CULTURA E TEMPO LIBERO - Mostre
Prende il via la rassegna d'arte "TRACCE DI VIAGGIO LENTO" al BATIS di Baia
27/04/2011, ore 10:27 -
“SE NON ORA QUANDO?”: questo il titolo della mostra fotografica di Eliana Esposito che GIOVEDI 28 APRILE 2011 [ore 19.00] inaugurerà la rassegna d’arte intitolata TRACCE DI VIAGGIO LENTO e promossa da SLOW TOUR CAMPI FLEGREI, il sistema di ospitalità integrata che vede coinvolti una rete di operatori locali di una delle aree più affascinanti della Campania: un sistema di servizi ‘dentro’ e ‘attorno’ alle aree archeologiche e naturalistiche dei Campi Flegrei.
La mostra della Esposito è incentrata su 20 istantanee che raccontano le donne che hanno preso parte alla manifestazione napoletana “Se non ora quando?” dello scorso 13 febbraio in difesa della dignità femminile e sarà ospitata negli spazi del BATIS di Via Lucullo [a Baia | Napoli].
Eliana Esposito (www.elianaespositofoto.com) vive a Napoli, città a cui dedica ampia parte del suo lavoro fotografico. Con la sua produzione fotografica, la Esposito promuove e sostiene gli obiettivi dell’associazione politico/culturale “Campo Libero – per i diritti e le libertà”.
TRACCE DI VIAGGIO LENTO ospita – per due giovedì al mese e per un periodo di due settimane – una mostra personale [arte figurativa / arte fotografica / installazioni / altro…]: al termine della mostra e nell’arco dei 15 giorni di esposizione, ogni artista lascerà in dono alla rassegna SLOW TOUR CAMPI FLEGREI un’opera realizzata nel corso delle due settimane e ispirata al territorio flegreo.
Libia, Berlusconi si sfoga:
irritato per le parole di Maroni
Roma - Silvio Berlusconi risponde con nettezza alla Lega Nord, che chiede un voto delle Camere sulla Libia, chiarendo che un passaggio parlamentare non lo preoccuperebbe «minimamente». Anzi. Ieri sera il Cavaliere ha confermato di non aver avuto nelle ultime ore contatti con Umberto Bossi, anche se rimane «fiducioso» sul fatto di poterlo incontrare presto, per «chiarire tutto». Unico cruccio, per il premier, le parole molto dure di Roberto Maroni (ministro leghista dell’Interno) sulle decisioni del governo in merito ai raid mirati sul paese nordafricano.
Ieri sera tardi, il presidente del Consiglio ha lasciato il suo ufficio romano di Palazzo Grazioli per qualche ora di relax a cena a casa della parlamentare Melania Rizzoli, insieme con numerosi esponenti politici del Pdl: fra gli altri, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, i ministri Giancarlo Galan, Angelino Alfano e Renato Brunetta; presenti, tra i tanti ospiti, anche Renata Polverini, Fabrizio Cicchitto, il presidente della Consob, Giuseppe Vegas,il sottosegretario Daniela Santanché e i giornalisti Bruno Vespa, Augusto Minzolini, Maurizio Belpietro e Paola Ferrari.
A cena, secondo alcune testimonianze, il Cavaliere si sarebbe detto «più che convinto» di potere ricomporre le frizioni con l’alleato: ci possono essere sempre fibrillazioni, ma queste non metteranno mai in discussione l’intesa generale, ha spiegato, senza però nascondere sorpresa, amarezza e «irritazione» per le parole di Roberto Maroni sulla Libia. Parole «assolutamente inattese», ha spiegato, dal momento che l’esponente leghista non avena mostrato alcun problema al riguardo dopo il vertice italo-francese.
Berlusconi, comunque, si è mostrato tonico e di buon umore. Tanto da ribadire con forza la volontà di andare avanti e di non farsi intimorire dai magistrati che lo accusano nei processi che lo riguardano. Poi ha difeso a spada tratta anche le scelte sul nucleare e si è detto convinto che l’Italia, «paese ricco», possa risolvere da sola il delicato problema dell’immigrazione: «Sono un uomo orgoglioso e non ho nessuna intenzione di andare col cappello in mano a chiedere l’aiuto ad altri paesi», avrebbe detto, rispondendo ancora ai dubbi dei lumbard.
Per il premier, anche una battuta con la giornalista sportiva Paola Ferrari, con cui ha sottolineato la speranza di brindare al più presto allo scudetto del Milan.
Biotestamento, il premier lancia la sfida ai giudici
Roma
Silvio Berlusconi si schiera a sostegno della legge sulla fine vita e il biotestamento e chiede al Pdl di fare altrettanto. In una lettera inviata a tutti i parlamentari azzurri il premier avverte: non possiamo lasciare che sia un tribunale a decidere se un essere umano deve vivere o morire, con un esplicito riferimento alla vicenda di Eluana Englaro. Fu proprio il caso di Eluana (la ragazza in coma per 17 anni deceduta dopo la sospensione di idratazione e alimentazione artificiali autorizzata da una sentenza) a spingere il Senato ad affrontare con urgenza la questione nel tentativo di definire un confine chiaro tra l’accanimento terapeutico e l’eutanasia. Ed è la prima volta che il presidente del Consiglio prende una posizione così netta su temi eticamente sensibili alla vigilia della votazione di una legge. Non lo aveva fatto in modo così esplicito, ad esempio, per la legge sulla fecondazione assistita. Questa volta però pur nel rispetto delle «libere convinzioni di ciascuno» e riconoscendo che su una «questione sensibile e legata alla sfera più intima e privata non si dovrebbe legiferare» Berlusconi chiede il sostegno a una legge ritenuta necessaria proprio per evitare quanto è accaduto con Eluana con i tribunali che «adducendo presunti vuoti normativi pretendono in realtà di scavalcare il Parlamento e usurparne le funzioni».
La scesa in campo del premier ha suscitato l’ira dell’opposizione con il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, che lo accusa di averlo fatto per motivi elettorali, in vista delle amministrative. Ma schierarsi su un tema etico, come ha deciso di fare il premier può significare sì guadagnare voti da una parte ma anche perderne da un’altra visto che le posizioni sono assolutamente trasversali e che pure all’interno della Chiesa esistono sfumature ad esempio sul concetto di «accanimento terapeutico».
«Chi attacca il presidente Berlusconi per la sua lettera sul testamento biologico lo fa in maniera strumentale - dice Maurizio Lupi, vicepresidente Pdl alla Camera - Se avessimo potuto scegliere non ci sarebbe stato alcun intervento legislativo. Purtroppo un tribunale ha deciso con una sentenza quali vite sono degne di essere vissute e quali no. Questo è inaccettabile e perciò il legislatore ha l’obbligo di intervenire».
Sostegno al premier anche dal ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla. «La vita va preservata sempre e comunque - dice la Brambilla - accolgo con convinzione l’appello del premier».
L’opposizione insiste: il Pdl vuole accelerare l’iter della legge impedendo un dibattito approfondito per motivi elettorali. Ma ieri a Montecitorio a proporre di invertire l’ordine del giorno anticipando a la discussione sulle Dat, le dichiarazioni anticipate di trattamento, è stato Pier Ferdinando Casini, il leader dell’Udc. Oltretutto in aperto contrasto con Futuro e libertà che invece ne chiedeva il rinvio insieme a Pd e Idv. Il Terzo Polo mostra dunque già delle crepe al proprio interno. «Le divergenze interne al Terzo Polo in tema di biotestamento dimostrano inequivocabilmente il fallimento del primo e più importante test politico per la coalizione che intende proporsi come alternativa credibile e autorevole al Pdl», osserva Alessandro Pagano del Pdl.
Comunque non sembra che la Camera stia spingendo l’acceleratore sul testo. Ieri sono state votate e respinte le pregiudiziali di costituzionalità presentate da Pd e Idv ma oggi l’aula riprenderà la discussione sul Documento economico finanziario e soltanto al termine si tornerà al biotestamento. Il capogruppo Pdl, Fabrizio Cicchitto, ritiene possibile che si inizi a votare sul biotestamento «dopo le elezioni amministrative di metà maggio».