Otto marzo, la sveglia delle donne
Cresce la mobilitazione per la manifestazione di martedì in piazza Matteotti
di DONATELLA ALFONSO
Fondamentale resta la sveglia, quella che suonerà alle 18.30 martedì 8 marzo in piazza Matteotti, perché, come sottolineano le donne di "Se non ora quando?" il problema vero è dare la sveglia all'Italia. E, approfittando della Festa della Donna, ricordare la necessità di dare migliori qualità di vita e di lavoro a tutte le donne italiane. Quindi, sveglia puntata e sciarpa bianca come simbolo, le donne, così com'è stato domenica 13 febbraio, danno appuntamento a tutte e tutti, quindi anche agli uomini, per ricordare che, oltre alla necessità di rivendicare la difesa della dignità delle donne, c'è bisogno di dare la sveglia all'Italia.
Un 8 marzo in cui non solo si protesti ma si sappia sorridere, insomma: non sono mancate, anche all'interno del movimento delle donne e dei vari gruppi, pur senza bandiere di partito, che hanno aderito alla campagna "Se non ora, quando?", opinioni diverse, ma alla fine ha prevalso la scelta di vedersi alle 18 a Matteotti, con le note di "People have the power" ("La gente ha il potere") di Patti Smith, e altre ancora, per dare poi luogo alla sveglia generale.
E si parla molto di lavoro e di fatica delle donne anche già da domani, al di là di altre manifestazioni piuttosto rituali per l'8 marzo. La Provincia e la Regione lanciano il loro sostegno alla campagna "Noppaw" (Nobel Peace Prize for African Women) che candida al Nobel per la Pace 2011 tutte le donne d'Africa. Lunedì, alle 17, nella sala del consiglio provinciale, donne provenienti dal Congo, dalla Costa d'Avorio, Camerun, Nigeria, Burundi, Marocco e Tunisia dialogheranno con Marina Dondero, vicepresidente della Provincia e con Milò Bertolotto assessora alle Iniziative per la pace, insieme con la mediatrice culturale Vicki QueenAnn Abu. E la Regione, spiega l'assessore alla Pari opportunità Lorena Rambaudi, sostiene la campagna fattivamente, anche attraverso una mostra fotografica che sarà inaugurata martedì mattina nello spazio incontri al piano terra della sede di piazza De Ferrari. In contemporanea con l'appuntamento in Provincia, nella Sala del Minor Consiglio al Ducale si presentano il libro e il filmdocumentario "Le mani raccontano il viaggio nella fatica delle donne".
(05 marzo 2011)
SABATO 05 MARZO 2011 07:58 REDAZIONE SOCIETÀ
L'iniziativa "Se non ora quando?", lanciata in tutta Italia dalla cittadinanza femminile per riportare all'attenzione i diritti delle donne in una società che spesso li calpesta, ha attecchito moltissimo a Benevento dove ne è nato un apposito comitato provinciale. E proprio il comitato provinciale "se non ora quando" ha reso noto che, dopo la manifestazione di successo dello scorso 13 febbraio, anche domani 6 marzo le donne e le cittadine del Sannio scenderanno in piazza, per la precisione in Piazza Federico Torre (Corso Garibaldi, chiesa di San Bartolomeo), per rinnovare l'iniziativa e mettere nuovamente al centro la propria voce.
"Ci siamo ritrovati in centinaia, donne e uomini, il 13 febbraio scorso - scrive il comitato in una nota - per manifestare tutta la nostra indignazione nei confronti di un sistema economico, politico e sociale che non consente alla donna di esprimersi e realizzare compiutamente tutto il suo valore. E' stato il primo passo... dal giorno dopo è cominciato il nostro cammino comune verso la realizzazione della parità tra i sessi in politica, in economia, nella società, in tutti i luoghi dove si decide".
"Domenica 6 marzo alle 18.00 ci incontreremo, ancora una volta nella stessa piazza, per segnare la seconda importante tappa di questo nostro cammino comune. Donne ed uomini manifesteranno la propria volontà di 'rimettere al mondo l’Italia' e di cominciare a farlo - prosegue il comunicato - dando un nuovo valore alla celebrazione della Festa della donna".
"Attraverso il contributo artistico di allievi ed allieve della Compagnia Teatrale SOLOT, attraverso testimonianze di lavoratori e lavoratrici, di madri e di padri, di insegnanti e di alunni, di gente comune e di tutti coloro che vorranno intervenire - conclude il comunicato - esprimeremo tutta la nostra volontà di rimettere al mondo l’Italia!".
L'8 marzo: "Se non ora, quando?"
Iniziative e spettacoli in 50 città italiane
Tra flash mob, proiezioni e concerti il comitato, nato il 13 febbraio a Roma in occasione della manifestazione per la dignità delle donne, torna in piazza. La Gelmini: "No a falsi egualitarismi"
ROMA - Una lunga giornata di appuntamenti in tutta Italia. E' quella che il comitato "Se non ora quando?",
nato in occasione della manifestazione dello scorso 13 febbraio a Roma 1, sta organizzando per la festa della donna, l'8 marzo. Tra le 50 città coinvolte nelle iniziative ci sono Benevento e Cagliari, Genova 2, Bologna e Bolzano, Caltagirone e Campobasso, Cuneo e Firenze per citarne solo alcune. Il ministro Gelmini: "Mi auguro che l'8 marzo sia una giornata in cui noi donne sapremo sgomberare il campo da rivendicazioni falsamente ugualitarie e sessiste".
Gli appuntamenti a Roma. Si parte dalla mattina alle 7 con flash mob per le strade della città. Più tardi, dalle 13 alle 15 nelle stazioni della metropolitana di Castro Pretorio, San Giovanni e Repubblica le donne-libro dell'associazione "Donne di carta" citeranno passi di libri "sulla specificità dello sguardo delle donne sul mondo" e le proposte del comitato "Se non ora quando". Nel pomeriggio, alle 16, le iniziative si concentreranno nei giardini di Piazza Vittorio con performance dedicate al lavoro, alla danza, allo aport, proiezioni di video e musica dal vivo. Sul palco operaie tessili, giornaliste, insegnanti, sportive, scrittrici, migranti, studentesse, insieme a Claudia Pandolfi,
Valeria Golino, Tosca, Paola Minaccioni, Awa Ly e Carmen Consoli. Al termine degli interventi è prevista la proiezione di Libere di Cristina Comencini con Lunetta Savino e Isabella Ragonese. Nella capitale si registra anche un flash mob di debutto: quello del neonato gruppo "Donne e informazione". L'appuntamento (sempre l'8 marzo) è alle 17.30 alla scalinata del Campidoglio per poi confluire verso piazza Vittorio. E alla stessa ora (17.30) nello stesso luogo (Campidoglio) è anche l'appuntamento di "Donne e basta" con un flash bob nel segno dell'ironia: tutte vestite da oche (o con qualcosa di "ochesco", come recita l'invito, un abito bianco, un becco di cartone) per gridare "Sveglia, italiani".
Il ministro dell'Istruzione: "La dignità delle donne non può essere usata per attaccare l'avversario". La dignità delle donne "non è né di destra né di sinistra e non può essere usata per attaccare Berlusconi", ha detto il ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini, riferendosi alla protesta delle donne che avevano aderito alla giornata di "Se non ora quando?". E in merito alle manifestazioni in programma per l'8 marzo, "le donne non devono essere uguali all'uomo - ha aggiunto - ma devono saper rivendicare la propria peculiarità, sensibilità e talento". La questione della dignità delle donne, ha sottolineato Gelmini, "è un tema così alto e non può essere usato per attaccare l'avversario".
(05 marzo 2011)
Donne in corteo l'8 marzo: "Non siamo come ci raccontano"
''Oggi più che mai c'è bisogno della ricchezza che i movimenti di donne possono offrire"
Firenze, 5 marzo 2011 - Tornano in corteo le donne fiorentine, dopo la manifestazione del 13 febbraio 'Se non ora quando', e lo fanno nel giorno della loro festa. Punto di ritrovo è da largo Annigoni alle 17.30 per sfilare nel centro della città. La manifestazione, 'vivace e colorata', si chiuderà poi alla loggia di piazza dei Ciompi con musica e letture.
Sempre l'8 marzo, al Giardino dei ciliegi in via dell'Agnolo, verrà inaugurata una mostra delle artiste dell'associazione Il Melograno 'Dallo stereotipo alla donna reale-l'arte delle donne in mostrà e dalle 21 performance e musica.
''Oggi più che mai c'è bisogno della ricchezza che i movimenti di donne possono offrire. Noi donne ci siamo con la nostra cultura di liberazione, di democrazia, di affermazione dei diritti individuali. E in questo momento diciamo giù la maschera, noi non siamo come ci raccontano'', è scritto in una nota firmata da Libere tutte, Coordinamento donne Cgil, Il Giardino dei ciliegi, Artemisia, Il melograno, Arci, Cacerolazos, Libertà e giustizia, Anpi, donne in rete per la rivoluzione gentile, corrente alternata, donne di Pd, Sel, Fds, Idv e dei Verdi.
Otto marzo, tutte le donne in piazza
sull'onda del magnifico 13 febbraio
"Più che in ogni altra occasione quest'anno la festa non potrà essere solo rituale"
di FRANCESCA PARISINI
Solo una bandiera, fucsia, e uno slogan, "Unite, diverse, libere". Le donne di Bologna festeggiano l'8 marzo avendo ancora negli occhi le immagini della manifestazione del 13 febbraio, quando furono 50mila, e non solo donne, a scendere in piazza per la manifestazione "Se non ora quando?". "Non è una rinuncia, quella di abolire le bandiere di partito - spiega Simona Lembi, presentando le iniziative all'Associazione Orlando -. Il 13 febbraio è stato uno spartiacque tra l'Italia silente e quella che reagisce. Il soggetto di questo accadimento sono state le donne".
L'appuntamento per tutte è in piazza Maggiore, dalle 18,30 alle 20,30, ma già da un'ora prima dell'appuntamento un flash mob organizzato nelle vie adiacenti al Crescentone inviterà i bolognesi a concentrarsi verso la piazza. Sul palco, la musica delle Mumble Rumble e le voci del Coro Arcanto si alterneranno alle parole. Tantissimi i temi che le varie associazioni femminili hanno annunciato di voler portare in piazza. "Vogliamo dire basta a comportamenti inaccettabili del potere verso le donne, al femminicidio, alle violenze sessuali e domestiche - spiegano le promotrici -. Ma anche a leggi intollerabili come la Bossi Fini, all'inoccupazione al femminile e al precariato".
"Quest'anno, più degli altri anni, l'8 marzo non può essere rituale - dice Raffaella Lamberti dell'Associazione Orlando - . Inoltre, resta l'invito agli uomini, ad avere parole loro, che si discostino dal maschilismo e dal sessismo imperanti".
Quella di Piazza Maggiore, tuttavia, non sarà l'unica manifestazione di martedì. In piazza Rossini, per esempio, ci sarà un'iniziativa a favore delle donne homeless, organizzata dall'associazione Avvocato di strada. "Fra gli homeless le donne sono circa il 30% - spiega il presidente Antonio Mumolo - ma la loro presenza si nota di meno, un po' perché tentano di mantenere un aspetto "normale" e un po' perché si nascondono, spesso per timore di vedersi sottrarre i figli".
Per loro l'associazione promuove l'iniziativa "Una mimosa per avvocato di strada" per raccogliere fondi. Ottanta, nel 2010, a Bologna sono state le donne che si sono rivolte ai legali che fanno assistenza gratuita ai senza fissa dimora, su un totale di 250 casi. Infine, l'iniziativa dell'Ant promossa in collaborazione con i punti vendita Conad in città e in provincia: a tutte le signore verrà donata una piantina di rose per promuovere il Mese della Prevenzione Oncologica Femminile, ovvero un numero verde gratuito ( 800/929203 ) a cui risponderà un oncologo (tutti i giovedì di marzo a partire dal 10, dalle 9 alle 17).
AL DIRETTORE | sabato 05 marzo, 11:00
L'8 marzo rimettiamo al mondo l'Italia: tutte con un lumino e un fiocco rosa
Il Comitato "Se non ora quando" si organizza in vista della festa della donna. L'appuntamento è alle 18.30
Immagine di repertorio
Riceviamo e pubblichiamo
L'Italia non è un paese per donne e noi vogliamo che lo sia. Nell’anno in cui si celebra il 150esimo dell'Unità d’Italia, diamo ancora più valore all’8 marzo, giornata nata più di un secolo fa per onorare le lavoratrici di tutto il mondo, diventata nel tempo festa delle donne e oggi occasione di rinascita per il nostro Paese. Vogliamo un’Italia capace di stare nel mondo, in modo aperto e solidale con tutti i popoli, soprattutto con quelli che lottano per la libertà come ora quelli del Nord Africa. Vogliamo che l’8 marzo sia, come il 13 febbraio, il giorno di tutte.
Delle donne che lavorano stabilmente fuori e dentro casa, di quelle che cercano lavoro e non lo trovano, delle lavoratrici costrette al lavoro nero, delle licenziate, delle precarie, delle tante che hanno lasciato lontano le loro famiglie per occuparsi delle nostre, e delle donne ridotte in schiavitù.
In Italia è diffusa una precarietà che non è solo di lavoro ma di vita. Coinvolge un numero crescente di donne e uomini. Per tutti è un'ipoteca pesante sul futuro, ma la precarietà che pesa sulle giovani donne condiziona l'intera comunità nazionale e le sue prospettive.
In Italia avere figli, una famiglia, è da tempo diventato un lusso. Noi vogliamo che per tutte e tutti esista la libertà di scegliere se e quando diventare genitori. Con il 13 febbraio abbiamo detto che la libertà, la dignità e la vita delle donne sono il presente e il futuro del paese, e il modo in cui vengono o non vengono raccontate nell'informazione e nei media è una grande questione nazionale. Vogliamo perciò che questo 8 marzo sia anche la giornata in cui si discute di lavoro, di precariato, dell’immagine della donna e di come i media rappresentano la realtà e del mestiere di giornalista.
RIPRENDIAMOCI L’8 MARZO! Giornata internazionale della donna. L’appuntamento è a Cuneo l’8 marzo 2011 in Piazza Europa alle 18,30 Chiediamo a chi partecipa di portare un lumino, per illuminare tutti insieme la piazza. E chiediamo a chi verrà in piazza ma anche a chi non potrà essere con noi, di costruire un fiocco rosa piccolo, grande o grandissimo ed esporlo ai balconi, sulle macchine o in altre parti della città, là dove ci guida la fantasia.
Il fiocco rosa rappresenta la nostra manifestazione: RIMETTIAMO AL MONDO L’ITALIA.
Comitato SE NON ORA QUANDO – CUNEO
IdV: 'La giornata dedicata alla donna ha quest'anno un significato intenso'
La giornata dedicata alla valorizzazione del ruolo della donna assume quest’anno un significato intenso. Al colore giallo della mimosa, il fiore dl risveglio della vita dopo il dramma della guerra, si unisce, con le straordinarie manifestazioni del 13 febbraio “Se non ora quando”, il rosa dell’impegno e della passione delle donne. Donne che hanno portato nelle piazze la loro voce, tenace e determinata. Ad Ancona e in tante altre città delle Marche le donne hanno testimoniato il bisogno di una società più giusta e rispettosa dei diritti, delle donne degli uomini, e hanno rivendicato un ruolo da protagoniste. Molte donne avvertono la necessità di un apporto femminile alla politica nuovo e più incisivo, le donne dell’Idv mettono a disposizione il loro tempo, la loro serietà, la loro passione e si attiveranno nei ruoli istituzionali e politici ricoperti perché questo si realizzi al più presto e sempre di più.
Le donne dell’Idv, anche in questo giorno di festa,vivono con sdegno le vicende che hanno visto protagonista il presidente del consiglio e che hanno svelato un uso spregiudicato e disinvolto del potere e del denaro, oltre ad una concezione strumentale del rapporto uomo donna. Tutto ciò non si concilia con le regole di serietà e condotta irreprensibile previste per chi assume incarichi istituzionali, come sancito dalla costituzione. Prima che essere reato da accertare, tale comportamento è, con certezza, un’offesa alla dignità della donna e all’immagine della vita istituzionale. Oggi 8 marzo 2011, a seguito della mobilitazione di tante donne, una società più giusta, fondata sul rispetto di donne e uomini, sembra davvero più vicina. Saremo nelle piazze e di tante città per ascoltare,ed accogliere chi vuole unirsi al nostro percorso politico.
da IdV Marche
Questo è un Comunicato Stampa inviato il 05/03/2011 pubblicato sul giornale del 07/03/2011 - 104 letture - 0 commenti
Se non ora quando? L'8 marzo appuntamenti in
tutta Italia
6 marzo 2011
Roma, 6 marzo - Il comitato “Se non ora quando?”, nato in occasione della manifestazione del 13 febbraio a Roma, ha organizzato una serie di iniziative in molte piazza italiane in occasione della Festa della Donna.
“L’Italia non è un paese per donne e noi vogliamo che lo sia. Nell’anno in cui si celebra il 150esimo dell’Unità d’Italia, diamo ancora più valore all’8 marzo, giornata nata più di un secolo fa per onorare le lavoratrici di tutto il mondo, diventata nel tempo festa delle donne e oggi occasione di rinascita per il nostro Paese”.
È quanto si legge sul sito del comitato, che invita le donne a presentarsi davanti ad asili, luoghi di lavoro, condomini, piazze, per parlare della condizione della donna nel mondo del lavoro, di maternità e paternità, oltre che delle modalità con cui i media affrontano questi argomenti. Simbolo di questa giornata è un fiocco rosa di buon augurio per “una rinascita del nostro Paese”.
A Roma le iniziative cominciano dal giorno prima (lunedì 7 marzo) alle 15.00, presso la Casa del Cinema con l’evento “Donne Diritti Dignità”, che prevede la proiezione di “Libere” di Cristina Comencini e una tavola rotonda con Rosy Bindi, Susanna Camusso, Elisabetta Cesqui, Iaia Caputo e Cristina Comencini.
Gli eventi nella giornata dell’8 marzo inizieranno alle 7 del mattino con flash mob “in rosa” per le strade della città. Nel pomeriggio, alle 16.00 comincerà la manifestazione “Rimettiamo al mondo l’Italia” a Piazza Vittorio Emanuele II, dove si alterneranno sul palco operaie tessili, giornaliste, insegnanti, sportive, scrittrici, migranti, studentesse, archeologhe, insieme a Claudia Pandolfi, Valeria Golino, Tosca, Paola Minaccioni, Awa Ly e Carmen Consoli.
DOMENICA 06 MARZO 2011 16:11 MARINA SERRA CHIETI - POLITICA
Chieti. “Se non ora, quando?” atto secondo. Il prossimo 8 marzo, festa della donna, il popolo rosa torna nuovamente in piazza per rivendicare il ruolo della donna nella costruzione dell’Italia di domani. Lavoro, maternità, informazione.
Come si legge nel volantino diffuso per l'occasione, le parole d’ordine, questa volta, sono informare, chiedere e ottenere. L'appuntamento è alle ore 17 nei pressi della Libreria De Luca a Chieti, tutti “armati” di fiocchi rosa per letture sulla storia delle donne dal 1860 ad oggi.
Un fiocco rosa da appendere alla borsa, al motorino, intorno agli alberi, alle finestre, sulla giacca o sul finestrino della macchina.
Se non ora quando? L’8 marzo le donne tornano in piazza
Dopo la mobilitazione del 13 febbraio in difesa della dignità femminile e contro il premier, tutto è pronto per una nuova giornata di protesta per “rimettere al mondo l’Italia”. Più di 50 città si sveglieranno “infiocchettate di rosa”
13 febbraio: le donne invadono le piazze
di Chiara Ribichini
"L’Italia non è un Paese per donne e noi vogliamo che lo sia". Il mondo femminile è pronto a tornare in piazza. La mobilitazione del 13 febbraio, nata in difesa della dignità femminile come risposta allo scandalo del Rubygate, è stata solo l’inizio. E il comitato Se non ora quando, nato in occasione di quella protesta, è diventato un organo permanente. Complice anche il successo dell’evento che, poco meno di un mese fa,ha portato per le strade italiane e internazionali più di un milione di persone. Ora tutto è pronto per una nuova mobilitazione indetta per martedì 8 marzo, in concomitanza con la festa delle donne.
“Ci siamo incontrate senza conoscerci; abbiamo fatto telefonate per spronare le più pigre; ci siamo date appuntamento in tantissime piazze d’Italia perché volevamo esserci, volevamo guardarci in faccia e lavorare insieme per fare dell’Italia un paese per donne. Dopo aver riempito le piazze con la manifestazione del 13, adesso ci siamo e apriamo il confronto sui temi proposti dal nuovo appello: i lavori, la maternità/paternità, l’informazione” si legge sul sito del comitato.
Se non ora quando? Adesso. Rimettiamo al mondo l’Italia. Questo il nome dell’evento dell’8 marzo. O, meglio, degli eventi. Roma, Bolzano, Firenze, Milano, Messina, Bologna, Napoli, Cosenza: sono tantissimi gli appuntamenti previsti in più di 50 città d’Italia. Comun denominatore il fiocco rosa, che prenderà il posto delle sciarpe bianche . “Nel nostro appello invitiamo tutte e tutti a ridare valore alla giornata internazionale delle donne. Pensiamo di farlo insieme, ciascuna come e dove vorrà, invitando tutte a legarsi virtualmente con un fiocco rosa beneaugurante, nel 150esimo dell’Unità d’Italia, per una rinascita del nostro Paese. Un fiocco rosa da appendere alle statue più vicine, alla borsa, al motorino, intorno agli alberi, alle finestre, sulla giacca o sul finestrino della macchina!”.
Flash mob, cortei, mostre, rappresentazioni teatrali. Tante e diverse iniziative per far tornare l’attenzione sulla condizione delle donne, soprattutto nel mondo del lavoro, ma anche per contestare la mercificazione del corpo femminile, già alla base della protesta del 13 febbraio. E, accanto alle donne precarie, immigrate, studentesse e operaie, ci saranno anche alcuni volti noti, come già accaduto nella precedente mobilitazione. A Roma, sul palco di Piazza Vittorio (dalle ore 16 in poi) interverranno Claudia Pandolfi, Valeria Golino, Tosca, Paola Minaccioni, Awa Ly e Carmen Consoli. Al teatro Ambra Jovinelli, alle 21 sarà poi proiettato gratuitamente Libere, il film di Francesca Comencini (che modererà un dibattito dopo la proiezione) con Lunetta Savino e Isabella Ragonese.
E le iniziative entreranno anche nei Palazzi: a Montecitorio verrà infatti presentata la ricerca “Le donne nelle istituzioni rappresentative dell’Italia repubblicana: una ricognizione storica e critica” (con la partecipazione di: Lucia Annunziata, il segretario generale della Cgil Susanna Camusso, la vice presidente di Confindustria Cristiana Coppola e il ministro della Gioventù Giorgia Meloni)
06 marzo 2011
IN CITTÀ
"Se non ora, quando?": oggi ritrovo in piazza Torre
Sulla scia della manifestazione dello scorso 13 febbraio, oggi anche a Benevento, come in tante altre piazze d'Italia, torna a far sentire la sua voce il Comitato provinciale “Se non ora, quando?”. “Donne ed uomini manifesteranno la propria volontà di 'rimettere al mondo l’Italia' (questo lo slogan odierno) - e di cominciare a farlo dando un nuovo valore alla celebrazione della Festa della donna -, attraverso il contributo artistico di allievi ed allieve della Compagnia Teatrale SOLOT, attraverso testimonianze di lavoratori e lavoratrici, di madri e di padri, di insegnanti e di alunni, di gente comune e di tutti coloro che vorranno intervenire”. L'appuntamento è alle ore 18 in piazza Torre, al corso Garibaldi.
Verso l'8 marzo: le iniziative del movimento "se non ora, quando?"
pubblicato: domenica 06 marzo 2011 da Doretta
Il movimento se non ora quando non ha esaurito la sua carica nelle manifestazioni di piazza del 13 febbraio. In occasione della Giornata internazionale della donna, l’8 marzo in molte città d’Italia si svolgeranno convegni, si rappresenteranno opere teatrali, ci saranno insomma incontri per continuare a riflettere con più consapevolezza sulla situazione della donna italiana.
Niente spogliarellisti e niente pizze in cui parlare del più e del meno, ma progetti mirati a migliorare e a cambiare la nostra realtà. Leggo sul sito: Incontriamoci l’8 marzo fuori dagli asili, negli uffici, nei parchi, nei condomini, nelle scuole, tra amiche, nei luoghi di lavoro, nelle università e parliamo di donne, di lavoro, di maternità e paternità. Discutiamo anche dell’informazione e del modo in cui i media rappresentano o non rappresentano queste realtà. Dobbiamo essere in tante. La nostra forza è la nostra presenza, libera e consapevole. In piccoli o più grandi gruppi, in centro o nelle periferie, ma dobbiamo esserci. Con presidi, flash mob, piccoli cortei, assemblee.
Se non ora quando? Adesso. L’otto marzo.
8 marzo, le iniziative di «Se non ora quando»
ALCAMO – 8 Marzo, h. 18,30 incontro con proiezione del film documentario “Il corpo delle donne” di Lorella Zanardo a cura dell’associazione Le Pleiadi. A seguire forum dibattito. Per info clicca qui ANCONA – 8 marzo, dalle 11.00 in piazza Roma. Per informazioni sulla mobilitazione dell’8 marzo e gli altri appuntamenti del mese di marzo vai al sito del Comitato 13 febbraio Ancona – Donne che dicono Basta BENEVENTO -6 marzo, ore 18.00, Piazza Federico Torre. Clicca qui per informazioni BOLOGNA – 8 marzo, ore 18.30, piazza Maggiore: manifestazione Unite, Libere, Diverse. Per informazioni clicca qui CALTAGIRONE (CT) – 8 marzo, ore 19.00, palazzo ceramico, proiezione di “Libere” lo spettacolo di Cristina Comencini, segue dibattito e organizzazione della manifestazione del 12 marzo “Le donne a difesa della Costituzione Italiana”
CARRARA – 8 marzo, ore 18.00, Premio 8 marzo presso Sala di Rappresentanza del Comune
CASERTA – 8 marzo, l’associazione Solo Donna partecipa alla trasmissione Tutti in Piazza di Radio Stereo prima rete. Per maggiori info clicca qui CASTELDACCIA (PA) – 8 marzo, ore 16.00, aula consiliare presso il centro diurno, riflessione sul lavoro femminile tra passato e futuro otto_marzo CATANIA – 8 marzo, ore 19.30, appuntamento al centro antiviolenza Thamaia, via G. Macherione 14. Per informazioni clicca qui CAULONIA (RC) – spettacolo “Libere” di Cristina Comencini alla Biblioteca Comunale. Clicca quiper informazioni CESENA – 8 Marzo ed oltre. Vari appuntamenti. Per info clicca qui CREMONA – 8 marzo, ore 17.30, presso i giardini della Stazione FFSS: “una piazza….coi fiocchi!!!”: ritrovo in piazza con un fiocco rosa. Sabato 12 marzo, ore 21.30, spettacolo “D ovvero la figura della donna nell’Italia del ’900″, presso LUOGOCOMUNE Centro sociale Culturale Arci Via Speciano 4. Per informazioni: Rete Donne Cremona donnepunto@gmail.com Volantino Cremona COSENZA – 8 marzo, il Comitato Se Non Ora Quando Cosenza organizza una giornata di mobilitazione, dalle 10.30 fino a sera. Leggi il programma CUNEO – 8 marzo, ore 18.30, piazza Europa, RIMETTIAMO AL MONDO L’ITALIA: Partecipiamo con un lumino e un fiocco rosa. Per informazioni: senonoraquando.cuneo@gmail.com o leggi QUI DONORATICO (LI) – 8 marzo, ore 21.00, appuntamento alla sala del centro conferenze Asl, piazzale Europa
FIRENZE – 8 marzo, ore 17.30, partenza del corteo da Largo Annigoni. Per leggere il comunicato delle organizzatrici e avere informazioni sulle altre iniziative cittadine clicca qui LA SPEZIA – 8 marzo, ore 18, Piazza del Bastione FLASHMOB
LECCE – 8 marzo, iniziativa simbolica del coordinamento Se Non Ora Quando Lecce. Clicca quiper informazioni. LIVORNO – 8 marzo, ore 20.00, THE CAGE Theatre. Clicca qui per informazioni MAGLIE (LE) – 7 marzo, incontro conviviale sui temi del lavoro, maternità/paternità ed informazione, h. 19.00 presso Art Café. Clicca qui per informazioni MASSA – 8 marzo, ore 20.30 ritrovo in piazza Aranci, ore 21.00 flash mob. Per informazioni clicca qui MILANO – 8 marzo 2011, ore 18, piazza Mercanti, presidio e critical mass “Le donne danno i numeri”. Clicca qui per informazioni. VIDEO MILANO E DINTORNI – 8 marzo, ore 21.00, circolo PD via Magenta a Milano proiezione di “Libere” di Cristina Comencini. Altre proiezioni a Milano e province limitrofe. Clicca qui per informazioni MOGLIANO VENETO (TV) – 8 marzo, piazza Caduti, dalle 17.30 lettura collettiva che coinvolga tutte le persone presenti. Fiocchi rosa simbolo della manifestazione per abbellire la piazza. Per informazioni 348/4123810 -senonoraquando.mogliano@virgilio.ithttp://www.facebook.com/event.php?eid=192649584090923 MOLFETTA (BA)- il 13 Marzo Giornata delle Donne. Alle 18 in piazza Garibaldi (davanti al Calvario). Ci saranno letture e testimonianze da parte delle Donne ed infine una catena umana per il centro cittadino.
MONTEBELLUNA (TV) – 8 marzo, Piazza Sedese, 18- 19 – RIPRENDIAMOCI L’8 MARZO! Reading e incontro conviviale sui temi del lavoro, maternità/paternità ed informazionehttp://www.facebook.com/event.php
L’8 marzo: “Se non ora, quando?” Iniziative e spettacoli in 50 città italiane
La Repubblica, 5 marzo 2011
ROMA – Una lunga giornata di appuntamenti in tutta Italia. E’ quella che il comitato “Se non ora quando?”, nato in occasione della manifestazione dello scorso 13 febbraio a Roma 1, sta organizzando per la festa della donna, l’8 marzo. Tra le 50 città coinvolte nelle iniziative ci sono Benevento e Cagliari, Genova 2, Bologna e Bolzano, Caltagirone e Campobasso, Cuneo e Firenze per citarne solo alcune. Il ministro Gelmini: “Mi auguro che l’8 marzo sia una giornata in cui noi donne sapremo sgomberare il campo da rivendicazioni falsamente ugualitarie e sessiste”.
Gli appuntamenti a Roma. Si parte dalla mattina alle 7 con flash mob per le strade della città. Più tardi, dalle 13 alle 15 nelle stazioni della metropolitana di Castro Pretorio, San Giovanni e Repubblica le donne-libro dell’associazione “Donne di carta” citeranno passi di libri “sulla specificità dello sguardo delle donne sul mondo” e le proposte del comitato “Se non ora quando”. Nel pomeriggio, alle 16, le iniziative si concentreranno nei giardini di Piazza Vittorio con performance dedicate al lavoro, alla danza, allo aport, proiezioni di video e musica dal vivo. Sul palco operaie tessili, giornaliste, insegnanti, sportive, scrittrici, migranti, studentesse, insieme a Claudia Pandolfi, Valeria Golino, Tosca, Paola Minaccioni, Awa Ly e Carmen Consoli. Al termine degli interventi è prevista la proiezione di Libere di Cristina Comencini con Lunetta Savino e Isabella Ragonese. Nella capitale si registra anche un flash mob di debutto: quello del neonato gruppo “Donne e informazione”. L’appuntamento (sempre l’8 marzo) è alle 17.30 alla scalinata del Campidoglio per poi confluire verso piazza Vittorio. E alla stessa ora (17.30) nello stesso luogo (Campidoglio) è anche l’appuntamento di “Donne e basta” con un flash bob nel segno dell’ironia: tutte vestite da oche (o con qualcosa di “ochesco”, come recita l’invito, un abito bianco, un becco di cartone) per gridare “Sveglia, italiani”.
Il ministro dell’Istruzione: “La dignità delle donne non può essere usata per attaccare l’avversario”. La dignità delle donne “non è né di destra né di sinistra e non può essere usata per attaccare Berlusconi”, ha detto il ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini, riferendosi alla protesta delle donne che avevano aderito alla giornata di “Se non ora quando?”. E in merito alle manifestazioni in programma per l’8 marzo, “le donne non devono essere uguali all’uomo – ha aggiunto – ma devono saper rivendicare la propria peculiarità, sensibilità e talento”. La questione della dignità delle donne, ha sottolineato Gelmini, “è un tema così alto e non può essere usato per attaccare l’avversario”.
8 MARZO: ‘SE NON ORA QUANDO’, APPUNTAMENTO IN 50 CITTA’ A ROMA FLASH MOB, MUSICA E SPETTACOLI TEATRALI
(ANSA) – ROMA, 5 MAR – ”Se non ora quando?” riparte dalla storica festa della donna, l’8 marzo, con una lunga giornata di appuntamenti in piu’ di 50 citta’ italiane. Iniziative sono previste a Benevento, Cagliari, Pescara (6marzo), Bologna, Bolzano, Caltagirone, Campobasso, Carrara, Cesena, Cremona, Cosenza, Cuneo, Firenze, La Spezia, Lecce, Livorno, Messina, Milano, Modena, Montebelluna, Napoli, Pavia, Perugia, Pesaro, Pisa, Prato, Reggio Calabria, Salerno, Sassari, Taranto, Torino, Urbino, Verbania, Vercelli, Vicenza. Nutrito il ”pacchetto” di iniziative nella Capitale. Dalle 7 del mattino flash mob in ”rosa” per le strade della citta’; nel pomeriggio (dalle 13 alle 15) nelle stazioni della metropolitana di Castro Pretorio, San Giovanni e Repubblica le donne-libro dell’Associazione Donne di carta citeranno passi di libri sulla specificita’ dello sguardo delle donne sul mondo e le proposte del comitato ‘Se non ora quando’. Da meta’ pomeriggio le iniziative si concentreranno nei giardini di Piazza Vittorio con performance sul lavoro, sulla danza e sullo sport, oltre a proiezioni di video e musica dal vivo. Sul palco interverranno operaie tessili, giornaliste, insegnanti, sportive, scrittrici, migranti, studentesse, archeologhe, insieme a Claudia Pandolfi, Valeria Golino, Tosca, Paola Minaccioni, Awa Ly e Carmen Consoli. A conclusione degli interventi e’ prevista la proiezione di Libere. La giornata si conclude al teatro Ambra Jovinelli, dove alle 21 e’ possibile assistere gratuitamente (previo ritiro dei biglietti in mattinata) a Libere di Cristina Comencini con Lunetta Savino e Isabella Ragonese. (ANSA).
8 MARZO: ‘SE NON ORA QUANDO?’, APPUNTAMENTI IN 50 CITTA’ ITALIANE
A ROMA FLASH MOB, LETTURE, PERFORMANCE, VIDEO E MUSICA DAL VIVO
Roma,5 mar.-Adnkronos. ‘Se non ora quando?’, il comitato nato in occasione della manifestazione dello scorso 13 febbraio a Roma, riparte dalla storica festa della donna con una lunga giornata di appuntamenti in piu’ di 50 citta’ italiane, tra cui Benevento, Cagliari, Pescara (6marzo), Bologna, Bolzano, Caltagirone, Campobasso, Carrara, Cesena, Cremona, Cosenza, Cuneo, Firenze, La Spezia, Lecce, Livorno, Messina, Milano, Modena, Montebelluna, Napoli, Pavia, Perugia, Pesaro, Pisa, Prato, Reggio Calabria, Salerno, Sassari, Taranto, Torino, Urbino,Verbania, Vercelli, Vicenza. A Roma, dalla mattina alle 7 con flash mob in ‘rosa’ per le strade della citta’. Piu’ tardi, dalle 13 alle 15 nelle stazioni della metropolitana di Castro Pretorio, San Giovanni e Repubblica le donne-libro dell’Associazione Donne di carta citeranno passi di libri sulla specificita’ dello sguardo delle donne sul mondo e le proposte del comitato ‘Se non ora quando’. Nel pomeriggio, alle ore 16, le iniziative si concentreranno nei giardini di Piazza Vittorio con performance sul lavoro, sulla danza e sullo sport, oltre a proiezioni di video e musica dal vivo. Sul palco interverranno operaie tessili, giornaliste, insegnanti, sportive, scrittrici, migranti, studentesse, archeologhe, insieme a Claudia Pandolfi, Valeria Golino, Tosca, Paola Minaccioni, Awa Ly e Carmen Consoli. A conclusione degli interventi e’ prevista la proiezione di Libere. Regia palco: Sara De Simone & Marcella Limonati, organizzazione Alessandra Ferrando. La giornata si conclude al teatro Ambra Jovinelli,dove alle ore 21 e’ possibile assistere gratuitamente (previo ritiro dei biglietti in mattinata) a Libere di Cristina Comencini con LunettaSavino e Isabella Ragonese. Regia di Francesca Comencini. Aiuto regista Carlotta Cerquetti. Contributi artistici Maddalena Fragnito. Organizzazione Francesca Leone. A seguire un dibattito moderato da Francesca Comencini. Il Comitato sostiene a Roma altre iniziative: il 7 marzo alle 15, presso la Casa del Cinema, Il Coordinamento Nazionale Donne Fisac Cgil organizza un’iniziativa dal titolo ”Donne Diritti Dignita”’. L’8 marzo alle 17.30 il gruppo Donne e Basta organizza un flash mob alla scalinata del Campidoglio e alle 18 parte da piazza Bocca della Verita’ il corteo notturno organizzato da: Centro Donna Lisa-Donnedasud-le Facinorosse-Infosex-Esc-Lucha y Siesta Action-A-le Malefiche-la Meladieva-le Ribellule-SuiGeneris.
«TROPPI OSTACOLI. SERVE UN PIANO PER L’OCCUPAZIONE FEMMINILE»
di Simone Collini, l’Unità, 7 marzo 2011
Intervista a Valeria Fedeli. La sindacalista: «Su questo c’è arretramento culturale Asili nido e sostegno alla maternità sono infrastrutture per la crescita dell’intero Paese, non semplici optional».
Quello di domani «sarà l’8 marzo più difficile degli ultimi anni per le donne italiane, che in questa fase di crisi devono fare i conti con un precariato e una disoccupazione che fanno spavento». Ma, forse proprio per questo, e sicuramente pure per la «scossa » arrivata con le manifestazioni del 13 febbraio, sarà anche l’8 marzo in cui «invece della festa commerciale, delle mimose regalate, delle cene fuori da sole, si tornerà a dare a questa data il valore originario di giornata internazionale del lavoro delle donne». Valeria Fedeli è del comitato promotore “Se non ora quando”, che dopo il successo della mobilitazione del mese scorso sta organizzando per domani una serie di appuntamenti in tutta Italia. Sarà che è presidente della Federazione sindacale europea del tessile, ma a più riprese fa il confronto tra la condizione femminile nel nostro paese e negli altri Stati comunitari. E le conclusioni non sono rosee.
C’è poco da festeggiare?
«Diciamo che l’8 marzo torna ad essere un momento celebrativo per fare il punto su diritti, autonomia, libertà e livello occupazionale delle donne italiane. Il nostro paese registra un pesante arretramento culturale, e le nostre iniziative sono soprattutto di contenuti».
Quali sono le vostre proposte?
«Considerato che siamo molto lontani dal60%di occupazione femminile degli altri paesi europei, servono misure a sostegno della maternità, investimenti per gli asili nido, interventi per i non autosufficienti. Si tratta di infrastrutture per la crescita complessiva del paese e che invece oggi sono considerati optional per donne che hanno un’altra missione, occuparsi dei carichi familiari. Oggi ci sono ancora troppi ostacoli che impediscono alle donne una libera scelta, e allora serve un piano straordinario per l’occupazione femminile».
Che preveda, in concreto?
«Intanto, il ripristino della legge contro le dimissioni in bianco perché non è possibile che la maternità invece di un valore sociale generale sia considerata un rischio economico. E poi è necessario ridurre ilgap tra l’impegno nei carichi familiari, e allora si cominci da un congedo obbligatorio per i padri pagato al100%e l’assenza di cinque mesi per le madri al 100% a carico della fiscalità generale».
Il ministro Sacconi ha previsto un Tavolo sulla modulazione dell’orario di lavoro in funzione delle necessità di conciliazione: iniziativa giusta?
«La premessa è sbagliata, il concetto stesso di conciliazione da parte della donna del lavoro in casa e fuori è segno di arretratezza culturale. La soluzione va individuata nel concetto di condivisione tra uomo e donna dei carichi familiari».
E che pensa del disegno di legge per introdurre il 30% di quote rosa nei Cda delle società quotate?
«Dico solo che il concetto di quote rosa esiste solo da noi, negli altri paesi europei si parla di norma antidiscriminazione. E che in Francia, Spagna, Germania stanno ragionando sul 40%. Lì cercano di evitare che uno dei due sessi sia sottorappresentato, da noi si ammettono le diseguaglianze».
8 marzo, le donne si ‘riprendono’ l’Italia
L’Unità, 6 marzo 2011
Che cosa succede quando l’anniversario dell’Unità d’Italia incontra le donne? Che cosa succede quando le donne decidono di riprendersi il Risorgimento, di scendere in piazza e dire ‘la rimettiamo al mondo noi l’Italia’?
Succede che 150 anni di storia si ritrovano in un giorno, che non è il 17 marzo, nascita dell’Italia unita, ma l’8 marzo, data simbolo che quest’anno per molte sarà il proseguimento di quel ‘Se non ora quando’ che il 13 febbraio scorso ha visto la piazza riempirsi di un milione di donne (e di uomini) in tante città italiane. Succede che 150 anni di narrazioni sul ruolo delle donne nella vita del Paese diventano autonarrazione delle donne sul loro ruolo nella società italiana.Con un compito, che è anche l’appello della manifestazione: ‘Rimettiamo al mondo l’Italia’. Già, perchè non è la prima volta. Del resto si dice madrepatria, la parola nazione si declina al femminile, Italia è un nome di donna.
Perchè? Da dove viene e dove conduce una identificazione così forte? Certo è che non sono state le donne a sceglierla, così come non sono loro a decidere oggi di raccontarsi come spesso fanno i mezzi di comunicazione. Maria Serena Sapegno, Nadia Urbinati, Ida Dominijanni e Olivia Guaraldo spiegano all’agenzia di stampa Dire (i loro interventi su www.dire.it) che cosa c’è dietro l’immaginario italiano del genere femminile e che cosa vuol dire (nel bene e nel male) scendere in piazza martedì prossimo per riprendersi il Risorgimento e rimettere al mondo l’Italia.
«Dire ‘rimettiamo al mondo l’Italia’- spiega Sapegno, professoressa di Letteratura italiana all’università di Roma La Sapienza e membro del comitato ‘Se non ora quando?’- è un fatto simbolico, perché bisogna proprio cambiarla l’Italia, e devono cambiarla le donne. Serve una nascita simbolica di un’altra Italia. Vuol dire questo, non ‘siamo tutte madri’». Ci tiene a precisarlo, perché il dibattito sulla manifestazione (così come su quella del 13 febbraio) aperto all’interno al femminismo è tutto su questo. «Non vuol dire siamo di nuovo costrette in quel ruolo – precisa – ma che l’Italia ha bisogno che anche le donne la producano, perchè fino ad ora non è stato così». E poi c’è «questo gioco verbale sul mondo: a causa di questa cultura orrenda tutto il mondo ride di noi. Ma se le donne possono raccontarla in un modo diverso, allora l’Italia si riapre al mondo. Oggi, dopo 150 anni, la rifacciamo noi, perchè c’è bisogno di una nazione più giusta e più egualitaria per tutti».
‘Se non ora quando?’: è d’accordo Olivia Guaraldo, professore aggregato di Filosofia politica all’università di Verona e coautrice di ‘Filosofia di Berlusconi’, «perché se c’è un momento in cui bisogna scendere in piazza è proprio questo, anche se i toni usati per convocare la manifestazione del 13 febbraio erano troppo tradizionali. Dire ‘la dignità delle donne è la dignità della nazione’ significa mettere in campo un’equivalenza che può essere strumentale, perché le donne vengono prese e usate quando c’è bisogno di rafforzare la nazione».
Per quanto riguarda l’8 marzo, Guaraldo spiega che «il Risorgimento evocato oggi potrebbe essere la necessità di mettere in discussione questi modelli», per far capire «alla società che non ci può essere una democrazia compiuta senza che al centro ci sia l’autodeterminazione femminile e la libertà femminile». Ma per rimettere al mondo l’Italia – conclude – è necessario coalizzare diversi soggetti: non solo ed esclusivamente le donne, ma tutte le persone che non si riconoscono in questo Paese.
Non così per Ida Dominijanni, editorialista de Il Manifesto e membro della comunità femminile Diotima, secondo la quale “dietro le quinte della manifestazione del 13 e delle celebrazioni del 150esimo dell’Unità d’Italia si stia giocando un conflitto non dichiarato sulla figura della madre”. Perché “se si richiama l’immaginario che identifica la donna con la nazione, l’ideale onnipotente della donna che può far ‘rinascere’ l’Italia, il rischio è di ritornare alla figura tradizionale della madre garante dell’ordine patriarcale, così come etimologicamente suggerisce la parola madrepatria: madre del padre”. Per Dominijanni si tratta del “paradigma della donna brava, che lavora, mette al mondo dei figli e salva la comunità in pericolo, contrapposto alle presenze perturbanti delle ‘ donne permale’ che circondano il Sultano”.
Ma non è solo questo il punto: “A me pare evidente che il Berlusconi-gate, mettendo in scena l’estrema miseria di un certo modello di virilità, colpisca la dignità degli uomini prima che quella delle donne, e dovrebbe costringerli a mettersi di fronte alle proprie responsabilità e complicità rispetto a quel modello”.
TUTTE LE INIZIATIVE
La discussione divide e appassiona, ma tra poche ore si torna in piazza. Basta con le mimose e i regalini, l’8 marzo deve tornare a essere una festa laica del lavoro delle donne e un momento per rilanciare le rivendicazioni: al grido di «riprendiamoci l’8 marzo», il Comitato «Se non ora quando» vuole dare in questo modo continuità a ciò che la piazza del 13 febbraio, quando ha mobilitato un milione di persone, ha espresso. In una conferenza stampa, il gruppo di donne – attrici, registe, politiche, storiche, giornaliste – ha spiegato di aver scelto il simbolo della coccarda rosa per celebrare quest’anno la Giornata mondiale della donna. Un fiocco da appendere a una statua, a un albero, alla borsa, al motorino, alla finestra, alla giacca o al finestrino della macchina.
E anche un fiocco «virtuale» con cui «legarsi tutte, nel 150.mo dell’Unità d’Italia, per una rinascita del nostro Paese». Ma nessuna manifestazione organizzata: troppo vicino il 13 febbraio, e poi quella era la «loro» manifestazione mentre l’8 marzo è una data che vede storicamente protagonisti tutti i movimenti femminili.
A Roma, comunque, ci sarà un «punto di presenza» a piazza Vittorio e altri tre punti in altrettante piazze della periferia; le 4 piazze saranno «collegate» da due camioncini che attraverseranno la città. Di rilievo l’iniziativa delle donne torinesi, che porteranno in dono alle «sorelle» della Locride alcune bandiere con il loro «Se non ora quando» da far sventolare nei loro paesi.
E all’universo delle donne italiane si rivolge la piattaforma di richieste che il comitato lancia in occasione della festa: congedo di maternità obbligatorio e indennità di maternità, congedo obbligatorio di paternità, norme che impediscano il licenziamento «preventivo» come le dimissioni in bianco sono le questioni rilevanti. «Bisogna tornare a considerare la maternità a carico della fiscalità generale» ha sottolineato Valeria Fedeli, ex sindacalista. Al centro, il tema della precarietà, che colpisce in modo massiccio le donne e soprattutto le ragazze.
«L’8 marzo può essere – ha spiegato Flavia Perina, direttrice del ‘Secolo d’Italia’ e parlamentare del Fli – l’occasione per aprire un dialogo su questa piattaforma – perché non confrontarsi anche su questo?». «Nessun passo indietro rispetto ai temi del 13 febbraio – ha aggiunto rispondendo alle domande – ci sarà occasione di riprendere quel discorso, a cominciare dal 17 marzo, festa dell’Unità d’Italia». «Riapriremo dopo l’8 marzo – ha assicurato Francesca Izzo – la grande discussione su cosa le donne vogliono fare e come contare sulla scena pubblica».
«TROPPI OSTACOLI. SERVE UN PIANO PER L’OCCUPAZIONE FEMMINILE»
di Simone Collini, l’Unità, 7 marzo 2011
Intervista a Valeria Fedeli. La sindacalista: «Su questo c’è arretramento culturale Asili nido e sostegno alla maternità sono infrastrutture per la crescita dell’intero Paese, non semplici optional».
Quello di domani «sarà l’8 marzo più difficile degli ultimi anni per le donne italiane, che in questa fase di crisi devono fare i conti con un precariato e una disoccupazione che fanno spavento». Ma, forse proprio per questo, e sicuramente pure per la «scossa » arrivata con le manifestazioni del 13 febbraio, sarà anche l’8 marzo in cui «invece della festa commerciale, delle mimose regalate, delle cene fuori da sole, si tornerà a dare a questa data il valore originario di giornata internazionale del lavoro delle donne». Valeria Fedeli è del comitato promotore “Se non ora quando”, che dopo il successo della mobilitazione del mese scorso sta organizzando per domani una serie di appuntamenti in tutta Italia. Sarà che è presidente della Federazione sindacale europea del tessile, ma a più riprese fa il confronto tra la condizione femminile nel nostro paese e negli altri Stati comunitari. E le conclusioni non sono rosee.
C’è poco da festeggiare?
«Diciamo che l’8 marzo torna ad essere un momento celebrativo per fare il punto su diritti, autonomia, libertà e livello occupazionale delle donne italiane. Il nostro paese registra un pesante arretramento culturale, e le nostre iniziative sono soprattutto di contenuti».
Quali sono le vostre proposte?
«Considerato che siamo molto lontani dal60%di occupazione femminile degli altri paesi europei, servono misure a sostegno della maternità, investimenti per gli asili nido, interventi per i non autosufficienti. Si tratta di infrastrutture per la crescita complessiva del paese e che invece oggi sono considerati optional per donne che hanno un’altra missione, occuparsi dei carichi familiari. Oggi ci sono ancora troppi ostacoli che impediscono alle donne una libera scelta, e allora serve un piano straordinario per l’occupazione femminile».
Che preveda, in concreto?
«Intanto, il ripristino della legge contro le dimissioni in bianco perché non è possibile che la maternità invece di un valore sociale generale sia considerata un rischio economico. E poi è necessario ridurre ilgap tra l’impegno nei carichi familiari, e allora si cominci da un congedo obbligatorio per i padri pagato al100%e l’assenza di cinque mesi per le madri al 100% a carico della fiscalità generale».
Il ministro Sacconi ha previsto un Tavolo sulla modulazione dell’orario di lavoro in funzione delle necessità di conciliazione: iniziativa giusta?
«La premessa è sbagliata, il concetto stesso di conciliazione da parte della donna del lavoro in casa e fuori è segno di arretratezza culturale. La soluzione va individuata nel concetto di condivisione tra uomo e donna dei carichi familiari».
E che pensa del disegno di legge per introdurre il 30% di quote rosa nei Cda delle società quotate?
«Dico solo che il concetto di quote rosa esiste solo da noi, negli altri paesi europei si parla di norma antidiscriminazione. E che in Francia, Spagna, Germania stanno ragionando sul 40%. Lì cercano di evitare che uno dei due sessi sia sottorappresentato, da noi si ammettono le diseguaglianze».
Non mimose, ma proposte
Inrassegna stampa su 7 marzo 2011 a 15:30
di Flavia Amabile, La Stampa, 7 marzo 2011
L’8 marzo tra manifestazioni e iniziative in oltre 50 città. E torna ad essere una giornata di lotta.
Non è più tempo di mimose. Domani le donne scenderanno in piazza con proposte, richieste concrete. Vogliono lavoro e uguaglianza di trattamento e lo chiederanno a voce alta in oltre cinquanta città d’Italia come non avveniva da tempo ormai. E’ il ritorno ufficiale dell’8 marzo. Certo, è anche il centenario della Giornata internazionale delle donne. E lo celebrerà in pompa magna pure il Parlamento europeo, ma non basta a spiegare quello che sta accadendo in questi giorni.
Iniziative su iniziative, cortei, idee dal Piemonte alla Sicilia. Che siano cento anni di anniversario non lo ricorda quasi nessuno, che sia il momento di far sentire la propria voce sì. E quindi archiviato il tempo delle manifestazioni con i mazzolini gialli e l’aria un po’ scanzonata, finito il tempo delle cene e dei regalini, a scendere in piazza sarà di nuovo la rabbia.
«Per alcuni anni ci si è illusi che ci fosse uguaglianza e che tutti gli articoli della Costituzione fossero attuati – spiega Valeria Fedeli, sindacalista, e fra le fondatrici del movimento «Se non ora quando» – Ora sappiamo che non è così e, quindi, l’8 marzo torna ad avere un ruolo centrale. Infatti le nostre manifestazioni parleranno di lavoro».
Porteranno in piazza tre richieste. Innanzitutto l’introduzione della legge 188 voluta dal governo Prodi e abrogata dal governo Berlusconi che cancellava le dimissioni in bianco, un foglio di dimissioni fatto firmare senza data al momento dell’assunzione che il datore di lavoro usa nel momento in cui la donna va in maternità per sbarazzarsene. Poi, un assegno di maternità universale per cinque mesi a tutte le madri, dipendenti o autonome, stabili o precarie, a carico della fiscalità generale e non di un fondo Inps. Infine, il congedo obbligatorio (e non solo facoltativo) per i padri retribuito al 100% per quindici giorni, come previsto dalla legge approvata dal Parlamento Europeo lo scorso ottobre.
Le richieste delle donne del «Snoq» arriveranno domani dalle mille piazze. A Roma si inizia a da piazza Vittorio a Roma. Sul palco operaie tessili, giornaliste, insegnanti, sportive, scrittrici, migranti, studentesse, insieme a Claudia Pandolfi, Valeria Golino, e Carmen Consoli. Il loro simbolo una coccarda rosa. Ma le sigle in piazza saranno molte, a conferma dell’importanza della giornata. All’interno del «Snoq» sono nati comitati di settore come le Donne e informazione che raggruppa le donne che si occupano di informazione su tutti i mass media italiani. Ci sono le donne delle parole, Le città di tutta Italia sono coinvolte, da Cuneo a Firenze, da Napoli a Benevento, fino a Milano e Roma.
Davanti alle stazioni della metropolitana di Roma, Castro Pretorio, San Giovanni e Repubblica, le donne – libro dell’associazione Donne di carta leggeranno passi di scritti sulla “specificità dello sguardo delle donne sul mondo”.
Ci saranno le donne dello sport capitanate dalla campionessa olimpica Josefa Idem. Quelle dell’Udi, con la mimosa, a spiegare che «il rito serve ancora». E poi le sigle più radicali, i collettivi.
«L’Italia è un Paese in cui il lavoro delle donne viene considerato ancora non indispensabile – continua Valeria Fedeli – se vengono licenziate 300 lavoratrici, come è accaduto all’Omsa, ne parlano in pochi e non suscita alcuno scandalo. Se avessero perso il lavoro 300 uomini che sarebbe accaduto?».
E dopo l’8 marzo le donne intendono andare avanti. «Non si torna più indietro ormai – racconta Francesca Izzo, docente universitaria, una delle fondatrici del «Snoq». Vediamo che il nostro marchio viene utilizzato da tanti, è un fenomeno che si propaga Non riusciamo a controllarlo, nè vogliamo farlo. La prossima tappa sarà la nascita di un grande movimento di donne: un soggetto politico e non partitico che avrà rapporti con le istituzioni per creare un ampio dibattito politico e portare avanti le nostre richieste». Perché -” come si diceva cento anni fa – soltanto se noi donne scenderemo in campo direttamente potremo migliorare le nostre condizioni di lavoro», conclude Valeria Fedeli.
La politica ritorna nelle mani delle donne
di Jolanda Bufalini, l’Unità, 7 marzo 2011
Il fiocco rosa simbolo dell’8 marzo 2011 festaggia il ritorno delle donne alla politica. Almeno a giudicare da quello che si sente in giro, non c’è assemblea o comitato dovenon si senta, dopo il 13 febbraio, la frase «facciamo come le donne».
A giudicare dai testi inviati al sito «Se non ora quando», piattaforma alle mobilitazioni cittadine. Politica intesa come problemi che aspettano soluzione, ingiustizie, discriminazioni, politica intesa come simboli («dobbiamo far rinascere l’Italia», proclama il comitato «se nonora quando») ocome ribellione alla rappresentazione femminile nei media. Politica come autonomia e pluralità di soggetti che riconoscono la propria storia. Sociale. Le donne di Foggia hanno scelto Candelaro, uno di quei quartieri popolari che sembrano terra di nessuno e sono brodo di cultura della criminalità organizzata. Anche a Pescara «Se non ora quando?», chiedono le donne, «Adesso» è la risposta. Il sesso e il lavoro.
«Bologna è città commissariata per vicende di sesso/ potere/denaro. A Bologna si uccidono e si fa violenza a donne.A Bologna c’è un Centro di identificazione ed espulsione. A Bologna i nodi del reddito, del lavoro e del precariato riguardano moltissime donne», scrivono le bolognesi ricordando anche le rivolte in Egitto, Tunisia, Libia. E a Gela: «Le donne sono il 60% dei laureati, ma solo il 46% di chi lavora e guadagnano il 9% in meno degli uomini a parità di lavoro». Susanna Camusso, primo segretario donna della Cgil eletta nell’anno del centenario della Festa, fa riferimento alla mobilitazione «per la dignità delle donne» del 13 febbraio, «una cosa molto importante», ora bisogna «articolare quelle parole, declinando la dignità anche come lavoro, cittadinanza, funzionamento del Paese».
Come fossi una bambola. Le fiorentine puntano il dito contro pubblicità e media: «Non è da oggi che ci dipingono come manichini muti, prive di intelligenza e personalità, disposte a farci spogliare e manipolare». Riprendiamoci la notte. A Roma le molte iniziative che si svilupperanno dal mattino vedranno un momento corale a piazza Vittorio dalle 16, con performance su lavoro, sport, danza. La sera all’Ambra Iovinelli lo spettacolo Libere di Cristina Comecini (che sarà anche proiettato in molte città).
Ma ci sarà anche un corteo notturno (ore 18 alla Bocca della Verità) dagli stessi collettivi che il 13 sono andati a Montecitorio per «restituire al mittente le leggi contro le donne fatte da centro destra e centro sinistra: le dimissioni in bianco, il collegato lavoro, la legge 40 , l’innalzamento dell’età pensionabile, il pacchetto sicurezza ». Non si fa distinzione fra donne per bene e donne per male: «Vogliamo riappropriarci delle strade, della notte e delle nostre relazioni: rivendichiamo diritti, welfare e autodeterminazione». Nelle istituzioni. C’è anche un 8 marzo delle istituzioni, il presidente Napolitano dedica la mattina alla «riflessione sulla condizione femminile».
Al Senato sono in calendario per martedì le quote rosa nei CdA, le norme in favore dei figli delle madri detenute e lamozione (prima firmataria Vittoria Franco) per sensibilizzare le radio-tv pubblicheal rispetto delle diversità di genere. Sulle quote rosa nei CdA si va verso un accordo, dopo che il Pdl al Senato aveva bloccato tutto suscitando la rivolta delle donne per una legge che presentata e votata alla Camera dai due schieramenti.
MammeInRadio partecipa l’8 marzo a “Se non ora, quando? ADESSO!“
Alcune di voi avranno sicuramente già sentito parlare della manifestazione avvenuta il 13 febbraio scorso che si chiamava “SE NON ORA QUANDO?” in cui, sia donne che uomini, si sono presentati nella piazza della propria città con lo scopo di ri-dare una corretta visione, sia etica che morale, alla figura della donna nel nostro paese.
L’8 marzo si manifesta per un diritto che tutte le donne dovrebbero avere: l’indennità di maternità obbligatoria!
Oggi in Italia solo le donne che hanno un contratto a tempo indeterminato possono avere 5 mesi d’indennità di maternità.. le altre: le collaboratrici a progetto, le professioniste con partite Iva, le lavoratrici atipiche precarie, non hanno diritto a nulla!
Quindi anche MammeInRadio aderirà al nuovo slogan “SE NON ORA QUANDO? ADESSO!” l’8 marzo, nella diretta radio dedicata alle mamme e festa della donna, che diventa ancora una volta una giornata dedicata ai diritti delle donne!
Chi volesse partecipare, deve solo usare un fiocco rosa.. appeso alla borsa, al motorino, alla finestra di casa, al balcone, alla macchina, alla propria giacca.. Potete trovare altre info su:
http://senonoraquando13febbraio2011.wordpress.com/
8 MARZO:SE NON ORA QUANDO,AL CENTRO TEMI LAVORO E MATERNITA’
(ANSA) – ROMA, 7 MAR – Sara’ un 8 marzo dedicato ai temi del lavoro delle donne, della precarieta’, della maternita’ e dell’informazione quello del Comitato “Se non ora quando”, che per domani a Roma ha organizzato un flash mob molto mattiniero “in rosa” e nel pomeriggio un evento a piazza Vittorio, nel cuore del quartiere multietnico della capitale. Oltre alle artiste Valeria Golino, Paola Minaccioni, Claudia Pandolfi, Carmen Consoli, Tosca, Awa-Ly, dal palco parleranno, assieme a operaie tessili, migranti, insegnanti, sportive, scrittrici, studentesse, archeologhe, Tiziana Ferrario, Tiziana Ragni, Monica Centanni, Fabrizia Giuliani, Sara Ventroni. La conduzione è affidata a Emilio Solfrizzi. Inoltre, dalle ore 13 alle 15 nelle stazioni della metropolitana di Castro Pretorio, San Giovanni e Repubblica le donne-libro dell’Associazione Donne di carta citeranno passi di libri sulla specificità dello sguardo delle donne sul mondo e le proposte del comitato organizzatore delle manifestazioni delle donne del 13 febbraio. La giornata si conclude al teatro Ambra Jovinelli, dove alle ore 21 è possibile assistere gratuitamente allo spettacolo “Libere” di Cristina Comencini, protagoniste Lunetta Savino e Isabella Ragonese, al quale fara’ seguito un dibattito moderato da Francesca Comencini.
DOMANI UNO SPECIALE DI 2 ORE DALLE 10.00 ALLE 12.00
RADIO3: “8 PER CENTO, CENTO ANNI DI 8 MARZO
Roma (Adnkronos) – Le voci di giovani donne che, in un minuto ciascuna, racconteranno le loro aspirazioni e speranze, le loro paure o delusioni accompagneranno tutto il palinsesto di Radio3 domani 8 marzo. La giornata si intitolera’ ”8 per 100, cento anni di 8 marzo” e sara’ l’occasione per ricordare un secolo importante e per sottolineare come in Italia la questione femminile sia ancora, con rinnovata urgenza, al centro del dibattito nazionale. Una giornata monografica fortemente voluta dal direttore di Radio3, Marino Sinibaldi: “Proprio a partire dall’attualita’ e’ importante ricordare la storia dell’8 marzo.
Al di la’ dell’anniversario e’ infatti fondamentale stimolare la riflessione sul presente, su un oggi che propone un nuovo protagonismo femminile”. Radio3 si interroghera’ su cosa sta cambiando nel mondo femminile alla luce delle problematiche connesse al lavoro, al corpo, all’evoluzione socio-politica ma anche al ruolo delle donne nelle rivolte del mondo arabo. L’8 marzo sara’ protagonista anche nel pomeriggio: all’interno di “Farhenheit” si verra’ letta la storia delle donne attraverso voci di donne: la scrittrice Alessandra Gissi raccontera’ l’8 marzo in Italia, la partigiana e storica dell’UDI Marisa Ombra la trasformazione dell’immagine femminile nei manifesti pubblicitari dal 1944, mentre Barbara Spinelli, dell’Associazione italiana Giuristi Democratici, approfondira’ la questione della CEDAW – Comitato per l’Eliminazione delle Discriminazioni contro le Donne. Poi le testimonianze di alunni e insegnanti che stanno lavorando sul rapporto maschile-femminile in classe e gli interventi delle economiste Elena Sosti e Beatrice Costa.
Il “Libro del Giorno” sara’ “La Merla”, di Caterina Cavina e non mancheranno le voci di altre scrittrici come Michela Murgia, Silvia Dai Pra’ e Maria Pia Veladiano. Alle 20.00 sara’ “Radio3Suite” a celebrare i cento anni della festa della donna con la proposta di uno spettacolo teatrale tutto al femminile: “Libere“, scritto da Cristina Comencini e diretto da Francesca Comencini, con Lunetta Savinio e Isabella Ragonese. Lo spettacolo nasce da un gruppo di donne che ha sentito, costituendo anche un’associazione, l’urgenza di esprimere sdegno, fatica e angoscia di fronte a un Paese dove proprio le donne hanno una rappresentazione pubblica avvilita, offesa, degradata, continuamente sospinta indietro, verso confini che sembravano superati da anni. Sulla scena una donna in la’ con gli anni e una lunga esperienza nella riflessione femminile, e una giovane, inizialmente diffidente, che pero’ dialogano ritrovandosi alla fine idealmente piu’ vicine.
Alle 21.00, in diretta dall’Auditorium Parco della Musica di Roma, “Lezioni di Tenebra” della compositrice contemporanea Lucia Ronchetti, riduzione dal Giasone di Francesco Cavalli, libretto di Giacinto Andrea Cicognini. Un’opera commissionata dal Berlin Konzerthaus e Fondazione Musica per Roma che vede protagonisti il soprano Katia Guedes e il controtenore Daniel Gloger. Alle 20.00 sara’ ”Radio3Suite” a celebrare i cento anni della festa della donna con la proposta di uno spettacolo teatrale tutto al femminile: ”Libere”, scritto da Cristina Comencini e diretto da Francesca Comencini, con Lunetta Savinio e Isabella Ragonese. Lo spettacolo nasce da un gruppo di donne che ha sentito, costituendo anche un’associazione, l’urgenza di esprimere sdegno, fatica e angoscia di fronte a un Paese dove proprio le donne hanno una rappresentazione pubblica avvilita, offesa, degradata, continuamente sospinta indietro, verso confini che sembravano superati da anni. Sulla scena una donna in la’ con gli anni e una lunga esperienza nella riflessione femminile, e una giovane, inizialmente diffidente, che pero’ dialogano ritrovandosi alla fine idealmente piu’ vicine.
Filomena: Noi credevamo che…
NOI CREDEVAMO CHE…
Noi credevamo che l’Italia sapesse guardare al futuro con gli occhi delle sue giovani donne: ma le troviamo svendute, esposte, tradite sui nostri giornali e le nostre televisioni.
Noi credevamo che l’Italia fosse un Paese dove uomini e donne fossero pagati ugualmente per fare lo stesso lavoro: oggi sappiamo che le donne italiane si diplomano e laureano più degli uomini ma neppure una su due ha un posto di lavoro retribuito. E che a parità di livello guadagnano il 16,8 % in meno degli uomini.
Noi credevamo che l’Italia fosse un Paese capace di rispettare la sua costituzione e di dare al 51.4% della sua popolazione, le donne, uguali diritti e opportunità. Oggi viviamo in un Paese in cui le donne ministro sono il 21 % del totale, le parlamentari il 20 %, le amministratrici delegate delle società quotate in Borsa il 3,8 % del totale.
Noi credevamo che avere un figlio in Italia fosse possibile senza rinunciare al lavoro: oggi sappiamo che una donna su quattro lascia il lavoro dopo la maternità: che solo 10 bambini su 100 trovano posto in un asilo nido, che solo 5 su 100 trovano posto in un asilo nido comunale.
Noi credevamo che l’Italia fosse un paese credibile nel rispetto degli impegni di cooperazione allo sviluppo presi a livello internazionale, che volesse essere protagonista della lotta alla fame nel mondo e per fare tutto questo valorizzasse il lavoro delle tante donne che si sono impegnate per il rispetto dei diritti umani e per la lotta alla povertà. Oggi ci sentiamo traditi e tradite da un Governo che sta marginalizzando la cooperazione internazionale, spesso il solo strumento di sostegno alle donne del sud del mondo.
Noi credevamo che l’Italia guardasse ai Paesi emergenti, a quelli in conflitto e ai cosiddetti Paesi in via di sviluppo con interesse, rispetto, curiosità per imparare quanto di meglio molte donne stanno facendo. Ma vediamo un Paese che scende nelle classifiche internazionali sulla condizione delle donne e non si interroga su quali buone pratiche e lezioni utili ci vengono dall’Europa e dal Sud del mondo.
Noi credevamo che l’Italia mettesse in primo piano le politiche di sviluppo rurale nei paesi che sono più a rischio di fame e malnutrizione, credevamo che avrebbe promosso interventi e programmi di sviluppo rurale che mettessero al centro le donne contadine e imprenditrici agricole. Ma l’Italia nel 2011 non fa abbastanza per sostenere la lotta alla fame nel mondo e non sostiene il lavoro delle donne contadine.