Come è nata la Resistenza ce l’hanno raccontato nonni e libri di storia. Come stia nascendo la Neo-Resistenza italiana è qualcosa che è sotto gli occhi di chi vive nelle grandi città italiane o anche bazzichi soltanto nella rete, tra facebook e blog.
Lontano dai partiti - anzi, il più possibile lontani da ogni tipo di partito - gli italiani si stanno organizzando. Ogni giorno nascono associazioni, gruppi, movimenti. Non è la primavera araba, i protagonisti non sono giovani né disoccupati. E' una resistenza dai protagonisti quarantenni o anche cinquantenni, gli ultimi ad avere un lavoro forse non precario. Sono loro ad aver preso l'iniziativa, da settimane vanno avanti senza tregua ad esprimere il loro disgusto verso il governo e le sue politiche, verso la società che sta crescendo. Ognuno ha scelto una diversa formula di protesta.
Nessuna distinzione tra destra e sinistra, né tra nord e sud, il disgusto tra i neo-Resistenti non ha colore politico né distinzioni geografiche. Sono le centinaia di migliaia di italiani scesi in piazza con il Popolo Viola e Se Non Ora quando, i due movimenti spontanei che più hanno attirato attenzione mediatica. Ma non solo.
Le Persone libro sono nate quando la neo-Resistenza non esisteva nella mente di nessuno. Nessuna tessera in tasca se non quella della loro associazione, le Donne di Carta. Dal 2009 girano l’Italia andando a dire a memoria i libri per salvarli proprio come avviene in Fahrenheit 451, il romanzo di Ray Bradbury. Da quattro mesi stanno facendo anche qualcos’altro. «Le emergenze si susseguono, non basta più salvare i testi, ora bisogna difendere i diritti fondamentali», afferma Sandra Giuliani, presidente dell’associazione.
La neo-Resistenza è fatta di solidarietà, persone che si incontrano, migliaia di gesti simbolici. A marzo Monica Maggi, libraia di Morlupo, un centro a 30 chilometri a nord di Roma, appende al davanzale della sua libreria un lenzuolo con su scritto: «Per la Costituzione». Due ore dopo non c’è più: strappato da qualcuno che non ama la Carta dei diritti italiani. Polemiche, accuse, veleni e un esposto contro ignoti, ma soprattutto una serata nella libreria di Morlupo con le Persone Libro a dire a memoria gli articoli della Costituzione e una folla di persone ad ascoltare.
«E’ in pericolo anche la Lettura", prosegue Sandra Giuliani. E ha scritto la Carta dei Diritti della Lettura: otto articoli per difendere il diritto di leggere «senza distinzione di condizioni sociali, di età, di lingua, di opinioni politiche, di razza, di religione, di salute e di sesso». Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano le ha premiate con una medaglia di rappresentanza per quello che stanno facendo Premi o no, loro vanno avanti. Giovedì 28 la Carta verrà presentata ufficialmente a Roma al Caffé Letterario di via Ostiense e si darà il via alla raccolta di firme in tutt’Italia per portarla al Parlamento Europeo.
La prima forte ondata di indignazione risale all’autunno scorso quando scoppia il caso Ruby. E’ la vicenda del Bunga-Bunga di Stato a scuotere mezza Italia. A Firenze un gruppo di genitori ha l’abitudine di leggere insieme i giornali davanti ad un caffè dopo aver accompagnato i figli a scuola. «Un giorno di dicembre ci siamo guardati negli occhi e ci siamo detti che dovevamo fare qualcosa per far sentire la nostra indignazione», racconta Lea Fiorentina, una delle fondatrici. Nasce così L’Italia non è un bordello, movimento che per 5 sabato consecutivi va in giro per le strade di Firenze a sbattere pentole e mestoli, a far rumore. «Si chiama cacerolazo, è una protesta sudamericana, ai tempi della dittatura di Pinochet in Cile la popolazione manifestava così», spiega Lea. Una delle poche condizioni richieste: no a insegne e bandiere di partito. Il primo sabato erano in quaranta, il terzo già più di tremila.
Siamo a febbraio, gli italiani scendono in piazza per la dignità delle donne. A Roma una cantante ha creato con il passa parola e un po’ di mail il primo nucleo di quello che ora si chiama Resistenza Musicale Permanente. Sono cantanti e muscisti, professionisti o anche semplici dilettanti: alla manifestazione del 13 febbraio si mettono in un angolo di piazza del Popolo a cantare il Dies Irae, l’urlo della loro rabbia. Alla manifestazione successiva, quella in difesa della Costituzione, sono sul palco a cantare con l’intera piazza l’Inno di Mameli e Va’ Pensiero. «E’ ora sta accadendo qualcosa di incredibile - racconta Anna Di Martino, la fondatrice - in tanti vengono a chiederci di partecipare al movimento. Sono i benvenuti, vogliamo che le persone si avvicinino al canto». Domenica si terrà la prima lezione aperta al Parco della Caffarella, divisa in due parti. «Innanzitutto ci si dividerà in gruppi per imparare l’Alleluia - racconta Anna Di Martino - da cantare in coro quando cadrà Berlusconi. Poi lezione di filosofia su Socrate e che cosa significa pensare».
L’indignazione non ha colori. Contagiati anche la destra e il Veneto regno della Lega. L’ultimo movimento in corso di gestazione non ha ancora un nome, si muove intorno a Marin Faliero, nickname su Facebook di un affermato avvocato veneto 45enne di destra. «Abbiamo capito che molti non hanno voglia di scendere in piazza ma la nausea dentro ce l’hanno anche quelli che non hanno votato a sinistra e è il momento di farlo sapere», avverte Marin Faliero. Stanno organizzando una sorta di grande flash-mob nazionale a sorpresa. Più o meno agli inizi di maggio capiterà un giorno in cui nelle città d’Italia ci si troverà all’improvviso circondati da persone che indossano tutte un capo d’abbigliamento uguale: «Sarà il segnale e sarà un modo per far capire a tutti quanti siamo e quanto siamo stufi di una politica ridotta al rango di serva degli interessi di una persona».
Scheda
- Persone Libro. Nate nel 2008, hanno organizzato una marcia da Roma fino in Veneto per protestare contro la censura decisa da due assessori leghisti contro i libri di Saviano e quelli degli autori che avevano firmato una petizione per la liberazione di Cesare Battisti.dicendo a memoria brani tratti dai libri messi all'Indice Per la loro attività di promozione della lettura hanno ricevuto una medaglia a febbraio dal Quirinale. Si incontrano ogni settimana, il mercoledì, al Drugstore, area archeologica al numero 313 di via Portuense a Roma. Il 28 aprile inizia la Campagna di raccolta firme. Hanno cellule anche in Puglia, Sardegna, Veneto, Toscana.
- Resistenza Musicale Permanente. Un gruppo di musicisti e cantanti professionisti ma anche semplici dilettanti che si uniscono alle manifestazioni di piazza per protestare con canti e musiche: nel loro repertorio Va' Pensiero, l'Inno d'Italia o il Dies Irae. Gruppo dal numero variabile, si riuniscono ogni domenica al Parco della Caffarella a Roma con violinisti, soprano, chitarristi, trombettisti e chiunque possa suonare uno strumento. Prossime affiliazioni a Firenze e Pavia.
- Nessun Dorma. Comitato di cittadini spontaneo e privo di collocazione partitica. Effettuano azioni di disturbo in varie città d'Italia. Sono stati loro a riempire Roma, Milano e Firenze di cartelli con i nomi delle strade cambiati per chiedere dignità: da Via Le Mani alla Scuola Pubblica a Corso Italia Indignata. Lo stesso con le statue di Roma dove sono apparsi cartelli antiberlusconiani sulle più famose statue della capitale.
- L'Italia non è un bordello. Comitato di cittadini fiorentini nato a fine gennaio. Ogni settimana, compatibilmente con le possibilità di ciascuno, vanno in giro per le strade di Firenze a fare il cacerolazo, una forma di protesta importata dal Sudamerica, si battono colpi su padelle e pentole in modo da attirare l'attenzione facendo rumore. Il flash-mob dura una decina di minuti. Partecipano in centinaia di persone. |