della legge sul nucleare. E con essa cancella dalla convocazione del 12 e 13 giugno il quesito sull'energia atomica. La prova provata che le probabilità di raggiungere il quorum sono molto alte. Ma resta il fatto che la scelta dell'Esecutivo non è fatta per convinzione ma per convenienza. Che la norma non è ancora stata approvata. Che delle norme sul nucleare verrebbe abrogata solo la parte indicata dal referendum. Insomma: battere il nucleare col referendum avrebbe potuto essere una vittoria definitiva, cosa che questa nuova norma non garantirebbe. E poi dobbiamo fare attenzione: fino alla pronuncia della Cassazione il referendum sta in piedi a cui potrebbe seguire un eventuale ricorso su cui far pronunciare la Consulta. E' ormai improbabile, ma non impossibile. Quindi, guardia alta: i trucchetti del Governo potrebbero essere in agguato. Il Comitato nazionale Vota Si per fermare il nucleare non smobilita almeno fino a quando la Cassazione non si sarà pronunciata. Il 26 aprile a Roma abbracceremo in segno di solidarietà le due ambasciate: Giapponese e Ucraina.  Invitiamo le associazioni aderenti e i comitati regionali e territoriali a fare altrettanto».
Da segnalare poi che Repubblica ha pubblicato oggi un articolo con alcuni dati di un sondaggio IPSOS sulle opinioni degli italiani sul nucleare. I quesiti si riferiscono alle opinioni in generale sulla scelta nucleare.
Le risposte sono molto più negative quando si parla di nucleare nella propria regione. E' interessante notare, tra l'altro, la lieve inversione di tendenza che si era registrata in febbraio per effetto della massiccia campagna pubblicitaria del Forum nucleare, poi sanzionata come pubblicità ingannevole.
Questa inversione era prevalentemente concentrata negli elettori del Popolo della Libertà, tra i quali oggi i contrari sono più del doppio dei favorevoli. Questo aiuta a capire perché, per evitare contraccolpi sulle elezioni amministrative e per puntare sul mancato quorum ai referendum di giugno, ci sia stata la brusca e spudorata marcia indietro del Governo Berlusconi.
Il Ministro Romani afferma ora di voler puntare sulle fonti rinnovabili dopo aver prodotto un danno enorme con il suo decreto e mentre circola una bozza di nuovo provvedimento che colpirebbe questo settore strategico per il Paese. Una bozza che è ancora troppo legata agli interessi del passato ben rappresentati dai vertici di Confindustria e dell'Enel. L'Italia ha bisogno di altro. L'Italia ha invece bisogno di un deciso cambio di rotta, di puntare sull'innovazione, sulla ricerca, sul risparmio energetico, sulle fonti rinnovabili.
E stamani  il ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, ha detto che: «Abbiamo rivisto l'impostazione sul nucleare data nel 2009 e rinviamo una decisione così importante ad un chiarimento complessivo in sede Europea. I cittadini sarebbero stati chiamati a scegliere fra poche settimane fra un programma di fatto superato o una rinuncia definitiva sull' onda d'emozione assolutamente legittima ma senza motivi chiarezza». 

Milano 2011/ Bocchino: Moratti mente, bufala ritiro Lassini

Lo faranno eleggere, premier l'ha chiamato e Giornale è sponsor

Roma, 22 apr. (TMNews) - "Sui manifesti che accusano i magistrati di essere brigatisti la Moratti mente sapendo di mentire. Il ritiro di Lassini è una bufala e la struttura del premier è già scesa in campo per eleggerlo con moltissime preferenze, come dimostrano la telefonata di solidarietà del premier e la sponsorizzazione del Giornale di proprietà di Berlusconi". Lo ha detto in una nota il vicepresidente di Futuro e Libertà, Italo Bocchino.
"Se la Moratti fa sul serio - ha aggiunto Bocchino - pretenda il ritiro ufficiale della candidatura, come prevede una vecchia sentenza della Corte Costituzionale, altrimenti dica con chiarezza che cerca i voti di chi addita i magistrati al pubblico ludibrio. Tra l'altro è facile provare che il mandante dei manifesti è Silvio Berlusconi in persona. È certamente il mandante morale, come ha ammesso lo stesso Lassini, mentre la sua struttura propagandistica potrebbe essere il mandante materiale, visto che la grafica e i caratteri del manifesto sono identici a tutte le campagne berlusconiane e al simbolo del Pdl", evidenzia il Vice Presidente di Fli.
"La Moratti anziché indignarsi ammetta di essere la rappresentante della linea Berlusconi-Lassini, linea non condivisibile neanche turandosi il naso. Questa, infatti, è un'ulteriore ragione che ci allontana dalla Moratti, che per noi sarà impossibile da votare al ballottaggio, anche perché siamo nati per aprire le narici ad aria nuova e non per turarle dinanzi all'aria stantia del vecchio sistema dei poteri economici milanesi", ha concluso Bocchino.

Immigrazione, Berlusconi al Papa: da Italia accoglienza generosa

venerdì 22 aprile 2011 16:28
ROMA (Reuters) - Il Presidente del consiglio Silvio Berlusconi ha oggi inviato gli auguri pasquali al Papa, sottolineando come in questo periodo l'Italia sia impegnata "con generosità" ad assistere le migliaia di immigrati in arrivo dal Nord Africa.
"La Santa Pasqua vede l'Italia impegnata nell'assistenza alle migliaia di persone in fuga dai Paesi del nord Africa", si legge nella lettera, indirizzata al segretario di Stato vaticano, il cardinale Tarcisio Bertone.
"In ossequio al rispetto della dignità e del valore della persona umana sancito - come ha affermato il Santo Padre - dai Popoli della terra nella Carta dell'Organizzazione delle Nazioni Unite, si sta adoperando al meglio per rispondere con generosità a tanta sofferenza", continua.
Dall'inizio dell'anno sono arrivati in Italia decine di migliaia di immigrati clandestini in fuga dai paesi del Nord Africa, dove nei mesi scorsi si sono registrate rivolte da parte dei cittadini che chiedono migliori condizioni di vita e più libertà.
Berlusconi ha poi espresso "somma riconoscenza" per la partecipazione della Chiesta ai festeggiamenti per i 150 anni dell'Unità d'Italia. "Ciò attesta lo spirito di collaborazione reciproca, come ha esplicitamente riconosciuto il Pontefice, quando ha affermato che 'lo Stato italiano ha offerto e continua ad offrire una collaborazione preziosa, di cui la Santa Sede fruisce e di cui è consapevolmente grata'".
Il premier ha poi precisato che la cerimonia di beatificazione di Giovanni Paolo II del prossimo Primo maggio "vede il governo italiano impegnato con le sue strutture per garantire la tranquilla e serena partecipazione alla cerimonia religiosa della moltitudine di pellegrini che interverranno".
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Berlusconi scrive al Papa 'Accoglienza generosa'

Messaggio a Benedetto XVI per Pasqua

22 aprile, 16:17
Berlusconi scrive al Papa 'Accoglienza generosa'
ROMA - "La Santa Pasqua vede l'Italia impegnata nell'assistenza alle migliaia di persone in fuga dai Paesi del nord Africa. In ossequio al rispetto della dignità e del valore della persona umana sancito - come ha affermato il Santo Padre - dai Popoli della terra nella Carta dell'Organizzazione delle Nazioni Unite, si sta adoperando al meglio per rispondere con generosità a tanta sofferenza". E' un passaggio del messaggio inviato dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, al Segretario di Stato vaticano, Cardinale Tarciso Bertone, in occasione della Pasqua.
SBARCO NELLA NOTTE A SIRACUSA,FERMATI SCAFISTI - Un barcone con 51 migranti è stato intercettato in nottata dalle motovedette della Guardia di Finanza a circa 4 miglia da Capo Murro di porco, sul litorale siracusano. Gli extracomunitari, che secondo le prime informazioni sarebbero di nazionalità egiziana, sono sati trasbordati sulle unità delle Fiamme Gialle e condotti nel porto di Siracusa dove sono ancora in corso le procedure di identificazione. La Guardia di Finanza avrebbe già individuato gli scafisti, accusati di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, sequestrando l'imbarcazione, un vecchio motopesca di circa 25 metri.

VENTIMIGLIA: NO SOLDI, PRIMI RESPINGIMENTI
- Il furgoncino grigio della 'police' francese taglia l'aria e si ferma nel piazzale della polizia di frontiera di Ventimiglia. Scendono tre giovani nordafricani e due agenti. Entrano nell'edificio: giusto il tempo di firmare il verbale di respingimento ed i poliziotti francesi sono fuori. Giusto il tempo per la riammissione e anche Khaled, Yassin e Mohammed sono fuori. Malgrado il permesso di soggiorno temporaneo ed il titolo di viaggio non ce l'hanno fatta. Non hanno soddisfatto il requisito economico.

Sono i primi respingimenti per motivi di denaro: il governo francese, oltre ai documenti, chiede infatti che gli immigrati abbiano i soldi necessari per potersi mantenere in "modo decoroso" e fissa la quota in 62 euro per chi non può dimostrare di avere un alloggio, e 31 invece per chi un punto d'appoggio ce l'ha. "Ci hanno fermati martedì alla stazione di Nizza. Mio cugino Yassin, il nostro amico Mohamed ed io - racconta Khaled Ghammourri, tunisino di 22 anni -. Eravamo parte di un gruppo di trenta. E' arrivata la polizia e ci hanno presi tutti appena scesi dal treno. Ci hanno ammanettati e portati in commissariato, dove siamo stati fino a oggi, quando ci hanno portati nuovamente in Italia. In tre, in tasca, avevamo solo venti euro". Ora sono di nuovo liberi, perché per l'Italia loro, per sei mesi, sono in regola. "Siamo arrivati a Lampedusa - continua Khaled snocciolando le tappe della sua personale odissea - poi portati a Bari. Da lì siamo partiti per Bologna e poi per Ventimiglia. Vogliamo andare a Tolosa, mio padre vive lì. Mi aspetta, ma per i poliziotti francesi non basta. Ci chiedevano i soldi, che non abbiamo. Ora, spero che mio padre venga a prendermi". I respingimenti vengono fatti in modo discreto, senza dare troppo nell'occhio: altri due nordafricani intanto ripetono la scena testimoniata poco prima. E già circola voce che domani, in giornata, ci potrebbero essere nuovi accompagnamenti. I cinque respinti, tuttavia, riferiscono fonti della Polizia di frontiera di Ventimiglia, "sono un numero irrilevante rispetto ai tanti che, in base ai requisiti di Schengen, hanno varcato in questi giorni il confine francese". Il centro di accoglienza si prepara per la notte. Lì potranno essere ospitati solo 150 migranti, gli altri dovranno dormire in stazione, e nuovi arrivi sono attesi con gli ultimi treni della notte da Roma e Milano. Anche a Savona il numero degli arrivi cresce e tra i migranti in città qualche decina non ha fatto in tempo a presentare la richiesta per il permesso. Così in una nota ufficiale la Regione Liguria conferma il rischio che nei prossimi giorni possa aumentare, col riflusso dalla Francia e con nuovi arrivi non programmati da altre parti d'Italia, il numero degli immigrati sul territorio. Una situazione che rischia di complicarsi molto e finire fuori controllo.

LEGA, CARTA IDENTITA' SCADE INSIEME A PERMESSO  - Legare la data di scadenza della carta d'identità per gli stranieri a quella del permesso di soggiorno. Pena la cancellazione d'ufficio dall'anagrafe dell'immigrato. E' questo l'obiettivo che si prefigge la proposta di legge presentata dal leghista Luciano Dussin, assegnata oggi alla commissione Affari Costituzionali della Camera. Lo straniero, una volta iscritto nell'anagrafe della popolazione residente, spiega Dussin, è legittimato dalla legge in vigore a richiedere la carta d'identità "la cui durata di validità è totalmente slegata dalla durata del permesso di soggiorno: infatti oggi essa ha una validità di dieci anni". Con la proposta di legge del Carroccio si modifica la normativa sul rilascio della carta d'identità, prevedendo, per gli stranieri, che la durata di validità della carta d'identità sia "indissolubilmente legata a quella del permesso di soggiorno".
Questo, sottolinea ancora Dussin, "consentirà alle Forze di polizia, che svolgono attività di controllo del territorio, di percepire, con immediatezza, se la persona straniera fermata sia legalmente soggiornante nel territorio dello Stato". Pertanto, si stabilisce che lo straniero, allo scadere dell' iscrizione nell'anagrafe, stante la scadenza del permesso di soggiorno, e trascorsi 60 giorni, in caso di inerzia, "ove cioé non abbia proceduto a un rinnovo della dichiarazione di dimora abituale nel comune, venga cancellato d'ufficio". La carta d'identità, che per lo straniero oltre alla foto dovrà riportare anche le impronte digitali, non sarà più valida. La cancellazione dall'anagrafe della popolazione residente "non avverrà più impegnando risorse e mezzi ai fini del rintraccio o della notifica del provvedimento di cancellazione - avverte Dussin - ma sarà effettuata d'ufficio, per effetto del decorso del termine stabilito". "Con questa modifica - conclude - è lo straniero che si deve rendere parte diligente nel procedimento amministrativo, avendo altresì l'onere di provare ogni sei mesi la pendenza del procedimento amministrativo di rinnovo del permesso di soggiorno".