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sabato 11 giugno 2011

11 GIUGNO: RASSEGANA STAMPA

Faiella, fisico da paura e il lato B che dice molto

FESTIVAL. Oggi ultima serata della rassegna arzignanese Dissensi
Il reading dell'attrice prende spunto dal suo... profetico libro
10/06/2011
Zoom Foto
Alessandra Faiella
Silvia Castagna
ARZIGNANO
Una ragazza con un "fisico da paura", senza inibizioni né scrupoli, che ha un solo imperativo categorico: fare carriera. Katia B., che si siede sulla sua fortuna, "un lato B da urlo", ha deciso di usare a proprio vantaggio le doti elargitele da madre natura per diventare: "così ricca e famosa che i soldi li userò per accendere il caminetto". Concedendo le sue grazie a produttori e politici, che ricordano molto da vicino i protagonisti di alcune vicende di cronaca recenti, Katia B. raggiunge il suo obiettivo, muovendosi con disincanto in un mondo popolato da leader che sbavano per giovani ninfette, produttori senza scrupoli, vallette senza cervello. E' una Meretri-city quella descritta ne: "Il Lato B", romanzo di Alessandra Faiella, ospite stasera, dalle 20.45, alle officine Anzonin, in via Novara ad Arzignano. L'ultimo appuntamento del festival culturale Dissensi, dedicato appunto alla mercificazione dei corpi e delle menti, promosso dall'associazione Arzignano Futura, sarà un reading dell'attrice comica, volto noto di Markette, Chiambretti Night, Zelig e Pippo Chennedy Show.
Il suo romanzo è una satira dell'ambiente delle escort o un ritratto del mondo?
Il libro è stato scritto prima che le vicende dei politici che affittano le escort venissero alla luce. Non a caso è stato definito "preveggente": per quanto mi riguarda non è stato lo scrittore ad ispirarsi alla realtà, ma la realtà che si è ispirata al romanzo. Non è un libro sulle escort ma la storia, in forma di giallo, di una ragazza senza scrupoli, che decide di usare il suo corpo per il suo scopo. Non prendo di mira le donne, né le critico, ma metto in discussione una società che le usa in un certo modo. Non credo di fare un discorso moralistico, ma certamente il romanzo mette in luce alcune distorsioni del mondo femminile.
Politici ladri e cocainomani, ragazze rifatte e schiocche, festini a base di sesso e cocaina sono la quotidianità che vive il suo personaggio. Quanto ha messo della sua esperienza televisiva nel libro?
In molti casi quello che ho scritto non è lontano da quanto ho toccato con mano. C'è una trasformazione letteraria, alcuni ingredienti sono frutto di fantasia, ma sostanzialmente il sistema televisivo è basato su alcuni meccanismi, la schiavitù dell'auditel su tutti, che impongono la mercificazione della donna, il ridurla a orpello privo di volontà e parola. In questo il libro non è affatto lontano dalla realtà.
La sua protagonista interpreta in modo creativo lo slogan delle femministe "l'utero è mio e me lo gestisco io". Lei dice che è un esempio fra "il proto e il post femminismo". Che significa?
Il motto del movimento femminista per Katia G. è diventato: "darla via come un freesby". Non tutte le donne sono come lei, sia chiaro, la maggioranza sono persone normali che studiano, lavorano, si impegnano, ma il modello di donna che ha attecchito nei media, in tv, travisa il retaggio femminista. Queste ragazze-veline si propongono come completamente libere, ma non so se questa sia vera emancipazione o un'emancipazione falsa, malata, che fa leva sui desideri degli uomini non delle donne.
Lei si è affermata in tv e in un mondo, quello della comicità, prettamente maschile. C'è speranza, quindi?
C'è senz'altro uno spazio per le donne pensanti e non solo "mostranti". La tv con il suo impianto maschilista non è che il riflesso di quanto succede fuori, in tutta la società, nell'economia e nella politica. C'è un soffitto di cristallo contro cui le donne continuano a picchiare la testa e non riescono ad alzarla. Quelle che riescono a bucare il soffitto dopo si sentono dire: "fate come gli uomini". Ma ci sono dei segnali positivi, nel mio mondo la Cortellesi, la Littizzetto, la Dandini ce l'hanno fatta. Quello che si è visto recentemente con l'imporsi del movimento al femminile "Se non ora quando" è un buon segno: se si smascherano certi meccanismi di un potere maschile che riduce la donna a merce, a corpo, si può cambiare direzione. Anche se c'è molta strada fa fare. 

Referendum. Ultimo sprint delle donne per il quorum

Referendum. Ultimo sprint delle donne per il quorum
Lecce. Sotto lo slogan "Io sono mia, l'acqua è di tutti" si terrà alle 18.30 in piazza Mazzini l'ultima iniziativa delle associazioni di donne leccesi per sensibilizzare sul referendum di 12 e 13 giugno
LECCE - Ultimo sprint per le donne delle associazioni (Casa delle Donne, Donne e scienza; Naemi Forum delle Donne Native e Migranti, Rete delle Donne per la Puglia Migliore, Se non ora quando – Lecce), che in quest'ultima settimana si sono attivate per informare e sensibilizzare sui referendum del 12 e 13 giugno.
Sempre all'insegna dello slogan "Io sono mia, l'acqua è di tutti", stampato sulle numerose magliette indossate dalle donne promotrici dell'iniziativa, l'appuntamento è per venerdì 10 giugno alle ore 18.30 in piazza Mazzini (angolo via Trinchese).
"La partecipazione al referendum è importante per poter affermare un diritto quale è quello dell'acqua pubblica, del no al nucleare e della giustizia uguale per tutti", dichiarano le promotrici dell'iniziativa, "In questa settimana abbiamo incontrato i giovani, le famiglie, le donne che si recano al mercato e abbiamo colto una grande richiesta di informazione e di relazione. Continueremo a farlo anche oggi con forza e determinazione e tutte insieme, come abbiamo fatto finora, con i nostri colori, le nostre parole e la nostra voglia di vivere in una società più equa".

Aderiscono:
Casa delle Donne
Donne e Scienza
Naemi Forum delle Donne Native e Migranti
Rete delle Donne per la Puglia Migliore
Se non ora quando - Lecce

Info: 335 7327268 – 339 5670015

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