Donne: fare subito gli «Stati generali»
di Luciana Cimino, L’Unità, 10 marzo 2011
Stati generali delle Donne. Da convocarsi quanto prima con tutte le associazioni e le realtà che fanno riferimento al mondo femminile. E’ una delle proposte dell’associazione di Nuovo, fatta propria da una parte del coordinamento “Se non ora quando?”, lanciata con forza al termine di un dibattito con il pubblico che ha seguito lo spettacolo “Libere”, atto unico di Cristina Comencini per la regia della sorella Francesca, andato in scena al teatro Ambra Jovinelli di Roma martedì sera per la giornata dell’8 marzo.
La pièce è un dialogo tra una donna matura, interpretata da Lunetta Savino, protagonista delle battaglie femministe degli anni 70, e una giovane, Isabella Ragonese, precaria. Le due si studiano, tentennano, alla fine si raccontano e si cambiano illusioni e disillusioni. Chi a fatica ha cresciuto tre figli, chi invece, causa precarietà della vita e dei sentimenti, non può avere figli; chi ha lottato per i diritti e si chiede «dove siamo finite poi? Perché ci siamo rinchiuse ognuna nella nostra casa?»; chi, come la giovane Ragonese, le rimprovera «ci avete educato alla libertà, al rispetto di noi stesse, siamo andate nel mondo piene delle vostre aspettative. Solo che fuori non ne sapevano niente e tutto andava nel solito vecchio modo».
La sala dell’Ambra Jovinelli è affollata. La gran parte è reduce da una giornata di manifestazioni. A piazza Vittorio, con il comitato “Se non ora quando?” o al corteo delle donne in rosso. La platea non si sottrae al dibattito. Si discute della necessità o meno di un ministero delle pari opportunità, del ripiegamento del movimento femminista negli ultimi decenni, dell’equivoco delle quote rosa («Chiedevamo donne oneste e competenti in politica – constata Elisabetta, economista – e invece hanno capito che al governo ci volevano persone di sesso femminile con gli attributi di miss Italia»). Ma il pubblico chiede insistentemente al parterre sul palco: «E ora che si fa?». Dopo la manifestazione del 13 febbraio, dopo che ci siamo riappropriati dell’8 marzo come si traduce questa energia in forza costruttiva?
Un giovane chiede: «perché non fare un soggetto politico?». «Non pensiamo a fare un partito – risponde Francesca Comencini – le cittadine e i cittadini possono fare politica in molti modi, impegnandosi concretamente in molte cose ogni giorno ». Dalla platea incalzano, «non possiamo discutere all’infinito, questa forza va convogliata». «Non possiamo andare avanti da sole – risponde il comitato – ciascuno di voi faccia rete, andiamo verso gli Stati generali con proposte concrete».
Questo dunque è l’obiettivo. Un’assise di associazioni femminili con lo scopo, spiega Francesca Izzo, docente universitaria e tra le fondatrici dell’associazione “Di nuovo”, «di formare un’associazione unitaria nazionale di donne». «Ci chiedono cosa fare dopo un risveglio come quello del 13 febbraio, questo obbliga ad aprire un dibattito nazionale per corrispondere alle domande e alle attese che sono scaturite, ecco perché gli Stati Generali ». Ma, avverte Izzo, «se questi “Stati” non dovessero essere la risposta giusta allora discutiamo tutti, non possiamo lasciare un bisogno di questo tipo senza indicazione, discutiamo di come intercettare questa esigenza. Noi vogliamo arrivare agli Stati Generali in maniera condivisa, attraverso un processo di coinvolgimento di tante realtà non solo nelle grandi città ma soprattutto di quelle che si muovono nel profondo dell’Italia»
Riforma giustizia, Berlusconi: "I pm cittadini come gli altri"
Intervento telefonico del premier a manifestazione del Pdl. "Se i magistrati sbagliano devono pagare. Io sono coraggioso, temerario, un po' eroico e matto". Alfano: "Ritiriamo la norma transitoria dal processo breve"
Torino, 13 marzo 2011 - "Anche i pm sono cittadini come gli altri" e "se sbagliano devono pagare". Il premier Silvio Berlusconi ritorna sulla riforma della giustizia nel corso del collegamento telefonico a una manifestazione promossa dal Pdl a Torino in sostegno della candiatura a sindaco di Michele Coppola.
"Le carriere separate dei giudici e dei magistrati - ha sottolineato Berlusconi - esistono in tutto il mondo, sono la regola, e l’autonomia dell’azione penale secondo la legge significa solo che anche i pm sono cittadini come gli altri e devono rispettare le norme e le priorità che sono indicate dal parlamento".
La stessa cosa è valida per "la responsabilità civile dei magistrati: se sbagliano - ha detto Berlusconi - devono pagare perché questo è il minimo richiesto in uno stato di diritto". "Quindi - ha concluso Berlusconi - non c'è nulla in questa riforma che possa far gridare allo scandalo o suscitare indignazione".
"Sono coraggioso, temerario, forse anche un po' eroico e matto e ho detto variamo subito questa importante riforma e lo abbiamo fatto - ha proseguito il Cavaliere - Sono sotto cinque processi di cui uno civile terribile in cui mi si chiede una mucchio di soldi. Tutte le persone sagge con la testa sulle spalle mi hanno detto: 'non presentare adesso la riforma della giustizia, altrimenti chissà cosa ti fanno'. Ho ritenuto di avere finalmente raggiunto nei fatti una maggioranza in grado di fare questa riforma e ho detto: non mi importa niente", ha spiegato Berlusconi.
Il presidente del Consiglio rassicura "non faremo forzature; ci sarà invece l’impegno ad adeguare il nostro Paese a quanto avviene negli Usa, in Francia, in Gran Bretagna". "Sono sereno - ha sottolineato - perché fin dal primo momento che decidemmo di scendere in campo, nel 1994, quindi prima che cominciasse la persecuzione giudiziaria nei miei confronti eravamo convinti che la riforma della giustizia fosse una componente fondamentale di quella rivoluzione liberale che avevamo in mente".
"Può sembrare paradossale - ha aggiunto Berlusconi - che la stagione delle grandi riforme prenda corpo proprio nel momento in cui una parte della maggioranza ha voltato le spalle ai suoi elettori".
"Ora però - ha sottolineato il premier - il centrodestra è più coeso e determinato a rispettare il contratto con gli elettori: si è liberato di una minoranza statalista, laicista, giustizialista che - ha datto ancora - aveva come primo obiettivo quello di bloccare la nostra azione riformatrice".
Berlusconi ha spiegato che "tutti si devono impegnare per spiegare la riforma della giustizia agli italiani", perché prevede "che ci sia un’offensiva intensissima da parte di tutti i magistrati di sinistra" e da parte "di tutta la gente di sinistra per far credere agli italiani che questa sia una riforma contro i giudici e a favore di Berlusconi". "Dovete moltiplicare le vostre interviste sulla stampa - è stato l'appello ai dirigenti del Pdl - quelle telefoniche, radio, le presenze televisive".
"Siamo l’unica maggioranza in Europa che nonostante la crisi ha vinto tutte le elezioni che si sono succedute e vinceremo anche le prossime amministrative", ha concluso.
ALFANO - Intanto il Guardasigilli Angelino Alfano ha detto che proporrà "il ritiro della norma transitoria del cosiddetto processo breve così com’è scritta". Intervenendo al programma 'In mezz’ora' di Lucia Annunziata, il ministro della Giustizia ha spiegato: "Noi non abbiamo mai considerato il problema della ragionevole durata del processo come una norma ad personam nei confronti di Berlusconi ma ci sono state due grandi questioni che hanno consentito che così fosse interpretata: la norma transitoria che prevedeva si applicasse ai processi in corso e un impianto di natura generale con una norma prescrittiva sui termini".
"Sono prontissimo a un profondo ripensamento: mettiamoci tutti alla prova, sfidiamoci reciprocamente e vediamo se sul tema della ragionevole durata del processo c’è buona fede o meno", ha proseguito.
Alfano punta anche l'indice contro il Pd, che "non vuole discutere non perchè non gli va bene la proposta ma non gli va bene il proponente". "Questo è grave - ha argomentato - perchè pur essendo d’accordo sul fatto che serva una riforma, che sia utile, tanto che D’Alema tentò di farla in Bicamerale, il Pd però ritiene non sia utile farla con Berlusconi. Il Pd quindi guarda solo al suo utile e non a quello del Paese".
Il ministro ha anche spiegato di non temere "uno sciopero dei magistrati", che spera "non arrivi", nè "ritorsioni da parte della magistratura". E, in merito alla punibilità dei magistrati, ha aggiunto: "Un Potere senza responsabilità è un assoluto arbitrio".
"In Italia, a differenza di tutti i Paesi occidentali, la magistratura è un potere senza responsabilità, senza doverne doverne risponderne, un potere che alcune teologie non attribuiscono neanche a Dio", ha concluso Alfano, sottolineando infine che "sulla responsabilità civile resterebbe comunque ai magistrati un grande privilegio, quello di essere giudicati dai loro colleghi magistrati".
Il comitato Se non ora quando? Vallo di Diano: "Io difendo la scuola pubblica, Io difendo la Costituzione!"
La nostra coscienza grida forte di fronte all’attacco inaudito che il premier ha recentemente sferrato ad una delle istituzioni fondamentali della nostra democrazia: la scuola pubblica. Per Berlusconi, interessato solo a trasformare i cittadini in consumatori acritici, l’istruzione è un optional e dunque l’istituzione deputata a suscitare lo spirito critico nei giovani non fa altro che lavorare contro le famiglie. Fa inorridire, poi, che il ministro dell’Istruzione non senta l’esigenza di difendere gli insegnanti e la scuola pubblica, ma difenda, invece, il presidente del Consiglio, delegittimando in questo modo il proprio ruolo. Si capisce, finalmente, anche il senso dei tagli praticati dal governo in questi anni: lo scopo finale era ed è la demolizione della scuola pubblica. Noi che, invece, da anni la difendiamo, perchè l’abbiamo a cuore, non “inculchiamo” valori nei nostri figli, ma cerchiamo di trasmetterli loro attraverso l’esempio. Per tale motivo non pensiamo che Berlusconi possa criticare gli insegnanti, se prima non critica se stesso ed i suoi comportamenti, non degni di costituire esempio per i nostri giovani. Il disprezzo mostrato verso la scuola pubblica, che insegna i valori condivisi in uno stato democratico, che sono gli stessi della Costituzione, ci porta, quindi, ad esprimere il nostro marcato dissenso nei riguardi di questo duplice attacco. La nostra carta costituzionale tutela la scuola pubblica, che è di tutti e di ciascuno, come è di tutti e di ciascuno lo Stato, che giammai deve essere configurato come invasore della nostra libertà. Libertà non significa “ognuno per se” o peggio “ognuno come gli pare”, perchè non esiste libertà senza diritti. E la scuola, una scuola di qualità per tutti, è il primo dei diritti. Chi ha responsabilità di governo non dovrebbe attaccarla gratuitamente, denotando una visione della Scuola e persino dello Stato che allarmano chiunque abbia a cuore la democrazia.
Il comitato Se non ora quando - Vallo di Diano intende rendere manifesta la propria ferma e netta protesta contro l’ennesime esternazioni del premier e nel contempo vuole esprimere una leale solidarietà agli allievi e insegnanti di tutte le scuole pubbliche, che meritano le scuse di Berlusconi e di quanti condividono, per biechi calcoli politici, le sue affermazioni.
Il comitato Se non ora quando - Vallo di Diano intende rendere manifesta la propria ferma e netta protesta contro l’ennesime esternazioni del premier e nel contempo vuole esprimere una leale solidarietà agli allievi e insegnanti di tutte le scuole pubbliche, che meritano le scuse di Berlusconi e di quanti condividono, per biechi calcoli politici, le sue affermazioni.
Il Comitato Se non ora quando - Vallo di Diano
Domenica - Le donne di "Se non ora, quando?" sono pronte a bissare la manifestazione che ha riscosso grande successo domenica 13 febbraio. "Se non ora, quando?", le donne tornano in piazza |
Le donne di "Se non ora, quando?" sono pronte a bissare la manifestazione che ha riscosso grande successo domenica 13 febbraio.
E' passato quasi un mese dalla grande manifestazione del 13 febbraio. Lì ci siamo ritrovati in tante e tanti. E' stato bellissimo. Ma mobilitarsi solo un giorno non basta. Sappiamo che ora è indispensabile continuare a farci sentire. L’Italia non è un paese per donne e noi vogliamo che lo sia.
Nell’anno in cui si celebra il 150esimo dell’Unità d’Italia, diamo ancora più valore all’8 marzo, giornata nata più di un secolo fa per onorare le lavoratrici di tutto il mondo, diventata nel tempo festa delle donne e oggi occasione di rinascita per il nostro Paese. Vogliamo che la settimana dell'8 marzo sia, come il 13 febbraio, un momento di tutte.
Perciò domenica 13 marzo ci ritroviamo sempre la mattina a Bergamo nello stesso posto di un mese fa per tenere alta l'attenzione e lanciare il nostro messaggio. Un messaggio fatto dell'indignazione, del valore e del contributo di ognuna di noi. Di certo anche tu hai qualcosa da dire.
Vieni domenica mattina: ci saranno tanti fili su cui appendere dei fiocchi rosa, come simbolo per dare corpo alla presenza e alle idee di donne e di uomini che non trova spazio nella triste cronaca di questi mesi. Puoi anche portare e scrivere un messaggio su cosa pensi, cosa non va, cosa fanno le donne vere, cosa serve a te e all'Italia.
Sarà il nostro momento di festa per la giornata della donna dell'8 marzo, perché è una Festa ritrovarci tutte e sapere che ci siamo. Sarà soprattutto ancora un momento per dare corpo alla nostra voce.
Più saremo, più saremo visibili e più sarà facile accendere i riflettori sulle nostre idee.
Basta poco tempo ma è indispensabile la tua presenza.
Domenica mattina ti chiediamo di fare tre cose semplici:Venire dalle 10 alle 12 in via XX settembre alle Colonne di Prato (dove ci siamo trovati anche il 13 febbraio)
-portare un fiocco rosa
- appenderlo ai fili tesi insieme a tutti gli altri in centro alla città
Per dare una mano all'Italia a cambiare c'è bisogno delle donne e di crede in noi.
Per dare una mano all'Italia a cambiare, c'è bisogno di darci una mano..
Se non ora, quando?
Per adesioni a Se non ora quando…a Bergamo: rete13febbraio.bergamo@email.it
Appello: http://senonoraquando13febbraio2011.wordpress.com/
Maddalena Cattaneo, Marcella Messina, Francesca Seghezzi, Elena Ferrario, Clementina Gabanelli, Daniela Amati, Luciana Fratus, Erica Cassina, Maria Carla Marchesi, Gabriella Duse, Silvia Gadda, Manuela De Vito, Dora Maffezzoli, Rosangela Pesenti, Luisa Carminati, Valentina Lanfranchi, Mirosa Servitati, Maria Pia Trevisan, Alda Colombera, Adele Prina, Serenella Angeloni, Carla Chiesa, Lia Selogni...
E' passato quasi un mese dalla grande manifestazione del 13 febbraio. Lì ci siamo ritrovati in tante e tanti. E' stato bellissimo. Ma mobilitarsi solo un giorno non basta. Sappiamo che ora è indispensabile continuare a farci sentire. L’Italia non è un paese per donne e noi vogliamo che lo sia.
Nell’anno in cui si celebra il 150esimo dell’Unità d’Italia, diamo ancora più valore all’8 marzo, giornata nata più di un secolo fa per onorare le lavoratrici di tutto il mondo, diventata nel tempo festa delle donne e oggi occasione di rinascita per il nostro Paese. Vogliamo che la settimana dell'8 marzo sia, come il 13 febbraio, un momento di tutte.
Perciò domenica 13 marzo ci ritroviamo sempre la mattina a Bergamo nello stesso posto di un mese fa per tenere alta l'attenzione e lanciare il nostro messaggio. Un messaggio fatto dell'indignazione, del valore e del contributo di ognuna di noi. Di certo anche tu hai qualcosa da dire.
Vieni domenica mattina: ci saranno tanti fili su cui appendere dei fiocchi rosa, come simbolo per dare corpo alla presenza e alle idee di donne e di uomini che non trova spazio nella triste cronaca di questi mesi. Puoi anche portare e scrivere un messaggio su cosa pensi, cosa non va, cosa fanno le donne vere, cosa serve a te e all'Italia.
Sarà il nostro momento di festa per la giornata della donna dell'8 marzo, perché è una Festa ritrovarci tutte e sapere che ci siamo. Sarà soprattutto ancora un momento per dare corpo alla nostra voce.
Più saremo, più saremo visibili e più sarà facile accendere i riflettori sulle nostre idee.
Basta poco tempo ma è indispensabile la tua presenza.
Domenica mattina ti chiediamo di fare tre cose semplici:Venire dalle 10 alle 12 in via XX settembre alle Colonne di Prato (dove ci siamo trovati anche il 13 febbraio)
-portare un fiocco rosa
- appenderlo ai fili tesi insieme a tutti gli altri in centro alla città
Per dare una mano all'Italia a cambiare c'è bisogno delle donne e di crede in noi.
Per dare una mano all'Italia a cambiare, c'è bisogno di darci una mano..
Se non ora, quando?
Per adesioni a Se non ora quando…a Bergamo: rete13febbraio.bergamo@email.it
Appello: http://senonoraquando13febbraio2011.wordpress.com/
Maddalena Cattaneo, Marcella Messina, Francesca Seghezzi, Elena Ferrario, Clementina Gabanelli, Daniela Amati, Luciana Fratus, Erica Cassina, Maria Carla Marchesi, Gabriella Duse, Silvia Gadda, Manuela De Vito, Dora Maffezzoli, Rosangela Pesenti, Luisa Carminati, Valentina Lanfranchi, Mirosa Servitati, Maria Pia Trevisan, Alda Colombera, Adele Prina, Serenella Angeloni, Carla Chiesa, Lia Selogni...
Aspettando il C-Day, intervista ad Anna Mazza del Popolo Viola
Sabato 12 marzo è il C-Day, la giornata dedicata alla Costituzione. In Italia e all’estero sono state organizzate delle manifestazioni per l’occasione. Al C-Day partecipa anche il Popolo Viola, il movimento che dal 2009 chiede, attraverso delle manifestazioni, le dimissioni di Silvio Berlusconi, presidente del Consiglio. In attesa di capire se il C-Day (con la manifestazione del 12 marzo a difesa della costituzione) avrà la stessa forza della manifestazione femminile “Se non ora quando?” abbiamo intervistato Anna Mazza, presidente del Popolo Viola, per capire chi sono le persone che manifestano contro il Governo.
Quando è nato il Popolo Viola?
L’associazione è nata a giugno dell’anno scorso. Il movimento è nato nel 2009 attraverso la pagina facebook “Una manifestazione nazionale per chiedere le dimissioni di Silvio Berlusconi”. Dopo la creazione di questo spazio online abbiamo organizzato la grande manifestazione del 5 dicembre 2009, il primo No Berlusconi Day che ha portato in piazza quasi un milione di persone. Il Popolo Viola non deve rimanere alla rete. Facebook può essere uno strumento di informazione molto importante ma la protesta vera e la vita vera è quella della piazza. Il che non vuol dire che dobbiamo essere una macchina da manifestazione.
L’associazione è nata a giugno dell’anno scorso. Il movimento è nato nel 2009 attraverso la pagina facebook “Una manifestazione nazionale per chiedere le dimissioni di Silvio Berlusconi”. Dopo la creazione di questo spazio online abbiamo organizzato la grande manifestazione del 5 dicembre 2009, il primo No Berlusconi Day che ha portato in piazza quasi un milione di persone. Il Popolo Viola non deve rimanere alla rete. Facebook può essere uno strumento di informazione molto importante ma la protesta vera e la vita vera è quella della piazza. Il che non vuol dire che dobbiamo essere una macchina da manifestazione.
Perché avete scelto il colore viola?Il viola era uno dei pochi colori non riconducibili ad una realtà politica esistente come motivazione pratica e poi perché il viola è il colore della rinascita, del rinnovamento. In alcune filosofie è un colore che si accosta al gioco dei bambini. E’ leggero in un senso positivo.
Il popolo Viola si riconosce in un partito?No, assolutamente. Il popolo viola è un contenitore di varie sensibilità. Ci sono persone che hanno un loro partito di riferimento, ci sono persone che si sentono lontane dai partiti attualmente sulla scena politica italiana. Quando organizziamo una manifestazione auspichiamo sempre la presenza di tutti.
Le manifestazioni del Popolo Viola sono state strumentalizzate dalla politica?
Forse proprio all’inizio, con la prima manifestazione si era pensato in qualche modo di mettere il cappello a questa novità socio politico italiano. Però da subito il Popolo Viola ha mostrato con fermezza di voler mantenere una sua indipendenza. Nel momento in cui si organizza una manifestazione e c’è l’adesione di partiti politici così come di altre associazioni per noi ben venga. Questo è un altro discorso. Quando abbiamo fatto il No Berlusconi Day hanno aderito tutti i partiti del centro sinistra. L’adesione ad una manifestazione è una cosa. La strumentalizzazione può nascere anche da mire personaliste all’interno stesso del movimento.
Forse proprio all’inizio, con la prima manifestazione si era pensato in qualche modo di mettere il cappello a questa novità socio politico italiano. Però da subito il Popolo Viola ha mostrato con fermezza di voler mantenere una sua indipendenza. Nel momento in cui si organizza una manifestazione e c’è l’adesione di partiti politici così come di altre associazioni per noi ben venga. Questo è un altro discorso. Quando abbiamo fatto il No Berlusconi Day hanno aderito tutti i partiti del centro sinistra. L’adesione ad una manifestazione è una cosa. La strumentalizzazione può nascere anche da mire personaliste all’interno stesso del movimento.
Il Popolo Viola assomiglia al Movimento 5 stelle. Anche voi, come il movimento 5 stelle volete, scendere il politica?Personalmente io non sarei favorevole ad una trasformazione del popolo viola in qualcosa diverso di un movimento.Comunque credo che qualunque decisione rispetto a forme, metodi o strumenti riguardante il movimento possa avvenire solo attraverso un momento di reale partecipazione e condivisione democratica. Certamente non potrà mai avvenire per progetti di stampo personalistico.
Lunedì a Modena proiezione del video “Libere” di Cristina Comencini
“Ci avete educato alla libertà, al rispetto di noi stesse, siamo andate nel mondo piene delle nostre aspettative. Solo che fuori non ne sapevano niente e tutto andava avanti nel solito vecchio modo”. Sono le parole rivolte ad una donna matura dalla giovane protagonista del video “Libere” atto unico di Cristina Comencini che lunedì prossimo 14 marzo sarà proiettato all’aula Magna Ovest della Facoltà di Economia (viale Berengario 51) alle ore 17.30.
L’incontro è un nuova iniziativa promossa dal Comitato modenese “Se non ora quando? Adesso!” che prosegue nelle proposte di aggregazione delle donne dopo il successo della manifestazione del 13 febbraio e dopo il brindisi dell’8 marzo in piazzetta Pomposa per la giornata della donna.
Il video “Libere” ha come protagoniste Lunetta Savino e Isabella Ragonese, la regia della Comencini in collaborazione con Carlotta Cerquetti, Maddalena Fragnito e Francesca Leone.
“Libere” è stato scritto da Cristina Comencini per l’associazione di donne “Di Nuovo” e proprio due esponenti dell’associazione la professoressa Elisabetta Addis e la carpigiana Daniela De Pietri animeranno, fra le altre, il dibattito che seguirà alla proiezione.
Prendendo spunto dal video, si affronteranno i temi che oggi preoccupano le donne, la rappresentazione dei media che lede la dignità delle donne e nega la realtà, la crescente quantità di episodi di violenza di genere, il tasso di occupazione femminile (il più basso in Europa), le difficoltà del lavoro e della maternità, l’insufficienza del welfare, la precarietà delle conquiste.
Per informazioni sull’attività del Comitato modenese Se non ora quando?Adesso! si può scrivere a senonoraquandomo@gmail.com oppure sul blog nazionale
senonoraquando13febbraio2011.wordpress.com/.
Costituzione Day a Catania
Corteo fino all'Università
La manifestazione è in programma oggi a partire dalle 16. Si mobilita il mondo dell'associazionismo
di ROSA MARIA DI NATALE
L'appuntamento del "Costituzione day" a Catania è alle ore 16 di oggi alla villa Bellini: previsto un corteo fino a piazza Università. L'iniziativa è sostenuta da un cartello di associazioni, movimenti, partiti e sindacati, gli stessi della manifestazione "Se non ora quando". L'obiettivo è "la difesa del diritto all'istruzione e alla formazione, rimesso drammaticamente in discussione dai pesantissimi tagli di risorse effettuati dal governo Berlusconi nelle scuole e nelle università statali".
Catania ha perso, solo nell'ultimo anno, ben 1.280 tra docenti e ricercatori nell'ambito dell'istruzione pubblica. Nei prossimi cinque anni gli esuberi si moltiplicheranno. "Ma l'azione negativa del governo è evidente anche nei tagli al personale Ata e agli insegnanti di sostegno - spiega Katia Perna, del Coordinamento scuola pubblica - Si tornerà con il maestro unico, ma le classi scoppieranno di studenti, non meno di 35".
Al "Costituzione day" catanese partecipano i coordinamenti Difesa scuola pubblica statale e Precari scuola, il coordinamento unico d'ateneo, il Movimento studentesco. E ancora: Udu, Arci, Comitato per la costituzione, Libertà e giustizia, Lila, Studenti medi, Unione donne in Italia.
"Difendere la Costituzione significa difendere concretamente i diritti civili, politici e sociali di tutti i cittadini; significa accogliere quanti arrivano nel nostro paese spinti dalle guerre o dalla povertà - si legge nel volantino di presentazione dell'iniziativa - significa garantire a tutti gli strumenti per pensare e progettare un futuro, in cui nessuno debba barattare la propria dignità con la possibilità di realizzare le proprie aspirazioni".
(11 marzo 2011)Un milione in "piazza Italia" per la Carta
Roma canta l'inno e urla «E' viva la Costituzione»
GLI ITALIANI SCENDONO IN PIAZZA
E "ADOTTANO" LA COSTITUZIONE
Il racconto della piazza di Luciana Cimino
«Bisogna essere degni del popolo italiano», scriveva Sandro Pertini. E chi sa cosa avrebbero pensato oggi lui, Umberto Terracini e gli altri padri costituenti a vedere sfilare per le vie di Roma una moltitudine di persone con la Costituzione in mano. A brandirla per difenderla, dopo 63 anni dalla sua promulgazione e dopo che i diritti che vi sono in essa con chiarezza sanciti si credevano definitivamente acquisiti. E invece no, tocca tornare in piazza. E snoccialare uno per uno gli articoli, mandarli a memoria, come insegnamento morale ed etico per sè e per gli altri.
Un milione di persone nelle piazze d’Italia dicono gli organizzatori (Popolo Viola, da Articolo 21, Valigia blu e Libertà e giustizia) della giornata "A difesa della Costituzione". Nessuna bandiera di partito ma tanti tricolori, quello gigante, 60 metri, che apre il corteo capitolino e quelli che entusiasti vengono sventolati quando sul palco di piazza del Popolo si affaccia Roberto Vecchioni, con le sue canzoni che sono inni civili alla speranza. «Io festeggio i 150 dell’Unità d’Italia difendendo la Costituzione – dice Valentina, che indossa una bandiera italiana – e la festeggio rimanendo qui a lottare per questo paese, senza fuggire all’estero, una in più che fa capire a Berlusconi che aver avuto la maggioranza dei voti non significa aver trasformato i cittadini in sudditi». In moltissimi portano al collo cartelli sui quali hanno vergato gli articoli da “adottare”.
Lucia, impiegata di 51 anni ha adottato il 33 e il 34, sul diritto allo studio e la libertà d’insegnamento, «ma sono in pericolo anche i principi di uguaglianza e gli articoli che riguardano la giustizia, il governo sta calpestando tutto – dice – io credo che la Costituzione possa essere modificata ma non nei principi fondamentali e non da chi si compra i parlamentari». D’accordo Andrea, avvocato di 28 anni: «i principi fondamentali non si toccano; chi oggi propone di modificarla non ne ha la legittimazione morale». Lui difende l’art.3, “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge”, «il premier dice che con la sua riforma della giustizia tangentopoli non ci sarebbe mai stata, è aberrante».
Elisabetta, 38enne precaria, ha adottato invece il 9, sullo sviluppo della cultura e commenta che «sarebbe proprio un bel paese se questa splendida Costituzione venisse attuata appieno anziché continuamente picconata». Anche Fabio, studente di lettere di 24 anni, pensa «il Governo della Costituzione ne ha fatto carta straccia»: «L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro? I cittadini sono eguali davanti alla legge? La scuola pubblica è valorizzata?», domanda, e poi dice «proprio perché sono giovane non potevo stare zitto e sono venuto in piazza, fosse per me metterei le tende come hanno fatto i miei coetanei in Egitto».
Mario è un’insegnante, giura che in piazza ci sono anche tutti i suoi studenti, ai quali ha letto passi di Calamandrei. Porta al collo un cartello con scritto art.138, «perché è il punto più delicato dell’impianto costituzionale, colpire i magistrati è colpire uno dei poteri che Illuminismo, Risorgimento e Resistenza hanno creato a tutela dei cittadini». «Siamo qui - aggiunge – nella stessa piazza della manifestazione del 13 febbraio delle donne per dire che siamo cittadini sotto attacco e tutto questo si sintetizza difendendo la Costituzione». Franca, 56 anni, ha partecipato ad entrambe le manifestazioni e annuncia che prenderà parte anche alle prossime «la società è qua in piazza, mi auguro che l’opposizione riesca a cogliere questo vento che soffia»...
E "ADOTTANO" LA COSTITUZIONE
Il racconto della piazza di Luciana Cimino
«Bisogna essere degni del popolo italiano», scriveva Sandro Pertini. E chi sa cosa avrebbero pensato oggi lui, Umberto Terracini e gli altri padri costituenti a vedere sfilare per le vie di Roma una moltitudine di persone con la Costituzione in mano. A brandirla per difenderla, dopo 63 anni dalla sua promulgazione e dopo che i diritti che vi sono in essa con chiarezza sanciti si credevano definitivamente acquisiti. E invece no, tocca tornare in piazza. E snoccialare uno per uno gli articoli, mandarli a memoria, come insegnamento morale ed etico per sè e per gli altri.
Un milione di persone nelle piazze d’Italia dicono gli organizzatori (Popolo Viola, da Articolo 21, Valigia blu e Libertà e giustizia) della giornata "A difesa della Costituzione". Nessuna bandiera di partito ma tanti tricolori, quello gigante, 60 metri, che apre il corteo capitolino e quelli che entusiasti vengono sventolati quando sul palco di piazza del Popolo si affaccia Roberto Vecchioni, con le sue canzoni che sono inni civili alla speranza. «Io festeggio i 150 dell’Unità d’Italia difendendo la Costituzione – dice Valentina, che indossa una bandiera italiana – e la festeggio rimanendo qui a lottare per questo paese, senza fuggire all’estero, una in più che fa capire a Berlusconi che aver avuto la maggioranza dei voti non significa aver trasformato i cittadini in sudditi». In moltissimi portano al collo cartelli sui quali hanno vergato gli articoli da “adottare”.
Lucia, impiegata di 51 anni ha adottato il 33 e il 34, sul diritto allo studio e la libertà d’insegnamento, «ma sono in pericolo anche i principi di uguaglianza e gli articoli che riguardano la giustizia, il governo sta calpestando tutto – dice – io credo che la Costituzione possa essere modificata ma non nei principi fondamentali e non da chi si compra i parlamentari». D’accordo Andrea, avvocato di 28 anni: «i principi fondamentali non si toccano; chi oggi propone di modificarla non ne ha la legittimazione morale». Lui difende l’art.3, “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge”, «il premier dice che con la sua riforma della giustizia tangentopoli non ci sarebbe mai stata, è aberrante».
Elisabetta, 38enne precaria, ha adottato invece il 9, sullo sviluppo della cultura e commenta che «sarebbe proprio un bel paese se questa splendida Costituzione venisse attuata appieno anziché continuamente picconata». Anche Fabio, studente di lettere di 24 anni, pensa «il Governo della Costituzione ne ha fatto carta straccia»: «L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro? I cittadini sono eguali davanti alla legge? La scuola pubblica è valorizzata?», domanda, e poi dice «proprio perché sono giovane non potevo stare zitto e sono venuto in piazza, fosse per me metterei le tende come hanno fatto i miei coetanei in Egitto».
Mario è un’insegnante, giura che in piazza ci sono anche tutti i suoi studenti, ai quali ha letto passi di Calamandrei. Porta al collo un cartello con scritto art.138, «perché è il punto più delicato dell’impianto costituzionale, colpire i magistrati è colpire uno dei poteri che Illuminismo, Risorgimento e Resistenza hanno creato a tutela dei cittadini». «Siamo qui - aggiunge – nella stessa piazza della manifestazione del 13 febbraio delle donne per dire che siamo cittadini sotto attacco e tutto questo si sintetizza difendendo la Costituzione». Franca, 56 anni, ha partecipato ad entrambe le manifestazioni e annuncia che prenderà parte anche alle prossime «la società è qua in piazza, mi auguro che l’opposizione riesca a cogliere questo vento che soffia»...
LA DIRETTA DELLA GIORNATA
LE CIFRE DELLE QUESTURE: IN 43MILA
A MANIFESTAZIONI VARIE CITTA'Sono state quarantatremila - secondo i dati delle questure - le persone che hanno partecipato oggi in varie città italiane alla mobilitazione nazionale a difesa della Costituzione e della scuola pubblica. La manifestazione principale è stata organizzata a Roma con un corteo che è partito da piazza della Repubblica per arrivare fino a Piazza del Popolo, con la partecipazione di circa venticinquemila persone, sempre secondo i dati della questura. A Bologna hanno partecipato in cinquemila alla manifestazione con corteo; una cifra analoga si è contata a Firenze; numeri minori si sono avuti a Padova (duemila persone), Vicenza (duemila persone) e Reggio Emilia (mille persone).
ROMA INTONA L'INNO DI MAMELI
E ALZA LA COSTITUZIONESi è chiusa con l'inno di Mameli la manifestazione di piazza del Popolo a Roma. La folla ha intonato 'Fratelli d'Italia' e sventolato la Costituzione e i tricolori. In coro è stato recitato lo slogan simbolo della manifestazione, scritto sullo striscione di apertura del corteo di Roma da piazza della Repubblica a piazza del Popolo e sfondo per ogni palco dove si è manifestato oggi: «È viva la Costituzione».
DAL PALCO DI ROMA L'ANNUNCIO
DI UNO SCIOPERO GENERALE DELLA CULTURA«Entro fine mese abbiamo organizzato uno sciopero generale della Cultura». Lo ha annunciato il presidente del sindacato degli attori, Giulio Scarpati, durante il suo intervento sul palco del C-Day, manifestazione indetta oggi a Roma in difesa della Costituzione. «Centinaia di migliaia di persone che indegnamente rappresento sono a spasso - ha aggiunto - la Rai gira fiction all'estero con i soldi pubblici. Chi ci governa preferisce avere sudditi e non cittadini, al massimo consumatori».
«SIAMO UN MILIONE IN PIAZZE ITALIA»
«Abbiamo fatto un stima e possiamo dire di essere un milione di manifestanti ad essere scesi nelle piazze oggi comprese anche quelle delle città estere, in difesa della nostra Costituzione». Questo l'annuncio dato pochi minuti fa dal palco del C-day allestito a Piazza del Popolo a Roma.
ROMA, CORTEO PRO-LIBIA IN PIAZZA DEL POPOLO
Bandiere della Libia in mano e in silenzio. Così è arrivato a Piazza del Popolo, dove si sta svolgendo il C-day in difesa della Costituzione italiana, il corteo dei manifestanti libici partito da piazza Ss. Apostoli. «Basta al massacro», «Via Gheddafi»: questi gli slogan gridati dalle diverse decine di libici presenti in piazza.
A PADOVA FLASH MOB 'COSTITUZIONALE'
Quasi 2000 persone hanno sfilato in corteo a Padova in una manifestazione promossa da una quarantina di sigle di rappresentanza del mondo sindacale e sociale. Gli studenti medi intorno allo storico caffè Pedrocchi, fulcro nel '48 dei moti rivoluzionari padovani, hanno dato vita ad un flash mob in cui hanno letto gli articoli fondamentali della Carta, oltre a quelli sui principi in difesa della scuola pubblica. I giovani hanno distribuito ai passanti 200 copie della Costituzione. Poi, dopo un sit-in, davanti alla Prefettura, è partito il corteo tricolore lungo il centro storico. Un gruppo di giovani dei Centri sociali ha lanciato scarpe usate contro il portone del Palazzo del Bo, sede dell'Università.
CALABRIA IN PIAZZA PER LA CARTA
Alcune decine di cittadini nella centrale piazza Prefettura del capoluogo calabrese, tra bandiere tricolori e con il gonfalone dell'Anpi, uomini e donne, giovani e anziani, hanno esposto e indossato cartelli con il testo degli articoli della carta fondamentale dello Stato evidenziando la necessità di «difenderla - hanno spiegato - dai continui attacchi che le vengono rivolti, ribadendo la necessità della certezza del diritto». Anche a Reggio Calabria, in piazza Camagna, l'Anpi ha chiamato a raccolta i cittadini a difesa della Costituzione. Tante le adesioni di singoli e rappresentanti di associazioni cittadine.
ARTICOLO 21: «NO A DIVISIONI, STARE UNITI»
«È giunto il momento di stare tutti insieme, non è il momento di divisioni e politiche inutili. Dobbiamo essere uniti fin quando non saranno allontanati i nemici della Costituzione». Lo ha detto il portavoce di Articolo 21, Beppe Giulietti, durante il suo intervento dal palco del C-day, manifestazione in difesa della Costituzione. «Se ci sono persone di una destra non berlusconiana che sono d'accordo con noi ben vengano - ha aggiunto - attorno alla Costituzione non c'è bisogno di fili spinati».
SASSARI, IN 500 PER LA COSTITUZIONE
In piazza d'Italia si sono radunati sotto il palco uomini e donne, molti dei quali sventolavano una bandiera tricolore. Su uno degli striscioni appesi dagli organizzatori, tra i quali l'anima sassarese di «Se non ora, quando?», si leggeva «Più donne, più dignità, più democrazia». Tra gli interventi quello dell'ex sindaco di Sassari Anna Sanna, unica prima cittadina nella storia della città, e l'attore Sante Mauriz che ha letto una lettera dello scrittore Salvatore Mannuzzu. Altri partecipanti, tra cui molte giovanissime, hanno letto alcuni articoli della carta costituzionale.
STUDENTI "SAPIENZA" BLOCCANO TRAFFICO
Il corteo di studenti della Sapienza sta bloccando il Lungotevere a Roma in direzione di piazza Bocca della Verità. Dopo aver superato piazza del Popolo contestando i migliaia di manifestanti che erano nella piazza per l'iniziativa in difesa della Costituzione e della scuola pubblica, gli universitari hanno bloccato il traffico sul Lungotevere sfilando davanti al Palazzaccio.
FISCHI PER VIDEOMESSAGGIO BERLUSCONI
Alla notizia, data dal palco del C-day dal portavoce di Articolo 21, Beppe Giulietti, dell'arrivo di un nuovo videomessaggio del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, le migliaia di manifestanti che sono a Piazza del Popolo hanno fischiato per alcuni minuti.
VECCHIONI: «LA SCUOLA E' LA COSA
PIU' IMPORTANTE PER UNA PERSONA»
«La scuola è la cosa più importante e meravigliosa nella vita di una persona, quella dove si formano le amicizie, la cultura e la propria idea sul domani». Lo ha detto il cantautore (e insegnante) Roberto Vecchioni parlando dal palco del Costituzione day a Piazza del Popolo a Roma. «Questo lo si deve ai migliaia di insegnanti sottopagati e meravigliosi. So quanto prendono, lo so dalla mia pensione...», ha aggiunto Vecchioni. «Le due categorie che io ho amato sempre e che continuo ad amare - ha concluso - sono gli operai e gli studenti e sono le protagoniste meravigliose della società italiana purtroppo continuamente sottovalutate».
TORINO, ORCHESTRA REGIO
SUONA INNO DI MAMELI
In difesa della Costituzione è scesa in piazza anche l'Orchestra del Teatro Regio, che ha suonato l'inno di Mameli per i circa duemila manifestanti radunatisi nella centrale piazza Castello. L'orchestra ha eseguito l'inno all'aperto, prima di recarsi alle prove dei Vespri Siciliani di Giuseppe Verdi, opera alla quale venerdì sera assisterà a Torino il capo dello Stato Giorgio Napolitano, in occasione delle celebrazioni dei 150 anni dell'unità d'Italia.
FNSI: «ATTACCHI ALL'INFORMAZIONE OGNI GIORNO»
«In piazza oggi c'è l'Italia, non c'è una categoria. Noi siamo qui perchè l'articolo 21 non è il più importante della Costituzione ma all'informazione stanno arrivando ogni giorno attacchi: il primo aprile c'è il rischio che Berlusconi possa comprare il Corriere della Sera. Hanno tirato fuori dal cassetto la legge contro le intercettazioni. Dobbiamo difendere il diritto della gente a sapere». Lo ha detto il presidente dell'Federazione nazionale stampa italiana (Fnsi), Roberto Natale, a margine della manifestazione indetta in difesa della Costituzione, in corso a Roma.
ROMA, STUDENDI GRIDANO: «BUFFONI»
Al grido di «buffoni» e «giù la maschera» il corteo di studenti partito dalla Sapienza è arrivato in piazza del Popolo a Roma, dove si sta svolgendo la manifestazione in difesa della Costituzione. Gli studenti, che contestano l'iniziativa perchè a loro dire molti esponenti sul palco non hanno difeso la scuola e l'università, hanno sfilato ai bordi della piazza accendendo fumogeni e intonando slogan come «Università pubblica» e «Non ci rappresenta nessuno». Dopo aver attraversato la piazza, gli universitari si sono diretti verso il Lungotevere.
MILANO, DARIO FO: «ABBIAMO PREMIER SCEMO»
Processi, giustizia, bunga bunga e anche il vistoso cerotto che il presidente del Consiglio è costretto a portare dopo il recente intervento maxillo facciale. È uno show a tutto campo quello che il premio Nobel, Dario Fo, ha tenuto a Milano in occasione del C-day in una piazza gremita da migliaia di persone. «Forse l'hanno operato dal di fuori - ha ironizzato Fo sul cerotto del premier - perché lui non apre bocca, specie nei processi». «Una volta - ha proseguito - le leggi ad personam non esistevano, la legge era uguale per tutti». Secondo Fo «dire ora che la legge è uguale per tutti sembra una battuta: ci considerano degli imbecilli ma stiamo imparando a reagire». Non sono mancati i riferimenti al caso Ruby. Fo ha ricordato che il premier ha ammesso di aver telefonato «perché quella ragazza ci potrebbe procurare grane internazionali». «Dice una cosa - ha proseguito - che solo uno scemo può dire». «Abbiamo - ha concluso - un presidente del Consiglio scemo». Dario Fo nel corso del suo intervento dal palco a Milano, non ha risparmiato stoccate neppure all'opposizione: «Come facciamo a tenercelo?», ha detto riferendosi al premier. «Non è che c'è anche responsabilità della sinistra? La responsabilità della sinistra - ha detto - è enorme».
DI PIETRO: «DALLE PIAZZE
RISCOSSA SOCIETA' CIVILE»
«L`Idv partecipa al C-Day per difendere la Costituzione e la democrazia. Infatti oggi tutti i nostri parlamentari e i nostri iscritti sono scesi in piazza: io a Napoli, dove nell`occasione ho presentato la candidatura a sindaco di Luigi De Magistris. Leoluca Orlando, Pancho Pardi, Stefano Pedica ed altri a Roma. Mentre Fabio Evangelisti e gli assessori toscani a Firenze. E` una giornata di festa e di riscossa della società civile, dei cittadini onesti e stanchi di subire le scelte autoreferenziali del Governo».
PALERMO, I MANIFESTANTI:
«IL GOVERNO CI HA DIMENTICATO»
Circa 500 le persone si sono ritrovate davanti al teatro Massimo di Palermo per partecipare alla manifestazione C-day. I manifestanti, che protestano in difesa della Carta costituzionale e contro il governo Berlusconi, hanno steso davanti alla scalinata del teatro una grande bandiera Tricolore ed esposto cartelli con slogan contro il premier. «Siamo in piazza oggi per manifestare il nostro disappunto nei confronti di un governo che si è dimenticato di noi - afferma uno degli organizzatori regionali della manifestazione -. Si parla tanto in questo periodo di riforma della giustizia, ma quello che sarebbe più utile sarebbe più che altro una controriforma».
ROMA, INGROIA: «QUESTA PIAZZA
CONTRO RIFORMA GIUSTIZIA»
«Il fatto che in piazza ci siano tanti italiani dimostra che avete capito che la cosiddetta riforma della giustizia in realtà è una controriforma». Così il Procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia, dal palco della manifestazione in difesa della Costituzione in corso a piazza del Popolo, a Roma. «Questa controriforma non è soltanto una ritorsione contro la magistratura, ma c'è in gioco una posta molto più grande - ha detto Ingroia -. Se dovesse passare avremmo uno stato di diritto azzoppato, sfigurato nei suoi principi fondamentali così come disegnati dai padri costituenti. Ciò che è veramente in gioco è l'uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge - ha concluso -, che non sarebbe garantita nel momento in cui il potere giudiziario venisse schiacciato da quello politico».
BARI, VENDOLA: «DIFENDIAMO
L'ARCHITETTURA DEMOCRATICA»
«La nostra costituzione è giovane è figlia di una delle più straordinarie vicende di lotta di popolo. È stata scritta con il sangue di una generazione di italiani che hanno saputo ribellarsi all'occupazione fascista e nazista». Lo ha detto il leader di Sinistra ecologia e libertà Nichi Vendola commentando da Bari, in diretta su Rainew 24, la manifestazione che si sta svolgendo in tutta Italia in difesa della Costituzione e della scuola pubblica. «Oggi - ha detto Vendola - c'è assoluto bisogno di difendere la carta costituzionale, c'è bisogno di difendere un'architettura democratica che è il prodotto più maturo delle rivoluzioni, della modernità, della coscienza democratica dei nostri e delle nostre madri».
GENOVA, PANINI CON DENTRO POESIE
Cantando l'inno d'Italia e distribuendo panini con dentro poesie al posto del prosciutto, centinaia di persone sono scese in piazza oggi pomeriggio a Genova per mobilitazione organizzata da Articolo 21 e Libertà e Giustizia per difendere la Costituzione e la scuola pubblica. «La scuola pubblica è un ascensore sociale, la scuola privata conserva i privilegi» era scritto su un cartello. «Bella, sana, robusta Costituzione, senza bisogno di trapianti e di lifting», «Io non inculco, educo», «Si scrive scuola pubblica, si legge democrazia» e «La cultura non si mangia, ma fa crescere» si leggeva su altri manifesti alzati al cielo dei manifestanti. Mentre al megafono è stato letto in pubblico il discorso di Piero Calamandrei nel 1950 a difesa della scuola pubblica, sono state distribuite barchette di carta con scritto «Viva la scuola pubblica».
ROMA, GIORNALISTA LIBICO: «FAREMO
RESISTENZA COME VOI»
«Faremo la Resistenza come voi avete fatto 60 anni fa. Da 42 anni non c'è una costituzione in Libia, ma una dittatura». Lo ha detto il giornalista libico Farid Adly durante il suo intervento a piazza del Popolo sul palco del C-day. «Non è possibile scendere in piazza (in Libia) - ha aggiunto - ho amici che hanno passato la vita in carcere solo perchè hanno criticato il governo con un articolo. Aiutateci a difendere la nostra gente e non fate distruggere la vostra Costituzione».
ROMA, L'ASSOCIAZIONE
MAGISTRATI: SIAMO CON VOI
Adesione e solidarietà dell' Anm alle manifestazioni per il 'Costituzione day'. «Aderisco e sono vicino alla vostra iniziativa condividendone le finalità volte a tutelare i principi contenuti nella nostra carta costituzionale. L'Associazione nazionale magistrati - è scritto nel testo inviato dal Presidente dell' Anm Luca Palamara, letto dal palco di piazza del Popolo- si riconosce in questi principi ed è oggi più che mai impegnata a difendere nell'interesse della collettività, e cioè di tutti voi, l'autonomia e l'indipendenza della magistratura».
FIRENZE, 8MILA IN PZA DELLA SIGNORIA
Piazza della Signoria invasa da oltre 8mila manifestanti (secondo gli organizzatori), bandiere tricolori, grandi cartelli con la scritta «Mi piace la scuola pubblica» e una schiera di persone a formare un enorme slogan umano, una lettera per ogni manifestante, con la scritta «Noi in piazza, governo a casa». A scandire il ritmo del corteo le pentole del cacerolazo.
ROMA, ARTICOLI DELLA CARTA LETTI SUL PALCO
Una piazza che canta insieme al coro diretto da Marcello Bufalini il 'Và pensiero' di Verdi e gli articoli della Costituzione italiana letti dal palco allestito in piazza del Popolo, piena di gente che sventola tricolori.
MESTRE, GINO STRADA: «LA COSTITUZIONE E' STATA STUPRATA...»
Il fondatore di Emergency, Gino Strada, è intervenuto questo pomeriggio a Mestre insieme con altre 400 persone circa alla manifestazione in difesa della Carta Costituzionale. «La Costituzione - ha detto Strada - è stata stuprata, umiliata, vilipesa da tutta la classe politica italiana. Trovo perfino indegno che i partiti si presentino in piazza oggi per difenderla, dopo che hanno votato a favore della guerra, del prevalere del privato sul pubblico». «L'unico modo - ha concluso - è che i cittadini riprendano ad organizzarsi autonomamente, riscrivendo le regole del vivere civile».
FIORELLA MANNOIA: «L'ILLEGALITA' IN ITALIA E' DILAGANTE»
«La gente va in piazza perchè l'illegalità in Italia è dilagante». Così la cantante Fiorella Mannoia durante il C-day organizzato in difesa della Costituzione. «Ogni volta che c'è una manifestazione le si dà un titolo - ha aggiunto - ma oggi è più ampia. È per la legalità, per la Costituzione, per la scuola, per le pari opportunità, per contrastare la volgarità e perchè siamo stanchi». «Siamo stati zitti per troppo tempo - ha concluso Mannoia - è ora che la gente si faccia sentire».
AOSTA, IN CENTO DAVANTI MONUMENTO RESISTENZA
Più di un centinaio davanti al monumento dedicato ai caduti della Resistenza per la manifestazione in difesa della Costituzione promossa dall'Anpi. Tra i partecipanti erano presenti i segretari del Pd Valle d'Aosta, Raimondo Donzel e della Federazione della sinistra valdostana, Francesco Lucat. Numerose le bandiere tricolori indossate o portate dai partecipati. Durante la breve cerimonia, in cui è stato cantato l'Inno di Mameli e 'Bella ciao' e sono stati letti articoli della Costituzione italiana, è intervenuto Cesare Dujany, ex presidente della Regione autonoma Valle d'Aosta, ora presidente dell'Istituto storico della resistenza regionale.
ROMA, STUDENTI SFIDANO LA POLIZIA E CAMBIANO PERCORSO CORTEO
Gli universitari della Sapienza dopo aver attraversato viale Trinità dei Monti si sono staccati dagli altri manifestanti deviando verso via di San Sebastianello per raggiungere piazza di Spagna. Di fronte a loro, a una ventina di metri, ci sono dei blindati della Guardia di Finanza e un cordone di agenti che sbarra la strada.
FIRENZE, INNO DI MAMELI E BELLA CIAO
Tricolori sulle note dell'Inno di Mameli e bandiere rosse con falce e martello, sulle note di Bella ciao. Sono oltre cinquemila, per la questura, molti di più per gli organizzatori, i manifestanti che sfilano per il centro di Firenze a difesa della Costituzione. Ad aprire il corteo quattro bimbi. Dietro di loro si intonano cori 'dimettiti'. A lettere cubitali in piazza della Signora, un gruppo di manifestanti con al collo il cartello 'noi in piazza: governo a casa'. Molte persone hanno in mano una copia della Costituzione. Inoltre, striscioni con la scritta 'mi piace la scuola pubblica'. Il corteo si chiude davanti alla basilica di Santa Croce con un lungo applauso.
MILANO, MIGLIAIA DI PERSONE IN PIAZZA
Oltre un migliaio di persone in Largo Cairoli a Milano, in occasione della giornata a difesa della Costituzione. A presentare la manifestazione Piero Ricca, divenuto noto per aver dato del 'puffone' al premier in tribunale a Milano.Tra la folla, molta goliardia in stile Carnevale: spiccano una donna vestita con una divisa da carcerato e una maschera di Berlusconi ed alcune signore con il tricolore indossato a mo' di copricapo. Poco fa è arrivato sotto il palco Dario Fo accolto da numerosi applausi.
IN PIAZZA MINUTO SILENZIO PER VITTIME TERREMOTO GIAPPONE
Solidarietà al popolo giapponese con un minuto di silenzio per ricordare le vittime del terremoto è arrivata da piazza del Popolo dove è in corso la manifestazione del «C day».
PIAZZA INTONA 'VA PENSIERO' E ASCOLTA COSTITUZIONE = La folla di piazza del Popolo, riunita per manifestare in difesa della Costituzione, ha intonato il 'Va pensierò di Verdi. Dal palco è stato letto poi il primo articolo della Costituzione, tra gli applausi della folla. Piazza del Popolo è strapiena, quando ancora deve arrivare la coda del corteo che, tra uno sventolare di bandiere tricolore, sta scendendo dal Pincio.
FINOCCHIARO, DOPO LUNGA APATIA MA ITALIA DESTA
«È un fatto straordinariamente positivo che dopo lunghi mesi di apatia l'Italia s'è desta». Così la presidente dei senatori del Pd, Anna Finocchiaro, ai piedi del palco della manifestazione a difesa della Costituzione, in corso a Roma. A chi le domanda se il Pd si senta scavalcato dalle numerose piazze della società civile, Finocchiaro risponde: «Abbiamo iniziato noi l'11 dicembre, ma piuttosto che scavalcati siamo felici che fuori dai partiti e dai sindacati, il popolo italiano scenda in piazza».
CORTEO A PIAZZA DEL POPOLO
L'enorme bandiera italiana è giunta a piazza del Popolo così come il corteo di manifestanti che in occasione del C Day ha sfilato da piazza della Repubblica. Migliaia le persone presenti in piazza. A breve dovrebbero iniziare gli interventi dal palco allestito in piazza del Popolo. I manifestanti sono stati accolti dalle note di «Viva l'Italia» mentre gli organizzatori li hanno salutati: «Ben arrivati amici della Costituzione». I manifestanti tengono in mano la Costituzione italiana. In molti hanno realizzato striscioni e cartelloni e e si preparano a trascorrere un lungo pomeriggio «difendendo la carta costituzionale».
TORINO, CORISTA REGIO
SCOPPIA IN LACRIME CANTANDO INNO
È scoppiata in lacrime mentre cantava l'inno di Mameli. Cristiana Cordero, soprano dell'orchestra del Teatro Regio di Torino, non ha saputo trattenere l'emozione quando le migliaia di persone in piazza Castello accorse per la manifestazione in difesa della Costituzione si sono unite al coro dei musicisti. «Piango per la mia patria - ha detto al termine dell'esecuzione - perchè non posso concepire che venga distrutto il patrimonio culturale del nostro Paese, e da anni è ormai in corso un vero e proprio attentato alla cultura».
CORTEO STUDENTI CONFLUISCE
IN MANIFESTAZIONE PRO COSTITUZIONE
Il corteo degli studenti ha raggiunto a via Barberini quello dei C Day partita da piuazza della Repubblica. Lo spezzone degli studenti in coda al corteo principale, dove spiccano tricolori e striscioni sulla Costituzione, sta intonando canti come «Figli della stessa rabbia». Una netta differenza caratterizza quello che ormai è diventato un'unica manifestazione, ma con 'animè diverse. Al momento la situazione è tranquilla.
CORTEO CANTA INNO
NAZIONALE E 'BELLA CIAO'
I manifestanti che stanno partecipando al corteo in difesa della Costituzione a Roma, una volta imboccata via Sistina, hanno iniziato a cantare l'Inno di Mameli. Una volta terminato è seguito un fragoroso applauso ed altri manifestanti hanno iniziato ad intonare le note di 'Bella ciao'.
FASSINO, NECESSARIO
RIAFFERMARE PRINCIPI LEGALITÀ
«Viviamo in tempi nei quali nulla è scontato. Al contrario riaffermare principi di legalità, di democrazia, di rispetto della dignità delle persone è oggi tanto più necessario di fronte ad una destra che non conosce limiti nel destrutturare e nel delegittimare i valori dell'antifascismo e della Costituzione e le Istituzioni della Repubblica».
BERSANI: RIFORMA È SOLO
SASSO MEDIATICO PER PREMIER
La riforma costituzionale della giustizia è solo un espediente mediatico del presidente del Consiglio per risolvere i suoi problemi politici, difficilmente arriverà in porto. Quello che servirebbe agli italiani è una giustizia civile più rapida, su questo il Pd sarebbe disponibile a discutere.
BERSANI IN PIAZZA: SFILA
CORTEO PER ALTERNATIVA
«Non è una piazza contro, è una piazza per un'alternativa». Così il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, descrive la manifestazione a difesa della Costituzione a Roma alla quale partecipa insieme ad altri esponenti del suo partito. «Non c'è un animo contro, è una piazza per una Italia diversa - spiega Bersani -. C'è un grande movimento nel Paese e i partiti, in particolare il nostro, devono affiancarlo, dargli la mano. Politica e società civile insieme per una strada di speranza e di ricostruzione». Quanto al premier il segretario del Pd ribadisce: «Berlusconi si avvinghia su se stesso, resiste, ha grinta, ma noi abbiamo più grinta e più tenuta di lui».
PUGLISI: IN PIAZZA PER
UNA SCUOLA PIÙ LIBERA
«Difendere la Costituzione e la scuola pubblica è, in realtà, la medesima battaglia. La Costituzione contiene l'idea di una società dove il cittadino non è suddito, ma portatore di diritti e di doveri che ne fanno il protagonista della vita civile e democratica, e dove le opportunità e il merito non sono legati alla prostituzione del corpo e della mente, ma si conquistano con lo studio, il lavoro, l'impegno e il sacrificio» afferma Francesca Puglisi, responsabile Scuola del Pd.
P.VIOLA, POLITICI REGGANO
TRICOLORE A CORTEO
«Chiediamo ai politici di aiutarci a portare il Tricolore che sta guidando questo corteo verso piazza del Popolo. Sarà un segnale per il paese». Lo ha detto Gianfranco Mascia del Popolo Viola durante la manifestazione che si sta tenendo a Roma in difesa della Costituzione italiana. «Oggi è una festa - ha aggiunto - deve essere una giornata per unire e non per dividere».
ROMA;PARTITO CORTEO
DIETRO MAXIBANDIERA ITALIA
È partito dietro una 'bandieronà dell'Italia lunga 60 metri il corteo della manifestazione organizzata oggi a Roma a difesa della Costituzione. Sono migliaia i manifestanti che inseguono la bandiera, chi gridando viva l'Italia, chi sventolando tricolori; il corteo sta ora percorrendo via Barberini dopo essere arrivato in piazza Barberini si snoderà lungo via del Tritone, via Sistina, sino ad arrivare al Pincio e poi a piazza del Popolo, dove è stato allestito un palco per gli interventi.
300 A TRIESTE CON ELEMETTI E TRICOLORE
Circa trecento persone sono scese in piazza stamani a Trieste a difesa della Costituzione e per proteggere la scuola pubblica, con tanto di elmetti bianchi «di salvaguardia». In piazza dell'Unità d'Italia, ai piedi della Prefettura, si sono riuniti studenti e cittadini di ogni età con il Tricolore, o bandiere gialle, divenute il simbolo dell'istruzione pubblica nelle recenti manifestazioni. Hanno quindi alternato piccoli comizi alla lettura di alcuni articoli della Costituzione.
DI PIETRO, PRIMO IMPEGNO VERSO REFERENDUM
Non una «manifestazione fine a se stessa», ma il «primo impegno concreto della società civile in vista del referendum sul legittimo impedimento». A parlare è Antonio Di Pietro, leader del'Idv, in merito al Costituzione Day, affermando che il suo partito «partecipa con impegno alla manifestazione in tutte le città in cui si svolge».
ASCOLI, DONNE IN PIAZZA PER DIRITTI E LAVORO
Alcune centinaia di persone sono scese in piazza anche ad Ascoli per manifestare per «la difesa della Costituzione e della scuola pubblica». L'iniziativa, promossa dal comitato «Se non ora quando?», con tantissime bandiere tricolori e coccarde a fare da scenografia all'evento, ha visto la partecipazione di numerose donne, oltre a sindacalisti, esponenti politici e molti lavoratori precari - oltre che disoccupati - di tutti gli ambiti, dai servizi all'industria, dall'università alla mondo della scuola.
SCUOLA: FIORONI, GOVERNO SOFFOCA IL FUTURO
«Le scuole pubbliche rappresentano l'ossigeno per ogni Paese moderno, civile che guarda al futuro e investe nei giovani. Questo governo, ha scelto di mettere le mani al collo delle nuove generazioni, di soffocare la scuola, anche le paritarie, con una visione medioevale di comunità, al contrario di quanto hanno fatto altre grandi nazioni». Lo ha detto il responsabile del Welfare del Pd, Giuseppe Fioroni nel corso di una manifestazione a difesa della scuola in corso a Bergamo.
BINDI: RISCATTIAMO DIGNITÀ DI NOSTRA DEMOCRAZIA
La mobilitazione di oggi in 100 piazze d'Italia «in difesa della Costituzione» è «un altro momento significativo di partecipazione civica e popolare», che ha l'obiettivo di «riscattare la dignità della nostra democrazia». Lo ha sottolineato in una nota la presidente del Pd Rosy Bindi, facendo sapere di non poter partecipare alla manifestazione di Roma come aveva programmato: «Me ne dispiace moltissimo».
PIAZZA DOPO PIAZZA, LA MAPPA DELLA FESTA
In testa, un gigantesco tricolore di 200 metri quadri, da tendere insieme allo striscione «La Costituzione è viva» e poi via, attraverso il centro della Capitale, con la Carta alla mano.
Oggi per il C-day, la mobilitazione nazionale organizzata a difesa della Costituzione e della scuola pubblica, l’evento clou che si svolgerà a Roma si annuncia così. Con il corteo che partirà dalle 14 da piazza della Repubblica per arrivare alla grande festa di piazza del Popolo, dove, tra tante testimonianze, a cominciare da quelle del mondo della scuola, si alterneranno sul palco costituzionalisti, attori - da Ottavia Piccolo a Monica Guerritore e Ascanio Celestini - e musicisti, da Roberto Vecchioni e Daniele Silvestri fino all’orchestra che eseguirà il Dies Irae di Mozart e il Va’ pensiero di Verdi. Ma la mobilitazione (tutte le info su www.cday.it) non si ferma a Roma: sono cento le piazze di tutta Italia che si animeranno fra tricolori sventolanti, sit-in, reading degli articoli della Costituzione e flash-mob, da Trieste a Palermo.
A Milano - appuntamento alle 15.30 a Largo Cairoli - parteciperanno anche Dario Fo e Franca Rame, Vincenzo Consolo e Nando Dalla Chiesa. A Udine, invece, il Pdregalerà ai cittadini mille copie della Costituzione, mentre a Fano (Pesaro) saranno distribuiti segnalibri con gli articoli della Carta che non vengono rispettati. E attraverso il tam tam di facebook presìdi e appuntamenti sono stati organizzati anche all’estero, da Londra ad Amsterdam, Siviglia, Parigi, Praga, Bruxelles, Edimburgo, Madrid.
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a unisciti@unita.it.
GLI ARTICOLI DELLA COSTITUZIONE
SULLE MAGLIETTE FIRMATE UNITA'
Oggi alla partenza del corteo di Roma, in Piazza Esedra, e ai numerosi banchetti dell'Unità in Piazza del Popolo, ci sarà una sorpresa dedicata alla Costituzione. Saranno in vendita a 5 euro (più una copia del giornale), le magliette realizzate dal giornale diretto da Concita De Gregorio con stampati gli articoli più significativi della Carta.
Dal meraviglioso articolo 3 dedicato all'uguaglianza al simbolico articolo 1, dal 34 dedicato alla scuola per tutti all'articolo 21 che difende la libertà d'informazione. Magliette in cui figura il testo dell'articolo e sulle spalle il suo numero, il tutto suggellato dal logo dell'Unità, da un bello scudetto tricolore e dalla scritta: “Io sto con la Costituzione”. Oltre alle magliette saranno distribuiti gratuitamente gli adesivi dell'Unità dedicati alla scuola con i tanti e fantasiosi slogan mandati dai nostri lettori.
GUARDA LE IMMAGINI
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GLI OSPITI SUL PALCO
Sul palco della manifestazione dedicata alla Costituzione organizzata per sabato 12 marzo alle 14 a Roma, saliranno artisti, costituzionalisti, attori e musicisti. Da Ottavia Piccolo a Monica Guerritore, da Ascanio Celestini alla grande orchestra che intonerà, insieme ad un coro di centinaia di persone, il Dies Irae di Mozart ed il Va pensiero di Verdi dal Nabucco.
Poi Roberto Vecchioni, un genitore della scuola di Adro, rappresentanze del popolo libico, Roberto Natale, il costituzionalista Alessandro Pace, il mondo della scuola con Sofia Sabatino portavoce della Rete degli Studenti, poi Francesco Baccini, Daniele Silvestri e tanti altri ancora, compresa un'orchestra del tutto straordinaria composta da elementi provenienti da tutto il mondo.
Aprirà il corteo un gigantesco tricolore di 200 metri quadrati ed uno striscione che dirà che la Costituzione è viva. A condurre il palco Santo della Volpe insieme ad altre giornaliste e giornalisti. La manifestazione investirà 80 e più piazze in Italia, tra cui quella di Milano con Dario Fo e Franca Rame, Vincenzo Consolo e Nando Dalla Chiesa. Ma presidi anche in tutto il mondo: da New York a Londra, da Barcellona a Praga, da Edimburgo a Madrid.
Il Comitato a Difesa della Costituzione, che mette insieme oltre 100 sigle tra partiti, movimenti e associazioni, ha presentato il programma ed ha lanciato una sfida agli italiani che amano la Costituzione. «Paghiamoci noi la manifestazione - ha spiegato Gianfranco Mascia del Popolo Viola - per questo abbiamo lanciato la campagna 60 ore per la Costituzione in cui si proverà a raggiungere l'obiettivo dei 60mila euro necessari per pagare palco e tutto ciò che serve all'allestimento».
Il corteo, invece, partirà alle 14 da piazza della Repubblica, tutti muniti di un tricolore (bandiera o coccarda) e di una copia della Costituzione italiana. Tanti gli esponenti politici che hanno aderito all'iniziativa, da Pierluigi Bersani a Nichi Vedola, passando per parlamentari, non solo di sinistra, come Angela Napoli e Fabio Granata di Fli, Bruno Tabacci, Pino Pisicchio di ApI.
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LA SOTTOSCRIZIONE
«60 ore per la Costituzione». È il nome della sottoscrizione lanciata dagli organizzatori del C-Day di sabato prossimo per raccogliere fondi da impiegare per l'organizzazione della manifestazione e per l'allestimento del palco in piazza del Popolo, tappa finale del corteo che partirà da piazza della Repubblica.
«Vogliamo che la manifestazione cammini con le proprie gambe e per questo chiediamo un doppio impegno ai sostenitori e ai cittadini che scenderanno in piazza: portare con sè il tricolore e un copia della Costituzione in piazza ma anche mettere mano al portafoglio e sostenere l'iniziativa con una donazione, anche di pochi euro», ha spiegato Gianfranco Mascia, uno degli organizzatori.
L'obiettivo della sottoscrizione è raccogliere 60mila euro in 60 ore, denaro che sarà impiegato principalmente per l'allestimento del palco. «Se non dovessimo arrivare alla cifra che ci siamo prefissati e non dovessimo riuscire ad allestire il palco - ha aggiunto Mascia - arriveremo in corteo a piazza del Popolo e qui penseremo a forme alternative con le quali declinare questo evento».
Con o senza palco, hanno assicurato gli organizzatori, saranno tanti gli interventi dedicati alla giustizia, alla legalità, alla scuola, alla cultura e alla lettura degli articoli della Costituzione. «La manifestazione - ha osservato Santo Della Volpe che coordinerà gli interventi dal palco - arriva cinque giorni prima del 17 marzo, della festa nazionale per i 150 anni dell'Unità d'Italia con la quale ha un legame speciale». Gli organizzatori hanno annunciato che è in lavorazione uno spot video che sarà distribuito a tv e siti internet per il quale attori, intellettuali, giornalisti e privati cittadini hanno prestato il loro volto e la loro voce per leggere gli articoli della Costituzione.
La manifestazione di Roma, hanno ricordato in conclusione, non sarà la sola iniziativa in programma per sabato con gli stessi obiettivi: hanno, infatti, aderito molte altre città italiane oltre che Londra, Praga, Siviglia ed Edimburgo.
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ROMA / 13-03-2011
GIU' LE MANI DALLA COSTITUZIONE / C DAY, 12 marzo: ieri l'Italia in corteo per scuola e Costituzione
Piu' di un milione, come un mese fa. Allora fu per la dignita' delle donne, oggi per la difesa della Costituzione e della scuola pubblica. Manifestanti e bandiere tricolori hanno affollato 100 piazze in Italia e all'estero
A DIFESA DELLA COSTITUZIONE. Sabato 12 marzo, manifestazione dedicata alla Costituzione: sul palco anche artisti, costituzionalisti, attori e musicisti. Ultime notizie - Roma - Sul palco della manifestazione dedicata alla Costituzione organizzata per sabato 12 marzo anche a Roma, tanti artisti, costituzionalisti, attori e musicisti. Da Ottavia Piccolo a Monica Guerritore, da Ascanio Celestini alla grande orchestra che intona insieme ad un coro di centinaia di persone, il Dies Irae di Mozart ed il Va pensiero di Verdi dal Nabucco. Poi Roberto Vecchioni, un genitore della scuola di Adro, rappresentanze del popolo libico, Roberto Natale, il Costituzionalista Alessaandro Pace, il mondo della scuola, Francesco Baccini, Daniele Silvestri e tanti altri ancora, compresa un’orchestra del tutto straordinaria composta da elementi provenienti da tutto il mondo.
Ad aprire il corteo un gigantesco tricolore di 200 metri quadrati ed uno striscione per dire che la costituzione è viva. A condurre il palco Santo della Volpe insieme ad altre giornaliste e giornalisti.
100 e più piazze in Italia, tra cui quella di Milano con Dario Fo e Franca Rame, Vincenzo Consolo e Nando Dalla Chiesa. Ma presidi anche in tutto il mondo: da New York a Londra, da Barcellona a Praga, da Edimburgo a Madrid.
Il Comitato a Difesa della Costituzione, mette insieme oltre 100 sigle tra partiti, movimenti e associazioni, ha presentato il programma ed ha lanciato una sfida agli italiani che amano la costituzione: “paghiamoci noi la manifestazione” ed è stata lanciata la campagna 60 ore per la Costituzione ragiungendo l’obiettivo dei 60mila euro necessari per pagare palco e tutto ciò che serve all’allestimento. Tutto sui siti del c-day (costituzione day: www.cday.it) sul sito del comitato www.adifesadellacostituzione.it e su quello di Articolo 21 www.articolo21.info L'appuntamento in piazza della Repubblica, tutti muniti di un tricolore (bandiera o coccarda) e di una copia della Costituzione italiana. Da lì è partito il corteo che accolto a piazza del Popolo dall’Inno di Mameli.
Tanti gli esponenti politici che hanno aderito all'iniziativa, da Pierluigi Bersani a Nichi Vedola, passando per parlamentari non solo di sinistra come Angela Napoli e Fabio Granata di FLI, Bruno Tabacci, Pino Pisicchio di API. Ma ad aderire anche chi in Parlamento non è più, come la Federazione della Sinistra.
"La Costituzione è di tante donne e di tanti uomini, molti dei quali non sono di sinistra, sono moderati - ha spiegato Giuseppe Giulietti, portavoce di Articolo 21 e del Comitato - altri credono in una destra repubblicana ma tutti uniti non accettano l'idea che nessuno, neanche questo presidente del Consiglio possa colpire la Costituzione, i poteri di controllo e imbavagliare la pubblica opinione. Ci sembra giusto che si senta la voce di chi non vuole essere imbavagliato".
Vogliamo scattare una foto che non sia "la foto di famiglia della sinistra italiana ma di uno schieramento inedito, trasversale".
Anche all'estero proteste e manifestazioni di italiani che vogliono difendere la Costituzione si sono svolte a Francoforte (la più numerosa con migliaia di manifestanti) e a Lille, in Francia, organizzate dalle comunità italiane locali. Altre iniziative si sono tenute ad Amsterdam, Bruxelles, Edimburgo, Ginevra, Helsinki, Madrid, Londra, Praga, Siviglia. Lei motiv per tutte l'Inno di Mameli, e qualche variazione sul tema Iitalia come 'Libertà' di Giorgio Gaber, 'Viva l'italia" di Francesco De Gregori e 'Italia sì, Italia no" di Elio e le Storie tese.
''Nelle piazze d'Italia siamo un milione''. Gli organizzatori del C-Day, il giorno della Costituzione, lo hanno gridato dal palco di Piazza del Popolo a Roma, prima di chiudere la manifestazione intonando l'Inno di Mameli.
I cortei pro-Costituzione: «Va difesa»
In piazza anche il pm Ingroia, è scontro
.Il procuratore: «Cittadini non più tutti uguali di fronte alla legge». Cicchitto: «Clamoroso schieramento»
Il Secolo d'Italia, vicino ai finiani, dedica l'apertura alla manifestazione |
PM IN PIAZZA - Tanti e lunghi gli applausi che i manifestanti di Piazza del Popolo hanno riservato al pm Antonio Ingroia, la cui partecipazione al C-Day però ha suscitato non poche polemiche. «Con la riforma della giustizia del governo Berlusconi - è stato l'allarme lanciato dal procuratore aggiunto della procura distrettuale antimafia di Palermo - i cittadini non saranno più uguali di fronte alla legge». «Se dovesse passare questa controriforma della giustizia - ha chiarito poi - avremmo uno stato di diritto azzoppato. Se il potere giudiziario viene schiacciato dal potere esecutivo, che vuole conquistare il controllo diretto dell'esercizio dell'azione penale, di fatto i cittadini non saranno più uguali di fronte alla legge e non lo saranno all'interno della Costituzione». Parole che non sono piaciute al capogruppo Pdl alla Camera dei Deputati Fabrizio Cicchitto: «Ingroia - ha detto - è la più evidente dimostrazione del giudice al di sopra delle parti. Non si capisce come - ha aggiunto - di fronte a episodi così clamorosi di schieramento politico, l'Anm possa parlare di difesa di indipendenza dei giudici».
I CORTEI - A Roma il corteo principale è partito alle 14 da piazza della Repubblica per concludersi a piazza del Popolo ed è stato seguito in diretta da Corriere Tv. Ogni comitato locale ha poi stabilito modalità diverse per le iniziative decentrate, alcune delle quali svoltesi in mattinata. Molte le adesioni eccellenti. Tra questa l'ex presidente della Corte costituzionale, Gustavo Zagrebelsky, in piazza a Torino: «Ci sono momenti di aggregazione sociale in difesa delle buone regole della vita democratica. Credo che oggi sia uno di questi». E ancora: «Siamo di fronte a un rovesciamento della base democratica. La democrazia deve tornare a camminare sulle sue gambe: sostenuta dal basso. Non un potere populista che procede dall'alto».
LE POSIZIONI - Anche la politica ha guardato con grande attenzione all'iniziativa, che giunge a pochi giorni dalle celebrazioni per il 150esimo anniversario dell'Unità d'Italia. «Non è una piazza contro, è una piazza per un'alternativa» ha detto il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, descrivendo la manifestazione a difesa della Costituzione a Roma alla quale ha partecipato insieme ad altri esponenti del suo partito. «Non c'è un animo contro, è una piazza per una Italia diversa - ha spiegato il leader Pd -. C'è un grande movimento nel Paese e i partiti, in particolare il nostro, devono affiancarlo, dargli la mano. Politica e società civile insieme per una strada di speranza e di ricostruzione». Battagliera l'Italia dei Valori. «Anche la Cei - ha spiegato il portavoce Leoluca Orlando - ha scaricato Berlusconi e ha diffuso un documento che è un vero e proprio j'accuse al presidente del Consiglio. La difesa a oltranza della Costituzione, la proposta di rendere ineleggibile chi ha pendenze penali, la lotta alla mafia e la cittadinanza agli immigrati, sono veri e propri schiaffi al berlusconismo e ai berluschini. Dal Pdl sicuramente si leveranno voci per attaccare questi "comunisti" della Chiesa cattolica».
GLI ALTRI PARTITI - In piazza anche diversi esponenti di Futuro e Libertà (e va registrato che nell'edizione di sabato il Secolo d'Italia, quotidiano vicino a Gianfranco Fini, ha dedicato il titolo di apertura proprio alle manifestazioni: «Quelli che... Siamo stufi»), tra cui Fabio Granata: «Vado in piazza, la manifestazione l'abbiamo organizzata anche noi. Non provo nessun imbarazzo e lo dico da uomo di destra. La Costituzione rappresenta il tessuto connettivo della nazione. A qualcuno fa comodo strumentalizzare la manifestazione per parlare di santa alleanza: quell'ipotesi non è attuale, visto che la situazione è cambiata». Più cauta la posizione del leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini: «La Costituzione è stata fatta bene. Detto questo non è tabù, può essere migliorata, rinnovata, l'importante è che non ci siano apprendisti stregoni. Quello che ci spaventa è il pressapochismo, la superficialità, l'ignoranza con cui si vuole ritoccare la Costituzione. Di per sé è possibile migliorarla, in tutti gli Stati ci sono lavori di ammodernamento costituzionale».
Redazione online 12 marzo 2011(ultima modifica: 13 marzo 2011)
L'Associazione "Carta 48" aderisce alla manifestazione nazionale del 12 marzo a difesa della Costituzione.
L'Associazione è nata per la promozione e difesa dei valori della Carta Costituzionale.
L'Associazione "Carta 48", nata per la promozione e difesa dei valori della nostra Carta Costituzionale, aderisce alla manifestazione nazionale del 12 marzo a difesa della Costituzione. Gli attacchi costanti e pressanti all'indipendenza della magistratura, alla libera informazione, alle conquiste del mondo del lavoro, l'insofferenza per gli equilibri e le garanzie assicurati dalla Carta Costituzionale prefigurano scenari inquietanti e la necessità di una grande mobilitazione delle coscienze a difesa delle nostre conquiste democratiche.
In particolare occorre riaffermare il ruolo centrale della scuola pubblica, difenderla dalle irresponsabili ed interessate considerazioni di chi - per responsabilità di governo - dovrebbe invece tutelarla e, sopratutto, riconoscere la essenziale funzione dei docenti i quali, in condizioni penose per tagli di risorse, assicurano il concreto diritto allo studio.
"Carta 48" ritiene che, al di là del grande valore civile di questa manifestazione, occorra una mobilitazione permanente, parlare alla gente, in particolare ai giovani, per spiegare come i valori della nostra Carta Costituzionale siano affidati alla tutela ed al rispetto di tutti.
Per questo siamo impegnati, in particolare in questo mese di marzo, insieme ad altre Associazioni, all'Università, al Sindacato ed agli Insegnanti a parlare nelle Scuole, nelle piazze e nelle librerie di Carta Costituzionale, Unità d'Italia e della nostra Repubblica e di come occorra, con la forza di una straordinaria partecipazione democratica, respingere le mani che si allungano sulla nostra Costituzione.
CARTA ‘48
12 marzo in piazza a difesa della Costituzione: adesione Anpi di Foggia
"Ci saremo, come siamo sempre stati in tutte le iniziative volte a fondare nel Paese una coscienza democratica, responsabile e condivisa. Schierati contro i continui attacchi, divenuti intollerabili, alla Costituzione - nata dalla Resistenza - radice della nostra identità nazionale, attacchi che stanno precipitando l'Italia verso un destino di profonda involuzione e degrado". Con queste parole l'Anpi nazionale ha aderito all'appello lanciato dall'associazione Articolo 21 per una grande mobilitazione nazionale a difesa della Costituzione. L'Anpi di Foggia sostiene e aderisce all'iniziativa che un cartello di sigle associative, sindacali e partitiche ha indetto nella città capoluogo per domani, 12 marzo, nell'isola pedonale di Corso Vittorio Emanuele. C'è un allarme democrazia nel nostro Paese che i cittadini non possono ignorare, con un governo che invece di cercare risposte ad una crisi economica che sta impoverendo le famiglie, facendo chiudere aziende e perdere migliaia di posti di lavoro, alimenta uno scontro tra organi istituzionali, mina l'indipendenza della magistratura, punta a cancellare l'istruzione pubblica, contrasta la libera informazione, in un disegno complessivo di aggressione alla Costituzione conquistata col sangue della lotta di Liberazione. Contro il prevalere di interessi personali, contro ipotesi di divisone egoistica del paese, contro derive plebiscitarie e neoautoritarie, contro lo sfacelo della nostra democrazia, c'è un solo antidoto: tornare alle radici della nostra grande Carta Costituzionale. Per questa ragione invitiamo tutti i cittadini, uomini, donne, giovani - già protagonisti di tante mobilitazioni in questi mesi - a scendere in piazza il 12 marzo per una giornata di "orgoglio costituzionale". Per tenere viva la memoria di chi ha combattuto per le libertà civili e il progresso del Paese. Per invocare equità e giustizia sociale, lavoro, diritti. Per queste ragioni 12 marzo i partigiani, gli antifascisti e tutti i democratici saranno in piazza in tutt'Italia.
redazione Teleradioerre
Cday, Milano 12 marzo
Sabato 12 marzo in tutta Italia sarà un’altra giornata di straordinaria partecipazione a difesa della nostra Costituzione. Con un gruppo di associazioni e movimenti Qui Milano Libera sta dando il suo contributo per l’organizzazione della manifestazione di Milano. L’appuntamento è in Largo Cairoli, dalle ore 15 alle 19. Invitiamo tutti a partecipare con una sola bandiera: il Tricolore. Abbiamo deciso di dare voce ai rappresentanti della società civile, chiedendo agli esponenti dei partiti di aderire, di partecipare sotto il palco e di ascoltare. Anche sul piano economico l’organizzazione è completamente autonoma da partiti e sindacati. Sul palco si alterneranno personalità note e semplici cittadini. Da Dario Fo a un lavoratore Eutelia, da Moni Ovadia agli studenti.
Ogni blocco di interventi sarà preceduto dalla lettura di un articolo della Costituzione. La difesa della Scuola Pubblica sarà uno dei temi forti, con interventi di insegnanti e studenti. Alle 17, lettura di un profetico brano di Piero Calamandrei. Un ampio spazio sarà pure dato alla Ricerca e alla Cultura. Gioacchino Genchi e Salvatore Borsellino parleranno di mafia, giustizia e impunità. Interverranno anche Nando dalla Chiesa, la costituzionalista D’Amico, i giornalisti Giorgio Meletti e Daniele Biacchessi. Leggeremo il comunicato inviatoci da Stefano Rodotà e il brano di un intervento reso disponibile da Gian Carlo Caselli. Il primo degli interventi sarà un esponente del Comitato Migranti. Mario Agostinelli partirà dall’art. 41 per un intervento incentrato sulla difesa dei Beni Comuni, cui seguirà una testimonianza in tema di Acqua Pubblica, e molte altre ancora. Insomma, sarà una manifestazione aperta e plurale, di cittadinanza attiva, capace di autoconvocarsi, con tante sensibilità e una sola anima: lo spirito di una Costituzione bella e disprezzata, sotto attacco da parte di un governo che concentra il potere e vive le regole come un intralcio. Sabato, dalle ore 15, in Largo Cairoli, a Milano.
Ogni blocco di interventi sarà preceduto dalla lettura di un articolo della Costituzione. La difesa della Scuola Pubblica sarà uno dei temi forti, con interventi di insegnanti e studenti. Alle 17, lettura di un profetico brano di Piero Calamandrei. Un ampio spazio sarà pure dato alla Ricerca e alla Cultura. Gioacchino Genchi e Salvatore Borsellino parleranno di mafia, giustizia e impunità. Interverranno anche Nando dalla Chiesa, la costituzionalista D’Amico, i giornalisti Giorgio Meletti e Daniele Biacchessi. Leggeremo il comunicato inviatoci da Stefano Rodotà e il brano di un intervento reso disponibile da Gian Carlo Caselli. Il primo degli interventi sarà un esponente del Comitato Migranti. Mario Agostinelli partirà dall’art. 41 per un intervento incentrato sulla difesa dei Beni Comuni, cui seguirà una testimonianza in tema di Acqua Pubblica, e molte altre ancora. Insomma, sarà una manifestazione aperta e plurale, di cittadinanza attiva, capace di autoconvocarsi, con tante sensibilità e una sola anima: lo spirito di una Costituzione bella e disprezzata, sotto attacco da parte di un governo che concentra il potere e vive le regole come un intralcio. Sabato, dalle ore 15, in Largo Cairoli, a Milano.
"Difendiamo la nostra scuola"
bambini e genitori in piazza
Oggi a De Ferrari la manifestazione in difesa dell'istruzione pubblica. E della Costituzione
di RAFFAELE NIRI
Dopo le adesioni dei giorni scorsi (tra gli altri Coordinamento genitori democratici, Comitato Precari liguri della scuola, Cobas, Sel, Partito Democratico, oltre ovviamente al coordinamento Sos Scuola) scende in campo, con tutte le sue forze, anche la Cgil.
«Ci sono almeno quattro motivi fondamentali per i quali è giusto mobilitarsi il 12 marzo - spiega Patrizia Bellotto della Camera del Lavoro di Genova - La giustizia, proprio alla vigilia delle preannunciate modifiche costituzionali, la difesa della scuola pubblica e laica, l´informazione e la cultura, il lavoro e il suo valore sociale che la Costituzione tutela. A Genova, come a Roma e come in altre cento piazze d´Italia, saranno organizzati presidi anche nel resto del mondo, da New York a Londra, da Barcellona a Praga, da Edimburgo a Madrid. Noi ci saremo».
Anche Valerio Barbini, coordinatore genovese di Sel, parte dal tema scuola: «Saremo in piazza con tutti coloro ce hanno a cuore e vogliono difendere la scuola pubblica - spiega - come opportunità di formare cittadine e cittadini che condividono quei valori comuni che sono alla base delle moderne democrazia. E´ una visione antitetica a chi, come Berlusconi, parla di cultura come idee da inculcare, dalla scuola o dalla famiglia, mostrando che il suo modello pedagogico non va oltre i criteri che usa per le sue televisioni».
Arci Infanzia porterà il suo paracadute multicolore, le scuole contribuiranno con i loro cori, insegnanti e genitori impegnati nel "Tempo pieno" spiegheranno perché e come questo governo stia smantellando la scuola pubblica.
«Cercheremo di coinvolgere anche gli Enti locali - spiega Simona Panichelli, portavoce del coordinamento di SOS Scuola - La Regione Liguria, in particolare, deve intervenire in sede di conferenza Stato/Regioni contro i tagli e la delegittimazione in atto da parte del governo. E se non basta chiediamo ricorra alla Corte Costituzionale».
(12 marzo 2011)
Costituzione day/ Domani in piazza prof, precari e tanti studenti
Tra obiettivi tornare contestare in modo comune riforme Gelmini
postato 1 giorno fa da TMNews
Roma, 11 mar. (TMNews) - Ci saranno anche gli insegnanti ed i precari della scuola, ma soprattutto tanti studenti a sfilare domani nelle oltre cento manifestazioni in difesa della Costituzione e dell'istruzione pubblica: nelle ultime ore sono giunte adesioni e conferme da parte di diversi movimenti e associazioni scolastiche e universitarie, che nell'occasione torneranno a contestare, oltre alla politica del Governo sul fronte dell'istruzione, anche le riforme Gelmini approvate negli ultimi mesi.
Tra i più attivi, anche in questa occasione, vi saranno gli studenti della 'Sapienza in mobilitazione', la prima università europea per numero di iscritti, che si sono dati appuntamento alle 12,30 in piazzale Aldo Moro: "a partire dal 12 marzo - annunciano - noi vogliamo tornare sulla scena pubblica con ancor più forza ora che l'applicazione della riforma Gelmini sta entrando a regime e sta producendo l'esodo forzato dalle università e dalle scuole, con l'espulsione di migliaia di precari, e un attacco ancor più violento ai giovani e alle intelligenze di questo paese. Riprendiamo un cammino comune, riapriamo e rilanciamo quello spazio di conflitto e di desiderio che durante l'autunno abbiamo aperto".
Secondo la Rete degli studenti "un Governo che distrugge la scuola e l'università pubblica per far cassa, che non riconosce il valore che la nostra Costituzione dà alla conoscenza ed ad i suoi luoghi, in quanto unici mezzi per costruire una vera democrazia reale che parta dall'uguaglianza, dalla partecipazione e dalla formazione di un pensiero critico, è un Governo che vuole creare un Paese destinato a schiantarsi e a cadere nel baratro della miseria".
Non molto diverso è il pensiero dell'Unione degli universitari: "Vogliamo scendere in piazza il 12 marzo - spiega l'Udu - come studenti, come giovani, ma soprattutto come cittadini di questo Paese per difendere i diritti, i doveri, i principi e i valori che la nostra Costituzione sancisce e che vorremmo vedere realizzati e non attaccati, smantellati, aggirati. Scendiamo in piazza perché troppi ad oggi sono i diritti negati, i princìpi non rispettati. E questo si percepisce non in maniera astratta ma concretamente, nelle nostre vite, sulla nostra pelle".
Oltre alle associazioni degli studenti, hanno assicurato la loro presenza alle manifestazioni di domani le organizzazioni in difesa dei precari, ad iniziare dal Coordinamento precari scuola nazionale: l'obiettivo, ha spiegato la sezione romana dal Cps, è "rivendicare lo spirito reale della costituzione repubblicana, per cui l'istruzione è pubblica e ne è pubblico il finanziamento e che l'istruzione privata deve essere senza oneri per lo Stato". Sono due, infine, i sindacati si settore che hanno aderito all'iniziativa: la Flc-Cgil e la Gilda degli insegnanti.
In difesa della scula pubblica, il 12 marzo
La manifestazione del 12 marzo, convocata inizialmente in difesa della Costituzione e successivamente trasformata in una giornata attorno al tema della difesa della scuola pubblica, rappresenta per noi una nuova occasione per riportare al centro del dibattito pubblico l'indignazione per lo smantellamento della scuola e dell'università. Le potenzialità della giornata si accompagnano però ad ambivalenze ed ipocrisie che riguardano l'immaginario bipartisan costruito attorno alla giornata, la presenza di partiti e parlamentari responsabili del devastante processo di riforme degli ultimi venti anni, la retorica sulla difesa della scuola pubblica che è semplice difesa dello status quo. Il rischio di oscurare o peggio cercare di cancellare le ventennali responsabilità bipartisan rispetto allo smantellamento e al definanziamento della formazione e della ricerca pubblica è un elemento non da poco: come testimonia la presenza annunciata di Fioroni, ex ministro dell'istruzione, piuttosto che di diversi esponenti di Fli, in prima fila nell'approvare la riforma Gelmini a fronte della rivolta degli studenti in tutto il paese, oltre che dei partiti dell'opposizione complici, negli anni, dei finanziamenti alle scuole private e dei tagli all'università.
Opporsi al modello Berlusconi significa innanzitutto pretendere una radicale inversione di tendenza delle politiche di gestione della crisi in questo paese: significa pretendere nuove forme di welfare, qualità della formazione e libero accesso alle università, significa opporsi al modello Marchionne, difendere le garanzie del lavoro, rivendicare la libertà di movimento. E' questa la sfida che i movimenti in questi anni hanno lanciato in autonomia, senza mai prestare il fianco alle strumentalizzazioni di questa o quella classe dirigente. Mesi di mobilitazioni diffuse e radicali hanno posto al centro del dibattito pubblico in questo paese le vere questioni sociali che noi vogliamo mettere sul piatto della manifestazione del 12 marzo: l'assenza di futuro e prospettive per i giovani, il definanziamento strutturale dell'università e della scuola, di cui il Ddl Gelmini è solo l'ultimo per quanto gravissimo attacco, la condizione di precarietà diffusa, la disoccupazione giovanile, l'urgenza di un reale cambiamento.
Queste rivendicazioni che hanno attraversato e scosso l'Europa e il Mediterraneo, sono entrate a pieno nel dibattito pubblico grazie alle lotte organizzate dentro i luoghi di studio e di lavoro. A partire dal 12 marzo noi vogliamo tornare sulla scena pubblica con ancor più forza ora che l'applicazione della riforma Gelmini sta entrando a regime e sta producendo l'esodo forzato dalle università e dalle scuole, con l'espulsione di migliaia di precari, e un attacco ancor più violento ai giovani e alle intelligenze di questo paese. Dalla Sapienza lanciamo un appello a tutti gli studenti, medi e universitari, ai precari, a tutta quella parte di società a cui non basta l'antiberlusconismo o si è stufata delle passerelle di rappresentanza politica. Riprendiamo un cammino comune, riapriamo e rilanciamo quello spazio di conflitto e di desiderio che durante l'autunno abbiamo aperto, ribelliamoci contro la precarietà e lo svilimento dei giovani, torniamo a far parlare dei veri temi sociali, torniamo a bloccare tutta l'Italia, nella prospettiva dello sciopero generale del 6 maggio.
Appuntamento ore 12.30 piazzale Aldo Moro - La Sapienza
Sapienza in mobilitazione
Opporsi al modello Berlusconi significa innanzitutto pretendere una radicale inversione di tendenza delle politiche di gestione della crisi in questo paese: significa pretendere nuove forme di welfare, qualità della formazione e libero accesso alle università, significa opporsi al modello Marchionne, difendere le garanzie del lavoro, rivendicare la libertà di movimento. E' questa la sfida che i movimenti in questi anni hanno lanciato in autonomia, senza mai prestare il fianco alle strumentalizzazioni di questa o quella classe dirigente. Mesi di mobilitazioni diffuse e radicali hanno posto al centro del dibattito pubblico in questo paese le vere questioni sociali che noi vogliamo mettere sul piatto della manifestazione del 12 marzo: l'assenza di futuro e prospettive per i giovani, il definanziamento strutturale dell'università e della scuola, di cui il Ddl Gelmini è solo l'ultimo per quanto gravissimo attacco, la condizione di precarietà diffusa, la disoccupazione giovanile, l'urgenza di un reale cambiamento.
Queste rivendicazioni che hanno attraversato e scosso l'Europa e il Mediterraneo, sono entrate a pieno nel dibattito pubblico grazie alle lotte organizzate dentro i luoghi di studio e di lavoro. A partire dal 12 marzo noi vogliamo tornare sulla scena pubblica con ancor più forza ora che l'applicazione della riforma Gelmini sta entrando a regime e sta producendo l'esodo forzato dalle università e dalle scuole, con l'espulsione di migliaia di precari, e un attacco ancor più violento ai giovani e alle intelligenze di questo paese. Dalla Sapienza lanciamo un appello a tutti gli studenti, medi e universitari, ai precari, a tutta quella parte di società a cui non basta l'antiberlusconismo o si è stufata delle passerelle di rappresentanza politica. Riprendiamo un cammino comune, riapriamo e rilanciamo quello spazio di conflitto e di desiderio che durante l'autunno abbiamo aperto, ribelliamoci contro la precarietà e lo svilimento dei giovani, torniamo a far parlare dei veri temi sociali, torniamo a bloccare tutta l'Italia, nella prospettiva dello sciopero generale del 6 maggio.
Appuntamento ore 12.30 piazzale Aldo Moro - La Sapienza
Sapienza in mobilitazione
(11-03-2011)
A difesa della Costituzione, Se non ora quando?
Il Partito Democratico in piazza con i manifestanti. Diretta su YouDem
pubblicato il 12 marzo 2011 , 657 letture
ore 14,00 - Roma, corteo da Piazza della Repubblica a Piazza del Popolo
“Saremo con i militanti e con i circoli nelle tante piazze d’Italia ‘A difesa della Costituzione’”, ha dichiarato a nome del Partito Democratico, Nico Stumpo, Responsabile Organizzazione della segreteria nazionale del Pd.
“La nostra Carta rimane la garanzia dei nostri diritti e delle nostre libertà fondamentali, a cui non possiamo assolutamente rinunciare. Per questo, crediamo sia nostro dovere, essere presenti nelle piazze, a manifestare per difendere la Costituzione”.
Appuntamento in tutte le piazze di Italia
A Roma dalle ore 14,00 corteo da Piazza Della Repubblica a Piazza del Popolo.
“La nostra Carta rimane la garanzia dei nostri diritti e delle nostre libertà fondamentali, a cui non possiamo assolutamente rinunciare. Per questo, crediamo sia nostro dovere, essere presenti nelle piazze, a manifestare per difendere la Costituzione”.
Appuntamento in tutte le piazze di Italia
A Roma dalle ore 14,00 corteo da Piazza Della Repubblica a Piazza del Popolo.
Youdem Tv trasmetterà in diretta, a partire dalle ore 15:00 la manifestazione “A Difesa della Costituzione” di Piazza del Popolo a Roma.
La mobilitazione lanciata da Articolo 21, sta raccogliendo una pioggia di adesioni dal mondo politico e sociale: tra le principali c'è quella degli studenti, che torneranno in piazza per riaffermare il valore della scuola e dell'università pubblica. Molti interessi diversi che si saldano, dunque, per tutelare il valore della Carta e contestare la politica del governo.
Youdem Tv trasmette sul canale Sky 813 o, in streaming, su www.youdem.tv.
La mobilitazione lanciata da Articolo 21, sta raccogliendo una pioggia di adesioni dal mondo politico e sociale: tra le principali c'è quella degli studenti, che torneranno in piazza per riaffermare il valore della scuola e dell'università pubblica. Molti interessi diversi che si saldano, dunque, per tutelare il valore della Carta e contestare la politica del governo.
Youdem Tv trasmette sul canale Sky 813 o, in streaming, su www.youdem.tv.
per informazioni, visitare il sito www.adifesadellacostituzione.it
Per tutta la Costituzione
Saremo molti, credo, anche alla manifestazione di oggi “Per la difesa della Costituzione”. Come fummo tanti nello scorso autunno per la libertà d’informazione. Come in dicembre per la scuola e l’università, minacciate dai tagli classisti, mascherati da lesina per la crisi.
Come fummo tantissimi, donne soprattutto, il 12 febbraio, “Per la dignità della donna. Se non ora quando”. Tutti questi nodi, e altri, autonomia e indipendenza della magistratura, altri tagli alla scuola, “scuola pubblica nemica della famiglia”; e lavoro-precariato-disoccupazione, che vuol dire in concreto libertà o non libertà del singolo (giovane o anziano), della coppia (legale o di fatto), della famiglia: si ritroveranno insieme nella giornata di oggi, dietro un solo slogan, “Per la difesa della Costituzione”; dietro una sola bandiera, il tricolore della patria minacciata nella sua unità, nella dignità, nell’avvenire; con un solo documento nelle mani, il nostro vangelo laico, appunto la Costituzione.
Perché scuola e lavoro, università e informazione, giustizia e dignità della donna, sono tutti pilastri della Carta e sostanza della democrazia. E proprio per questo, perché stanno insieme, li stiamo perdendo tutti insieme. In piazza del Popolo parlerà per tutti noi Alessandro Pace, presidente dei costituzionalisti italiani. Vi arriveremo ispirati allo slogan che dà il nome all’associazione di Oscar Luigi Scalfaro, massimo fra i tanti aderenti alla giornata: “Salviamo la Costituzione: aggiornarla non demolirla”.
Ripeteremo di voler aggiornare la Costituzione, e non demolirla, alla vigilia della celebrazione con Giorgio Napolitano, a Torino, madre dell’unità e prima capitale d’Italia, dei 150 anni dello Stato italiano: quello creato da Cavour, Vittorio Emanuele, Garibaldi nel Risorgimento e rinnovato da De Gasperi, Togliatti, Einaudi nella Resistenza.
Avessimo fatto la stessa cosa novant’anni fa, “Salviamo la costituzione, aggiornarla non demolirla”, ci avrebbe risparmiato un quarto di secolo di fascismo e dittatura, guerre e distruzioni. Non lo facemmo perché qualcuno c’illuse di radiosi destini, come ancor oggi dice alla Tv il direttore dell’house organ: «Mussolini ci ha portato nella modernità». Segno che, se non ci muovessimo a difesa della Costituzione repubblicana, ripercorreremmo, con altre forme, la stessa parabola vissuta dalle generazioni della prima metà del Novecento. Che precipitarono da uno Stato liberale incompiuto a una sanguinosa avventura di Stato etico.
Ma dobbiamo dirci una verità, che a molti costa. La nostra Costituzione, nel suo spirito di libertà più ancora che nelle sue architetture, è attaccata da tutte le parti: dalla destra che minaccia la libertà sostanziale dei lavoratori a cui nega lavoro, delle donne di cui calpesta la dignità di genere, dei cittadini a cui nega informazione onesta e ora vuol dare una riforma non della giustizia ma contro la magistratura, dei giovani a cui nega istruzione, dei meritevoli a cui nega studi superiori, cultura, scienza. È attaccata inconsapevolmente dalla sinistra, che non riesce a essere unita nemmeno per aggiornare la Costituzione, rafforzare la nazione come la concepirono i patrioti del primo e del secondo Risorgimento; e a formulare programmi unitari per un governo di ricostruzione.
È attaccata dall’immensa “zona grigia” che, oggi come nel Risorgimento e nella Resistenza, sta alla finestra in opportunistica attesa o, peggio, già del tutto estraniata dai sentimenti stessi di nazione e di politica.
Perciò dobbiamo “aggiornarci”: non ripetendo retoricamente che la nostra è «la Costituzione più bella del mondo», ma che sarebbe la più bella se finalmente ne scoprissimo tutti gli aspetti, cioè i diritti e i doveri: e questi soprattutto, essendo stati fin qui i più trascurati.
Non basta dire che «la sovranità appartiene al popolo» se non si aggiunge: «che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione». Che «l’Italia ripudia la guerra», senza ricordare che «la difesa della patria è sacro dovere del cittadino ». Che «tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali di fronte alla legge», se si consentono discriminazioni «per sesso, razza, religione, opinioni politiche» (vedi le non pari opportunità delle donne, le emarginazioni dei gay, le imposizioni del sondino e dell’asilo delle suore a chi è laico, un’informazione pubblica da Minculpop a chi ha opinioni politiche diverse. Che andare a scuola è diritto di tutti, ma per studiare. Che chi esercita funzioni pubbliche ha diritto al suo “stato giuridico”, ma ha il dovere di «adempierle con disciplina e onore»: si tratti del presidente del consiglio o del commesso di ministero. Insomma, dire le cose a metà significa costruire ed essere cittadini a metà. È quel che abbiamo fatto finora.
Dobbiamo ricordare più spesso che «è dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori del matrimonio»; che non è riconosciuta alcuna pretesa alla scuola facile e alla promozione degli studenti, mentre «è prescritto un esame di Stato per l’ammissione ai vari ordini e gradi di scuole o per la conclusione di essi»; che l’organizzazione sindacale è libera ma i sindacati hanno l’obbligo (unico obbligo) della «registrazione», e che lo sciopero è diritto, ma «si esercita nell’ambito delle leggi che lo regolano»; così come proprietà e iniziativa privata sono libere, ma possono essere chiamate anche a compiti sociali; che tutti hanno eguali diritti civili, elettorali, ecc. ma anche che «tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva». Infine, che «tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi». Anche Bossi, Maroni e Calderoli. Anche Berlusconi. Anche i preti che s’immischiano, anche quando non gli spetterebbe, di scuola, ospedali, “bioetica”, famiglia, matrimonio, tasse, donazioni, esenzioni, eccetera. Insomma, scendere in piazza è sacrosanto e doveroso, sapendo che si va in piazza per tutta la Costituzione e non solo per quella parte di essa che, senza averla mai letta, pensiamo la esaurisca, perché ci fa comodo così.
Dovremo far emergere per tutti, compresi gli amici, che la nostra Costituzione è fatta di 139 articoli. Una Costituzione cioè diversa da quella di chi, conoscendo soltanto i suoi diritti, deruba gli altri dei propri. E grava di obblighi i concittadini, distruggendo la cittadinanza e la convivenza.
Come fummo tantissimi, donne soprattutto, il 12 febbraio, “Per la dignità della donna. Se non ora quando”. Tutti questi nodi, e altri, autonomia e indipendenza della magistratura, altri tagli alla scuola, “scuola pubblica nemica della famiglia”; e lavoro-precariato-disoccupazione, che vuol dire in concreto libertà o non libertà del singolo (giovane o anziano), della coppia (legale o di fatto), della famiglia: si ritroveranno insieme nella giornata di oggi, dietro un solo slogan, “Per la difesa della Costituzione”; dietro una sola bandiera, il tricolore della patria minacciata nella sua unità, nella dignità, nell’avvenire; con un solo documento nelle mani, il nostro vangelo laico, appunto la Costituzione.
Perché scuola e lavoro, università e informazione, giustizia e dignità della donna, sono tutti pilastri della Carta e sostanza della democrazia. E proprio per questo, perché stanno insieme, li stiamo perdendo tutti insieme. In piazza del Popolo parlerà per tutti noi Alessandro Pace, presidente dei costituzionalisti italiani. Vi arriveremo ispirati allo slogan che dà il nome all’associazione di Oscar Luigi Scalfaro, massimo fra i tanti aderenti alla giornata: “Salviamo la Costituzione: aggiornarla non demolirla”.
Ripeteremo di voler aggiornare la Costituzione, e non demolirla, alla vigilia della celebrazione con Giorgio Napolitano, a Torino, madre dell’unità e prima capitale d’Italia, dei 150 anni dello Stato italiano: quello creato da Cavour, Vittorio Emanuele, Garibaldi nel Risorgimento e rinnovato da De Gasperi, Togliatti, Einaudi nella Resistenza.
Avessimo fatto la stessa cosa novant’anni fa, “Salviamo la costituzione, aggiornarla non demolirla”, ci avrebbe risparmiato un quarto di secolo di fascismo e dittatura, guerre e distruzioni. Non lo facemmo perché qualcuno c’illuse di radiosi destini, come ancor oggi dice alla Tv il direttore dell’house organ: «Mussolini ci ha portato nella modernità». Segno che, se non ci muovessimo a difesa della Costituzione repubblicana, ripercorreremmo, con altre forme, la stessa parabola vissuta dalle generazioni della prima metà del Novecento. Che precipitarono da uno Stato liberale incompiuto a una sanguinosa avventura di Stato etico.
Ma dobbiamo dirci una verità, che a molti costa. La nostra Costituzione, nel suo spirito di libertà più ancora che nelle sue architetture, è attaccata da tutte le parti: dalla destra che minaccia la libertà sostanziale dei lavoratori a cui nega lavoro, delle donne di cui calpesta la dignità di genere, dei cittadini a cui nega informazione onesta e ora vuol dare una riforma non della giustizia ma contro la magistratura, dei giovani a cui nega istruzione, dei meritevoli a cui nega studi superiori, cultura, scienza. È attaccata inconsapevolmente dalla sinistra, che non riesce a essere unita nemmeno per aggiornare la Costituzione, rafforzare la nazione come la concepirono i patrioti del primo e del secondo Risorgimento; e a formulare programmi unitari per un governo di ricostruzione.
È attaccata dall’immensa “zona grigia” che, oggi come nel Risorgimento e nella Resistenza, sta alla finestra in opportunistica attesa o, peggio, già del tutto estraniata dai sentimenti stessi di nazione e di politica.
Perciò dobbiamo “aggiornarci”: non ripetendo retoricamente che la nostra è «la Costituzione più bella del mondo», ma che sarebbe la più bella se finalmente ne scoprissimo tutti gli aspetti, cioè i diritti e i doveri: e questi soprattutto, essendo stati fin qui i più trascurati.
Non basta dire che «la sovranità appartiene al popolo» se non si aggiunge: «che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione». Che «l’Italia ripudia la guerra», senza ricordare che «la difesa della patria è sacro dovere del cittadino ». Che «tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali di fronte alla legge», se si consentono discriminazioni «per sesso, razza, religione, opinioni politiche» (vedi le non pari opportunità delle donne, le emarginazioni dei gay, le imposizioni del sondino e dell’asilo delle suore a chi è laico, un’informazione pubblica da Minculpop a chi ha opinioni politiche diverse. Che andare a scuola è diritto di tutti, ma per studiare. Che chi esercita funzioni pubbliche ha diritto al suo “stato giuridico”, ma ha il dovere di «adempierle con disciplina e onore»: si tratti del presidente del consiglio o del commesso di ministero. Insomma, dire le cose a metà significa costruire ed essere cittadini a metà. È quel che abbiamo fatto finora.
Dobbiamo ricordare più spesso che «è dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori del matrimonio»; che non è riconosciuta alcuna pretesa alla scuola facile e alla promozione degli studenti, mentre «è prescritto un esame di Stato per l’ammissione ai vari ordini e gradi di scuole o per la conclusione di essi»; che l’organizzazione sindacale è libera ma i sindacati hanno l’obbligo (unico obbligo) della «registrazione», e che lo sciopero è diritto, ma «si esercita nell’ambito delle leggi che lo regolano»; così come proprietà e iniziativa privata sono libere, ma possono essere chiamate anche a compiti sociali; che tutti hanno eguali diritti civili, elettorali, ecc. ma anche che «tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva». Infine, che «tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi». Anche Bossi, Maroni e Calderoli. Anche Berlusconi. Anche i preti che s’immischiano, anche quando non gli spetterebbe, di scuola, ospedali, “bioetica”, famiglia, matrimonio, tasse, donazioni, esenzioni, eccetera. Insomma, scendere in piazza è sacrosanto e doveroso, sapendo che si va in piazza per tutta la Costituzione e non solo per quella parte di essa che, senza averla mai letta, pensiamo la esaurisca, perché ci fa comodo così.
Dovremo far emergere per tutti, compresi gli amici, che la nostra Costituzione è fatta di 139 articoli. Una Costituzione cioè diversa da quella di chi, conoscendo soltanto i suoi diritti, deruba gli altri dei propri. E grava di obblighi i concittadini, distruggendo la cittadinanza e la convivenza.
ROMA / 13-03-2011
GIU' LE MANI DALLA COSTITUZIONE / C DAY, 12 marzo: ieri l'Italia in corteo per scuola e Costituzione
Piu' di un milione, come un mese fa. Allora fu per la dignita' delle donne, oggi per la difesa della Costituzione e della scuola pubblica. Manifestanti e bandiere tricolori hanno affollato 100 piazze in Italia e all'estero
A DIFESA DELLA COSTITUZIONE. Sabato 12 marzo, manifestazione dedicata alla Costituzione: sul palco anche artisti, costituzionalisti, attori e musicisti. Ultime notizie - Roma - Sul palco della manifestazione dedicata alla Costituzione organizzata per sabato 12 marzo anche a Roma, tanti artisti, costituzionalisti, attori e musicisti. Da Ottavia Piccolo a Monica Guerritore, da Ascanio Celestini alla grande orchestra che intona insieme ad un coro di centinaia di persone, il Dies Irae di Mozart ed il Va pensiero di Verdi dal Nabucco. Poi Roberto Vecchioni, un genitore della scuola di Adro, rappresentanze del popolo libico, Roberto Natale, il Costituzionalista Alessaandro Pace, il mondo della scuola, Francesco Baccini, Daniele Silvestri e tanti altri ancora, compresa un’orchestra del tutto straordinaria composta da elementi provenienti da tutto il mondo.
Ad aprire il corteo un gigantesco tricolore di 200 metri quadrati ed uno striscione per dire che la costituzione è viva. A condurre il palco Santo della Volpe insieme ad altre giornaliste e giornalisti.
100 e più piazze in Italia, tra cui quella di Milano con Dario Fo e Franca Rame, Vincenzo Consolo e Nando Dalla Chiesa. Ma presidi anche in tutto il mondo: da New York a Londra, da Barcellona a Praga, da Edimburgo a Madrid.
Il Comitato a Difesa della Costituzione, mette insieme oltre 100 sigle tra partiti, movimenti e associazioni, ha presentato il programma ed ha lanciato una sfida agli italiani che amano la costituzione: “paghiamoci noi la manifestazione” ed è stata lanciata la campagna 60 ore per la Costituzione ragiungendo l’obiettivo dei 60mila euro necessari per pagare palco e tutto ciò che serve all’allestimento. Tutto sui siti del c-day (costituzione day: www.cday.it) sul sito del comitato www.adifesadellacostituzione.it e su quello di Articolo 21 www.articolo21.info L'appuntamento in piazza della Repubblica, tutti muniti di un tricolore (bandiera o coccarda) e di una copia della Costituzione italiana. Da lì è partito il corteo che accolto a piazza del Popolo dall’Inno di Mameli.
Tanti gli esponenti politici che hanno aderito all'iniziativa, da Pierluigi Bersani a Nichi Vedola, passando per parlamentari non solo di sinistra come Angela Napoli e Fabio Granata di FLI, Bruno Tabacci, Pino Pisicchio di API. Ma ad aderire anche chi in Parlamento non è più, come la Federazione della Sinistra.
"La Costituzione è di tante donne e di tanti uomini, molti dei quali non sono di sinistra, sono moderati - ha spiegato Giuseppe Giulietti, portavoce di Articolo 21 e del Comitato - altri credono in una destra repubblicana ma tutti uniti non accettano l'idea che nessuno, neanche questo presidente del Consiglio possa colpire la Costituzione, i poteri di controllo e imbavagliare la pubblica opinione. Ci sembra giusto che si senta la voce di chi non vuole essere imbavagliato".
Vogliamo scattare una foto che non sia "la foto di famiglia della sinistra italiana ma di uno schieramento inedito, trasversale".
Anche all'estero proteste e manifestazioni di italiani che vogliono difendere la Costituzione si sono svolte a Francoforte (la più numerosa con migliaia di manifestanti) e a Lille, in Francia, organizzate dalle comunità italiane locali. Altre iniziative si sono tenute ad Amsterdam, Bruxelles, Edimburgo, Ginevra, Helsinki, Madrid, Londra, Praga, Siviglia. Lei motiv per tutte l'Inno di Mameli, e qualche variazione sul tema Iitalia come 'Libertà' di Giorgio Gaber, 'Viva l'italia" di Francesco De Gregori e 'Italia sì, Italia no" di Elio e le Storie tese.
''Nelle piazze d'Italia siamo un milione''. Gli organizzatori del C-Day, il giorno della Costituzione, lo hanno gridato dal palco di Piazza del Popolo a Roma, prima di chiudere la manifestazione intonando l'Inno di Mameli.
Oggi in tutta Italia manifestazioni a difesa della Costituzione. Senza dimenticare l'articolo 36, che sancisce il diritto a retribuzioni dignitose
Di redazione - 12 marzo 2011 in Editoriali
Oggi migliaia di persone scenderanno in piazza, a Roma e in tutta Italia, per sostenere la Costituzione.Una mobilitazionecapeggiata dall'associazione Articolo 21 e realizzata grazie all'impegno molte altre reti (dalle Agende Rosse all'Anpi, dalla Cgil a Fare futuro, da Libertà e Giustizia al Popolo Viola, dall'Unione degli Universitari alla Valigia Blu) confluite nel comitato nazionale «A difesa della Costituzione».
Forse non tutti sanno che la Costituzione si schiera anche contro il lavoro sottopagato. Lo fa attraverso l'articolo 36, che al suo primo comma dice: «Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa». Stando a questo articolo, quindi, tutti i contratti che non prevedono uno stipendio dignitoso sono anticostituzionali. Perché si può forse avere un'esistenza libera se si lavora per pochi spiccioli? No. Si può essere sereni quando non si è sicuri di arrivare a pagare l'affitto? No. Si può essere autonomi, e progettare il proprio futuro, se si sa che al primo imprevisto si dovrà bussare alla porta di mamma e papà - o della Caritas - perché qualsiasi spesa extra è off-limits? Ancora una volta, no.
Purtroppo i giovani sono i primi a fare le spese di questo sistema. Innanzitutto perché vengono nella stragrande maggioranza dei casi inseriti nel mercato attraverso contratti temporanei, che non garantiscono continuità né dal punto di vista della professione né da quello del reddito: il grande errore di rendere il lavoro flessibile fiscalmente e contributivamente più vantaggioso rispetto al lavoro stabile ha creato un mostro. Ma se almeno questi contratti temporanei fossero pagati molto bene, i giovani italiani avrebbero di che mantenersi! E invece al danno si aggiunge la beffa: a parità di mansioni, chi ha un contratto a progetto guadagna in media molto meno dei colleghi a tempo indeterminato.
È venuto il momento di dire basta. Oggi in piazza l'articolo 36 andrà ricordato a tutti coloro che se ne approfittano e che offrono condizioni salariali inique: non solo imprese private ma anche tanti, troppi enti pubblici, che dovrebbero dare il buon esempio e invece finiscono per sfruttare i giovani e i precari come e peggio degli altri. Basti pensare alle docenze gratuite nelle università, o ai praticanti che mandano avanti le Avvocature di migliaia di pubbliche amministrazioni senza percepire un euro per il loro lavoro.
È venuto il momento di dire basta. E dalla piazza del 12 marzo verrà lanciato l'appuntamento a un'altra piazza, quella del 9 aprile. Un appello, «Il nostro tempo è adesso - la vita non aspetta», rivolto «a chi ha lavori precari o sottopagati, a chi non riesce a pagare l’affitto, a chi è stanco di chiedere soldi ai genitori, a chi chiede un mutuo e non glielo danno, a chi il lavoro non lo trova e a chi passa da uno stage all’altro, alle studentesse e agli studenti che hanno scosso l’Italia, a chi studia e a chi non lo può fare, a tutti coloro che la precarietà non la vivono in prima persona e a quelli che la “pagano” ai loro figli». Per ribellarsi. Per riprendersi il presente e il futuro.
Oggi l'evento principale sarà a Roma, con un corteo che partirà da piazza della Repubblica alle 14 e passando per via Barberini e via Sistina arriverà a piazza del Popolo. Hanno già preannunciato la loro partecipazione artisti come Ottavia Piccolo, Monica Guerritore, Ascanio Celestini, Roberto Vecchioni, Daniele Silvestri. In altre cento città ci saranno manifestazioni e cortei: a Milano in largo Cairoli, dalle 15 alle 19, con l'organizzazione di Qui Milano Libera e la partecipazione tra gli altri di Nando dalla Chiesa, Salvatore Borsellino, Dario Fo, Moni Ovadia, ed Eleonora Voltolina della Repubblica degli Stagistiin rappresentanza dei firmatari dell'appello «Il nostro tempo è adesso - la vita non aspetta».
Per saperne di più su questo argomento, leggi anche:
- Sulla gravità della violazione del codice deontologico forense da parte degli enti pubblici: l'editoriale di Eleonora Voltolina
- La testimonianza di Francesca Esposito: «Ho interrotto il mio praticantato presso l'Inps perchè non mi davano un euro»
- Articoli pagati 2,50 euro e collaborazioni mai retribuite. Ecco i dati della vergogna che emergono da una ricerca dell'Ordine dei giornalisti
E anche:
- Mantenere i figli è un obbligo per i genitori, anche se sono adulti e vaccinati. Ma chi ci perde di più sono proprio i giovani
- «Stagisti sfruttati, ribellatevi: anche il sindacato sarà al vostro fianco»: la promessa di Ilaria Lani, responsabile Politiche giovanili della Cgil
Forse non tutti sanno che la Costituzione si schiera anche contro il lavoro sottopagato. Lo fa attraverso l'articolo 36, che al suo primo comma dice: «Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa». Stando a questo articolo, quindi, tutti i contratti che non prevedono uno stipendio dignitoso sono anticostituzionali. Perché si può forse avere un'esistenza libera se si lavora per pochi spiccioli? No. Si può essere sereni quando non si è sicuri di arrivare a pagare l'affitto? No. Si può essere autonomi, e progettare il proprio futuro, se si sa che al primo imprevisto si dovrà bussare alla porta di mamma e papà - o della Caritas - perché qualsiasi spesa extra è off-limits? Ancora una volta, no.
Purtroppo i giovani sono i primi a fare le spese di questo sistema. Innanzitutto perché vengono nella stragrande maggioranza dei casi inseriti nel mercato attraverso contratti temporanei, che non garantiscono continuità né dal punto di vista della professione né da quello del reddito: il grande errore di rendere il lavoro flessibile fiscalmente e contributivamente più vantaggioso rispetto al lavoro stabile ha creato un mostro. Ma se almeno questi contratti temporanei fossero pagati molto bene, i giovani italiani avrebbero di che mantenersi! E invece al danno si aggiunge la beffa: a parità di mansioni, chi ha un contratto a progetto guadagna in media molto meno dei colleghi a tempo indeterminato.
È venuto il momento di dire basta. Oggi in piazza l'articolo 36 andrà ricordato a tutti coloro che se ne approfittano e che offrono condizioni salariali inique: non solo imprese private ma anche tanti, troppi enti pubblici, che dovrebbero dare il buon esempio e invece finiscono per sfruttare i giovani e i precari come e peggio degli altri. Basti pensare alle docenze gratuite nelle università, o ai praticanti che mandano avanti le Avvocature di migliaia di pubbliche amministrazioni senza percepire un euro per il loro lavoro.
È venuto il momento di dire basta. E dalla piazza del 12 marzo verrà lanciato l'appuntamento a un'altra piazza, quella del 9 aprile. Un appello, «Il nostro tempo è adesso - la vita non aspetta», rivolto «a chi ha lavori precari o sottopagati, a chi non riesce a pagare l’affitto, a chi è stanco di chiedere soldi ai genitori, a chi chiede un mutuo e non glielo danno, a chi il lavoro non lo trova e a chi passa da uno stage all’altro, alle studentesse e agli studenti che hanno scosso l’Italia, a chi studia e a chi non lo può fare, a tutti coloro che la precarietà non la vivono in prima persona e a quelli che la “pagano” ai loro figli». Per ribellarsi. Per riprendersi il presente e il futuro.
Oggi l'evento principale sarà a Roma, con un corteo che partirà da piazza della Repubblica alle 14 e passando per via Barberini e via Sistina arriverà a piazza del Popolo. Hanno già preannunciato la loro partecipazione artisti come Ottavia Piccolo, Monica Guerritore, Ascanio Celestini, Roberto Vecchioni, Daniele Silvestri. In altre cento città ci saranno manifestazioni e cortei: a Milano in largo Cairoli, dalle 15 alle 19, con l'organizzazione di Qui Milano Libera e la partecipazione tra gli altri di Nando dalla Chiesa, Salvatore Borsellino, Dario Fo, Moni Ovadia, ed Eleonora Voltolina della Repubblica degli Stagistiin rappresentanza dei firmatari dell'appello «Il nostro tempo è adesso - la vita non aspetta».
Per saperne di più su questo argomento, leggi anche:
- Sulla gravità della violazione del codice deontologico forense da parte degli enti pubblici: l'editoriale di Eleonora Voltolina
- La testimonianza di Francesca Esposito: «Ho interrotto il mio praticantato presso l'Inps perchè non mi davano un euro»
- Articoli pagati 2,50 euro e collaborazioni mai retribuite. Ecco i dati della vergogna che emergono da una ricerca dell'Ordine dei giornalisti
E anche:
- Mantenere i figli è un obbligo per i genitori, anche se sono adulti e vaccinati. Ma chi ci perde di più sono proprio i giovani
- «Stagisti sfruttati, ribellatevi: anche il sindacato sarà al vostro fianco»: la promessa di Ilaria Lani, responsabile Politiche giovanili della Cgil
'In difesa
della Costituzione'
Migliaia di persone
in piazza
Secondo la questura sono almeno 5mila le persone che hanno sfilato nelle strade della città per il corteo ''In difesa della Costituzione e della scuola'', organizzato in tutta Italia
Corteo in difesa della Costituzione e della scuola a Firenze (Pressphoto)
Firenze, 12 marzo 2011 - Bandiere tricolori e Inno di Mameli, bandiere rosse e Bella ciao, i bambini ad aprire il corteo e almeno cinquemila persone che sfilano per la città: sono queste le immagini giunte dalla manifestazione organizzata oggi in tutta Italia e tenutasi anche a Firenze. Il corteo ''In difesa della Costituzione e della scuola'' è stato organizzato a livello nazionale da Articolo 21, Libertà e Giustizia e Valigia Blu, e coordinato a Firenze, tra gli altri, da Cgil, Arci, Gruppo Cacerolazo e numerose altre sigle.
Dal corteo sono stati intonati cori 'dimettiti'; in piazza della Signoria un gruppo di manifestanti aveva appesi al collo cartelli con su scritto 'noi in piazza: governo a casa'. Molte persone avevano in mano una copia della Costituzione. Inoltre, striscioni con la scritta 'mi piace la scuola pubblica'. A scandire il ritmo del corteo le pentole del cacerolazo.
La manifestazione, partita poco dopo le 15 da Largo Annigoni e diretta verso piazza Santa Croce, ha visto anche tanti i bambini, tra i quali alcuni con le pentole del cacerolazo ed altri invece con striscioni che riportavano la scritta 'Difendete il nostro futuro'. Molti anche gli studenti e docenti e rappresentanti del mondo della scuola. Presente anche una delegazione dei centri sociali. Tra i cartelli esposti anche alcuni in svariate lingue con lo slogan ''L'Italia non è un bordello''.
Tra i partecipanti anche esponenti politici, delle sigle aderenti, Pd, Idv, Sel: tra questi, i segretari toscani del Partito democratico Andrea Manciulli e dell'Idv Fabio Evangelisti, il consigliere regionale di Federazione sinistra e Verdi Mauro Romanelli, l'assessore comunale alla scuola Rosa Maria Di Giorgi.
C-day Milano: in piazza per difendere la Costituzione
Milano, 12 marzo. Sono state più di 1000 le persone che si sono radunate in largo Cairoli (gallery in basso a destra), a qualche centinaio di metri da Duomo, di fronte a un palco calcato anche dall'istrione, nonchè premio Nobel, Dario Fo. Il motivo? Difendere la Costituzione. Diversi attacchi, sono stati portati al Presidente del Consiglio e al Governo, rei, secondo i manifestanti, di non promulgare i valori della stessa. Nessuna bandiera di partito, ma tanti vessilli tricolore, e diversi striscioni in difesa della Carta. Argomento molto sentito è quello della scuola. Le parole ("travisate") del Premier, vengono riprese, e qualcuno risponde da insegnante: " io educo, non inculco" e ancora "i valori non si inculcano, si trasmettono". Le scritte,esposte su cartelli attaccati sulla schiena, muovono da una tesi espressa da Berlusconi secondo la quale, "alcuni insegnanti (della scuola pubblica, NDA) inculcano valori differenti da quelli delle famiglie". Le dichiarazioni scatenarono un putiferio politico e mediatico e appunto il Presidente del Consiglio si difese dicendo di essere stato travisato e che aveva semplicemente voluto denunciare "l'influenza deleteria di un'ideologia". Dal palco, "presieduto" da Piero Ricca, rieccheggiano poi le parole della giornalista Eleonora Voltolina, fondatrice della testata "La repubblica degli stagisti": il suo pensiero è piuttosto chiaro: "i giovani passano da uno stage all'altro e quelli che lavorano hanno stipendi del tutto inadeguati". E ancora, nessun"diritto ad una casa", (impossibile da comprare), difficilissimo costruirsi una "felicità affettiva" (intesa come famiglia) per le troppe difficoltà economiche. Un richiamoall'art 36 della Costituzione che così recita: "Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa" e un invito ai giovani a scendere in piazza il 9 aprile. L'intervento dipinge una parte di quello che da molti viene chiamato "l'esercito dei precari". Un esercito al quale non appartengono solo i giovani laureati. Tanti la laurea non l'hanno presa, tanti non sono più nemmeno giovani, ma anche per loro il problema della precarietà (se non della disoccupazione) è quanto di più attuale possa esserci. A.S.
Non ci facciamo inculcare da nessuno
Sull’onda di un conato di rabbia (oltre che di vomito) ieri, 12 marzo, sono scesa in piazza in difesa della scuola pubblica e della costituzione. “Gli insegnanti della scuola di Stato inculcano principi che sono diversi da quelli che i genitori vorrebbero…” sono queste le parole di Mister B. che mi hanno spinto a tirar fuori dall’armadio la giacca delle manifestazioni (la conservo dagli anni ’70) e a scendere in Largo Cairoli a protestare. “In effetti – pensavo mentre spazzolavo la casacca molto usata – le maestre di mio figlio inculcano parecchio ultimamente. Quella d’italiano gli ha inculcato oltre alle preposizioni articolate, anche pericolose nozioni sui Fenici, gli Assiri e pure il temibile Assurbanipal. Ma c’è di peggio. L’ingegnante di matematica e scienze dopo le misure di massa si è spinta fino ad inculcare la fotosintesi clorofilliana nelle fragili menti dei bambini si sa che può avere esiti disastrosi”.
Mi sono anche chiesta chi saranno mai stati gli insegnanti di Silvio adolescente. A chi attribuire la responsabilità di avergli inculcato un immaginario erotico che evoca gli stessi raffinati scenari di una commedia con Bombolo: poliziotte, infermiere, gemelline tutto pepe…cose che Alvaro Vitali è Bunuel a confronto. O forse gli insegnanti questa volta non c’entrano, ed è tutta roba sua, chissà.
Accompagnata da mio figlio e da amici anche loro con pargolo annesso, sbarco finalmente in Largo Cairoli e subito lancio l’allarme: “Compagni, la piazza è invasa dai fascisti!” Dinnanzi a me, sventolano miriadi di bandiere tricolore. “Ma che fascisti – dice la mia amica – il tricolore è simbolo della costituzione, dimenticati gli assembramenti della Fiamma Tricolore, adesso la bandiera italiana la usiamo noi”. E mi sorride con un velo di tristezza negli occhi. Sono sempre l’ultima persona informata dei fatti.
Ci spingiamo fino all’angolo occupato da “Rete scuole” che però non sono presenti sul palco perché, mi spiegano, hanno litigato furiosamente con gli altri sulle priorità. Non capisco che cosa voglia dire, ma mi sento in pieno clima anni ’70.
“Perché hai un fiocco giallo addosso, mamma? Non era bianco l’altra volta?” Chiede mio figlio. “Il bianco era per le donne – spiego all’ingenuo fanciullo - il giallo è per la scuola e il tricolore…” Ma le parole mi muoiono in bocca mentre la mia immaginazione rievoca sterminate piazze colme dibandiere rosse come il fuoco. Sarà che sono milanese e… cinq sghei pussè ma russ, ma a me sta sparizione del rosso mi fa una gran tristezza.
Per rimanere sempre in clima anni ’70, terminiamo il pomeriggio a mangiare le patatine fritte in Piazza S. Stefano che, per chi non è di Milano, è la piazza dove finivamo sempre le giornate dopo le manifestazioni. Le patatine adesso costano come una rata del mutuo e la piazza, una volta frequentissima da giovani e studenti ora è piena solo di banche e di negozi di computer, ma fingo di non pensarci mentre addento una patata bollente: almeno il sapore è identico a quello di tanti anni fa.
Alla sera, divelta dalla stanchezza, mi spalmo sul divano. Alla tv danno “Inkheart, cuore d’inchiostro” un film dove il protagonista ha lo strano potere di far materializzare le storie che legge sui libri. M’illumino d’immenso: ecco perché scrivo libri, perché si realizzi quello che scrivo! Su questa rivelazione mi addormento di botto. Come dirà mio figlio nel tema di lunedì: ”Siamo tornati a casa stanchi, ma felici”. Noi, non ci facciamo inculcare da nessuno!
Mi sono anche chiesta chi saranno mai stati gli insegnanti di Silvio adolescente. A chi attribuire la responsabilità di avergli inculcato un immaginario erotico che evoca gli stessi raffinati scenari di una commedia con Bombolo: poliziotte, infermiere, gemelline tutto pepe…cose che Alvaro Vitali è Bunuel a confronto. O forse gli insegnanti questa volta non c’entrano, ed è tutta roba sua, chissà.
Accompagnata da mio figlio e da amici anche loro con pargolo annesso, sbarco finalmente in Largo Cairoli e subito lancio l’allarme: “Compagni, la piazza è invasa dai fascisti!” Dinnanzi a me, sventolano miriadi di bandiere tricolore. “Ma che fascisti – dice la mia amica – il tricolore è simbolo della costituzione, dimenticati gli assembramenti della Fiamma Tricolore, adesso la bandiera italiana la usiamo noi”. E mi sorride con un velo di tristezza negli occhi. Sono sempre l’ultima persona informata dei fatti.
Ci spingiamo fino all’angolo occupato da “Rete scuole” che però non sono presenti sul palco perché, mi spiegano, hanno litigato furiosamente con gli altri sulle priorità. Non capisco che cosa voglia dire, ma mi sento in pieno clima anni ’70.
“Perché hai un fiocco giallo addosso, mamma? Non era bianco l’altra volta?” Chiede mio figlio. “Il bianco era per le donne – spiego all’ingenuo fanciullo - il giallo è per la scuola e il tricolore…” Ma le parole mi muoiono in bocca mentre la mia immaginazione rievoca sterminate piazze colme dibandiere rosse come il fuoco. Sarà che sono milanese e… cinq sghei pussè ma russ, ma a me sta sparizione del rosso mi fa una gran tristezza.
Per rimanere sempre in clima anni ’70, terminiamo il pomeriggio a mangiare le patatine fritte in Piazza S. Stefano che, per chi non è di Milano, è la piazza dove finivamo sempre le giornate dopo le manifestazioni. Le patatine adesso costano come una rata del mutuo e la piazza, una volta frequentissima da giovani e studenti ora è piena solo di banche e di negozi di computer, ma fingo di non pensarci mentre addento una patata bollente: almeno il sapore è identico a quello di tanti anni fa.
Alla sera, divelta dalla stanchezza, mi spalmo sul divano. Alla tv danno “Inkheart, cuore d’inchiostro” un film dove il protagonista ha lo strano potere di far materializzare le storie che legge sui libri. M’illumino d’immenso: ecco perché scrivo libri, perché si realizzi quello che scrivo! Su questa rivelazione mi addormento di botto. Come dirà mio figlio nel tema di lunedì: ”Siamo tornati a casa stanchi, ma felici”. Noi, non ci facciamo inculcare da nessuno!
Costituzione Day, un milione in piazza per difendere la Carta e la scuola pubblica. Polemiche su Ingroia
Scritto da Redazione
A pochi giorni dalla celebrazione dei 150 anni dell'Unità d'Italia, migliaia di cittadini sono scesi in piazza nelle principali città della penisola in "difesa della Costituzione e della scuola pubblica", organizzata dall'associazione Articolo 21 e in particolare dal parlamentare Pd Vincenzo Vita. Il 12 marzo sarà ricordato come il Costituzione Day, che vede la partecipazione di uomini politici di Idv, Pd e anche Fli ma soprattutto esponenti della società civile come Gustavo Zagrebelski e il procuratore di PalermoAntonio Ingroia.
L'iniziativa è volta a contrastare il disegno di riforma della giustizia che andrà a modificare diversi punti della costituzione, in particolare in relazione agli articoli che istituiscono la magistratura come ordine separato dai poteri dello Stato. Con la riforma proposta dal governo giovedì il pubblico ministero verrà declassato da ordine a "ufficio" e diventerà di fatto un avvocato dell'accusa, che, come ha detto il premier Berlusconi, dovrà presentarsi "con il cappello in mano davanti al magistrato giudicante". L'altra molla che ha spinto la gente in piazza sono state le dure parole che Silvio Berlusconi, spalleggiato dal ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini, ha usato contro la scuola pubblica, accusata di educare a valori contrari a quelli della famiglia. Naturalmente, si trattava di una strategia neanche troppo velata per riaccreditarsi presso le gerarchie vaticane mediante un elogio sperticato delle scuole private confessionali e paritarie.
Tornando alla manifestazione odierna, gli organizzatori affermano di essere un milione. Tra le reazioni quelle più rilevanti sono quelle del Terzo Polo, come il futurista Fabio Granata: «Vado in piazza, la manifestazione l'abbiamo organizzata anche noi. Non provo nessun imbarazzo e lo dico da uomo di destra. La Costituzione rappresenta il tessuto connettivo della nazione. A qualcuno fa comodo strumentalizzare la manifestazione per parlare di santa alleanza: quell'ipotesi non è attuale, visto che la situazione è cambiata». Più attenuato il commento di Casini: «La Costituzione è stata fatta bene. Detto questo non è tabù, può essere migliorata, rinnovata, l'importante è che non ci siano apprendisti stregoni. Quello che ci spaventa è il pressapochismo, la superficialità, l'ignoranza con cui si vuole ritoccare la Costituzione. Di per sé è possibile migliorarla, in tutti gli Stati ci sono lavori di ammodernamento costituzionale». Durissimo Cicchitto: «C'è chi si vuole appropriare dell'8 marzo, chi del giorno della Costituzione. Sono appropriazioni indebite».
Polemica invece sulla presenza di Ingroia. I politici del Pdl hanno polemizzato infatti sull'opportunità da parte del giudice di Palermo di presenziare a una manifestazione che ha a loro avviso un chiaro obiettivo politico: abbattere Silvio Berlusconi.
Anche a Milano migliaia in piazza in difesa della Costituzione
Numerosi cittadini hanno affollato piazza Cairoli
(mi-lorenteggio.com) Milano, 12 marzo 2011 - Nel pomeriggio di oggi, migliaia di persone insieme ad associazioni, studenti e sindacati, hanno affollato la centralissima piazza Cairoli, aderendo all'iniziativa 'Salviamo la Costituzione: aggiornarla non demolirla'.
Dario Fo sul palco
Sul palco, Piero Ricca ha coordinato gli interventi di diversi esponenti della cultura e del mondo politico: da Dario Fo a Vincenzo Consolo a Nando dalla Chiesa.
La Carta non si tocca, più di un milione al Costituzione day
Roma – È stato un vero e proprio bagno di folla. Secondo gli organizzatori sono scese in piazza più di un milione di persone in tutta Italia. Spinti dall’idea di difendere la Costituzione e la scuola pubblica, gli italiani reagiscono manifestando contro il governo e il presidente del Consiglio che cercano in tutti i modi di cambiare la Carta fondamentale del Paese e vogliono smantellare la scuola pubblica. È passato appena un mese dalla riuscitissima manifestazione femminile ‘Se non ora quando’, e allora come adesso a prendere l’iniziativa è stato un comitato spontaneo di associazioni, singoli volontari, intellettuali e giornalisti. In piazza del popolo a Roma la parola “Reazione” è quella che ha riscosso più successo. Roberto Vecchioni ha dedicato il brano con cui ha vinto Sanremo, ‘Chiamami ancora amore’, come ha spiegato egli stesso, a operai e studenti.
È stato seguito attentamente anche il discorso di una studentessa che ha parlato della Costituzione e della scuola pubblica e del trattamento riservato ai giovani da una classe politica gerontocratica che impedisce loro di farsi una vita in Italia e che per questo motivo sono costretti ad emigrare o ad accontentarsi di contratti che sviliscono le loro reali capacità. La giovane è stata applauditissima quando, alla fine del suo discorso, ha assicurato che i giovani italiani non hanno alcuna intenzione di arrendersi e vogliono “reagire”, rimanere in Italia e lottare per il cambiamento. Ugual successo ha riscosso l’intervento di Antonio Ingroria,procuratore aggiunto di Palermo, che a Roma ha trattato un altro tema caldo: l’allarme sulla riforma della giustizia. «E’ una controriforma e non è soltanto una ritorsione contro la magistratura – ha affermato il magistrato palermitano – è in gioco la separazione delle carriere ma soprattutto si sta giocando l’eguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge”.
Dario Fo al C-day
Dario Fo ha invece scaldato la piazza milanese, dedicando il suo intervento a Silvio Berlusconi e al caso Ruby: «Il premier ha ammesso di aver telefonato perché quella ragazza ci potrebbe procurare grane internazionali ma dice una cosa che solo uno scemo può dire –ha detto a gran voce il premio nobel lombardo – abbiamo un presidente del Consiglio scemo». Tanti nomi noti si sono succeduti nei vari palchi allestiti nelle diverse piazze italiane, a Roma c’erano Fiorella Mannoia, Giulio Scarpati, Ottavia Piccolo, Ascanio Celestini, tanto per citarne alcuni. I politici, sono rimasti defilati, perché a parlare è stata la società civile, come era già accaduto il 12 febbraio scorso con la manifestazione delle donne. I politici hanno espresso il loro parere sulla manifestazione dietro le quinte. «C’è nella società – ha detto Fini in un intervista a SkyTg24, il giorno dopo la manifestazione- un desiderio di far sentire la propria voce e se questo trova spazio in manifestazioni è un fatto positivo. Non c’è dubbio che la manifestazione di ieri era animata da donne e uomini che pensano che Berlusconi voglia attentare alla Costituzione ma il corteo si apriva con un enorme tricolore che è il simbolo dell’unità nazionale e non un simbolo di parte, si cantava ‘viva l’Italia’». Anche Pierluigi Bersani, segretario del Pd, ha partecipato al corte della capitale, ma non ha parlato dal palco, era presente solo a titolo personale: «C’è un grande movimento nel Paese e i partiti, in particolare il nostro, devono affiancarlo, dargli la mano. Politica e società civile insieme per una strada di speranza e di ricostruzione – ha affermato il segretario piddino -tanta gente senza organizzazione di partiti o associazioni è qui a dimostrazione di quanta voglia ci sia di voltare pagina, gli anticorpi degli italiani sono più forti dei virus di Berlusconi».
Ci sono state manifestazioni Costituzione day in tutto il paese, da Nord a Sud, e anche all’estero, ad Amsterdam, Bruxelles, Edimburgo, Ginevra, Helsinki, Madrid, Londra, Praga, Siviglia. Il Leit motiv in tutte le piazze è stato l’Inno di Mameli, ma si è cantato anche ‘Libertà‘ di Giorgio Gaber, “Viva l’Italia” diFrancesco De Gregori e l’ ironica ‘Italia sì, Italia no’ di Elio e le storie tese.
Sabina Sestu
C-Day anche a Londra: “Per una nuova Italia non più schiava dei poteri”
Il C-Day ha chiamato oggi a raccolta anche a Londra molti Italiani della capitale che si sono radunati di fronte a Downing Street per far sentire la propria voce. Sotto un tiepido sole del marzo londinese, i manifestanti sono arrivati di fronte alla residenza del Premier David Cameron armati di cartelli, megafoni e striscioni. Uno di questi recita: “Cercasi presidente del consiglio onesto, dignitoso, rispettoso della Costituzione. Astenersi mitomani, sessodipendenti, collusi e ricattabili”.
Circa 150 persone hanno partecipato al sit-in organizzato nella capitale dal Popolo Viola London, distaccamento estero del gruppo già protagonista di diversi eventi pubblici nei mesi scorsi. Alcuni turisti di passaggio, molti i residenti, emigrati dall’Italia in cerca di lavoro e di opportunità. “Dobbiamo difendere una Costituzione continuamente calpestata e violata dai nostri governanti”, dice il primo speaker del Popolo Viola. “Manifestiamo qui come nelle piazze italiane, anche se siamo lontani. “Vogliamo un nuovo Paese, non più schiavo di rendite e poteri, che entri davvero in Europa.”
Sulla scia del successo della manifestazione “Se non ora, quando?” dello scorso febbraio – a cui, solo a Londra, avevano preso parte oltre 400 persone – anche oggi gli italiani, in patria come all’estero, si sono presentati nelle piazze a difesa della legge che per loro va bene così com’è, senza rimpasti. Negli interventi si parla di giustizia, di legalità, di educazione, di giovani e di precariato. “Non sono più tollerabili i privilegi,” dicono i ragazzi, che fiaccano l’Italia eliminando competitività e rubando diritti e prospettive.
Angelo Chiaretti, di Mondaino, Rimini, ha interpretato un Dante Alighieri paladino della Costituzione, con tanto di tunica rossa e cappello: “Più di sette secoli fa, Dante ci ha insegnato che il governo dello stato non può essere un fatto privato. L’Italia di oggi si può descrivere bene con i versi del sommo poeta, che scrive al Canto VI del Purgatorio: “Ahi Italia, di dolore ostello, nave senza nocchiero in gran tempesta, non donna di province, ma bordello.”
Si citano, oltre a Dante, Mazzini, Calamandrei e altre grandi figure del passato storico della nazione. C’è voglia di cambiare nell’aria. Non vittimismo, ma determinazione e speranza. Angelo Chiaretti era a Londra in questi giorni con il fratello Goffredo. Entrambi commercianti di Rimini, sono arrivati nella capitale per La Dolce Vita, fiera di prodotti italiani che si tiene in questi giorni a Islington. “Il clima in fiera era buono, c’era molta gente e molto interesse per i nostri prodotti”, diceGoffredo Chiaretti, “ma la situazione da noi è ridicola, e qua lo sanno. Si sente il peso anche qui”. Da notare come il sentimento della manifestazione non sia colorato politicamente. In molti ci tengono a dire che non hanno particolare simpatia per l’attuale centro-sinistra, e non sono qui a manifestare contro B. a sostegno del Pd. “Siamo chiaramente delusi da un’opposizione che non fa opposizione”, dice Serena Sardi, tra gli organizzatori dell’evento. 30 anni, arrivata otto anni fa a Londra per studiare, ha scelto di rimanere. Ora lavora per una charity britannica, la Seven Nation Army.
Per Serena, le cose possono cambiare. Ma non basta – dice – solo protestare contro l’attuale Presidente del Consiglio: “Berlusconi è l’esempio di un problema che è complessivo della politica italiana. Non serve sostituirlo con un altro Berlusconi. Serve una nuova classe politica che non serva sé stessa.” Anche Enrico, 6 mesi appena, dal suo passeggino porta un cartello tricolore per la Costituzione. “Se non la difende lui, chi lo fa?” si chiede la mamma Benedetta, medico, originaria di Cremona e residente a Londra da 4 anni.
Oltre a Londra, altre manifestazioni parallele si sono svolte ad Amsterdam, Bruxelles, Parigi, Ginevra, Edimburgo ed Helsinki.
C-Day, l'isola si mobilita, protagoniste le donne
Massiccia partecipazione anche in Sardegna alle piazze del C-Day. E' stato un successo, dappertutto tricolori e inno di Mameli
di Filippo Peretti
Cittadini davanti al palazzo di Giustizia a Cagliari
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13 marzo 2011
Il presidio - Le donne sono tornate in piazza per manifestare la loro indignazione. Fiocchi rosa e bandiere tricolori a difesa della Costituzione sono stati esposti in via XX settembre.
Le donne di nuovo in piazza
"Vogliamo riprenderci la città"
"Vogliamo riprenderci la città"
Le donne sono tornate in piazza per manifestare la loro indignazione. Fiocchi rosa e bandiere tricolori a difesa della Costituzione sono stati esposti in via XX settembre. Una mobilitazione molto colorata e creativa: molti gli striscioni appesi e per l’occasione è stato srotolato anche un lungo drappo rosa. Forse anche a causa della pioggia, il presidio non è riuscito a bissare i numeri del 13 febbraio, quando duemila persone sfilarono fino alla Procura di Bergamo nella prima manifestazione targata “Se non ora…Quando?”
“Ci vogliamo riprendere la città – si legge nel volantino distribuito ai passanti – la vita pubblica, liberandola dalla corruzione, dall’ipocrisia, dal familismo e dall’omofobia. Nell’anno in cui si celebra il 150esimo dell’Unità d’Italia, diamo ancora più valore all’8 marzo, giornata nata più di un secolo fa per onorare le lavoratrici di tutto il mondo, diventata nel tempo festa delle donne e oggi occasione di rinascita per il nostro Paese. Vogliamo che la settimana dell'8 marzo sia, come il 13 febbraio, un momento di tutte”.
Nel volantino vengono elencate anche una serie percentuali: “Le donne sono il 60% dei laureati, ma solo il 46% di chi lavora. Sono il 42% dei magistrati, il 32% dei medici, il 42% degli avvocati, il 30% degli imprenditori ma guadagnano, in media, il 20% in meno degli uomini a parità di lavoro. Lavorano ppiù degli uomini tra professione e lavoro di cura, ma i loro contratti sono a part time e a tempo determinato più di quelli degli uomini, e più di loro sono precarie. In Italia solo il 21% dei deputati e il 19% dei senatori è donna. Nel governo ci sono solo 5 ministre, di cui 3 senza portafoglio. Il 68% delle donne tra i 20 e i 49 anni ha un’occupazione se non ha figli, il 60% se ha un figlio, il 54% se ha due figli.
In Italia, la spesa per le politiche sociali e familiari rappresenta l’1,3% del Pil, meno della metà della media europea. Le donne fanno il 77% del lavoro familiare. Solo il 10% dei bimbi da zero a due anni frequenta un nido. Il welfare per i piccoli è rappresentato dai nonni (chi li ha). Alle richieste di part time e orari flessibili spesso le aziende rispondono negativamente. Il 40% delle donne sotto i 40 anni non può fruire delle tutele sulla maternità previste dalla legge perché non ha un lavoro a tempo indeterminato”.
“Ci vogliamo riprendere la città – si legge nel volantino distribuito ai passanti – la vita pubblica, liberandola dalla corruzione, dall’ipocrisia, dal familismo e dall’omofobia. Nell’anno in cui si celebra il 150esimo dell’Unità d’Italia, diamo ancora più valore all’8 marzo, giornata nata più di un secolo fa per onorare le lavoratrici di tutto il mondo, diventata nel tempo festa delle donne e oggi occasione di rinascita per il nostro Paese. Vogliamo che la settimana dell'8 marzo sia, come il 13 febbraio, un momento di tutte”.
Nel volantino vengono elencate anche una serie percentuali: “Le donne sono il 60% dei laureati, ma solo il 46% di chi lavora. Sono il 42% dei magistrati, il 32% dei medici, il 42% degli avvocati, il 30% degli imprenditori ma guadagnano, in media, il 20% in meno degli uomini a parità di lavoro. Lavorano ppiù degli uomini tra professione e lavoro di cura, ma i loro contratti sono a part time e a tempo determinato più di quelli degli uomini, e più di loro sono precarie. In Italia solo il 21% dei deputati e il 19% dei senatori è donna. Nel governo ci sono solo 5 ministre, di cui 3 senza portafoglio. Il 68% delle donne tra i 20 e i 49 anni ha un’occupazione se non ha figli, il 60% se ha un figlio, il 54% se ha due figli.
In Italia, la spesa per le politiche sociali e familiari rappresenta l’1,3% del Pil, meno della metà della media europea. Le donne fanno il 77% del lavoro familiare. Solo il 10% dei bimbi da zero a due anni frequenta un nido. Il welfare per i piccoli è rappresentato dai nonni (chi li ha). Alle richieste di part time e orari flessibili spesso le aziende rispondono negativamente. Il 40% delle donne sotto i 40 anni non può fruire delle tutele sulla maternità previste dalla legge perché non ha un lavoro a tempo indeterminato”.
Domenica 13 Marzo 2011
"Vergogna per questa società in cerca delle apparenze"
La protesta, partendo dalla piazza, è arrivata fino al locale. Cori contro l'arrivo della chiacchierata marocchina, conosciuta per le sue frequentazioni delle feste nella villa del premier ad Arcore
Ore 20.30. Da piazza Aldo Moro parte la protesta per l'arrivo di Ruby nel locale magliese di Mino Brandolino, imprenditore neretino che ha aperto il 22 febbraio il lounge bar “Tempo Zero”, in uno dei palazzi storici di Maglie, Palazzo Aprile, che ospitò Vittorio Emanuele III.
La protesta dei giovani arriva fino al locale, partendo dalla piazza, alzando cori di protesta contro l'arrivo della chiacchierata marocchina, conosciuta per le sue frequentazioni alle feste di Arcore.
“Stasera va in scena il lato malato della società”, si legge tra i cartelli di protesta dei ragazzi che mantengono caldi i toni davanti al Palazzo.
Adele, 19 anni, italo-marocchina, mostra un cartello scritto in arabo. “L'ha scritto mio padre per me, significa “Vergogna a chi non conosce la vergogna. Questa ragazza offende il nostro paese, dice di volersi convertire alla religione cattolica, ma non merita neanche di essere musulmana. Lei non è una donna”.
Anche Laura, 17 anni, alunna del Liceo Scientifico di Maglie, mostra tutta la sua indignazione. “Mi vergogno di questa società che manda avanti le apparenze, facendo passare il messaggio che noi giovani donne siamo tutte così. Invece siamo qui a protestare perché siamo ragazze impegnate, studiamo, vogliamo realizzarci nella vita e portare al successo una donna come Ruby perché è andata in casa del premier, è un'offesa alla nostra dignità”.
Tra la folla c'è chi sventola la costituzione italiana, chi indossa una maschera raffigurante Silvio Berlusconi, per vedere, dice Angelina, 70 anni di Nardò, “se ci fanno entrare con la maschera. Io ho aderito liberamente tramite facebook a questa iniziativa e sono arrabbiata perché questa donna non fa onore ai nostri giovani”.
L'attesa si protrae nelle ore, ma la protesta non diminuisce e per ogni macchina e persona che si avvicina al locale si alzano forti le grida dei manifestanti. Verso le 21.30 arrivano una decina di uomini della scorta che rimangono davanti al locale per evitare disordini. Malgrado la cena fosse prevista per le 20.30 non si vedono arrivare gli invitati, solo una decina di persone entrano nel locale facilitate dagli uomini della sicurezza, di fronte ai cori di protesta.
Paola Cillo, presidente dell'associazione magliese “Biblioteca di Sarajevo”, mostra tutta la sua soddisfazione per la protesta dei giovani “che non sono stati strumentalizzati. Hanno deciso di organizzare questa protesta e li sosteniamo. La protesta non è solo rivolta a questa donna ma al sistema e agli adulti che hanno organizzato quest'evento, che sviliscono in questo modo l'impegno dei giovani che non vogliono essere rappresentati da una società che non rispetta il loro valore. E' una protesta dei giovani e noi li sosteniamo”.
Il gruppo di Maglie “Se non ora quando” vuole fare sentire la sua voce. Liseba, anni 26, ribadisce come la presenza di Ruby “offenda le donne. Noi studiamo, ci impegniamo e non possiamo vedere che il messaggio che si vuole far passare è che basta andare alle feste del premier e vestire in modo succinto per fare soldi e successo nella vita. Noi abbiamo deciso di usare le maschere di Berlusconi oggi perchè questa ci sembra l'ultima carnevalata dell'anno”.
Tra la folla c'è chi grida ricordando che Maglie è la città di Aldo Moro, ricordando la dignità che i magliesi non vogliono perdere. Sono già le 23 e la protesta continua con forza ma non si vede arrivare nessuno. I cartelloni continuano ad essere agitati tra i cori di protesta e nessuno si allontana da Palazzo Aprile. Malgrado il freddo e la lunga attesa, i giovani continuano a presidiare la strada, si avvicinano sempre di più al portone, gridano con forza il loro dissenso.
Poco prima di mezzanotte arriva la prima limousine, ma scende soltanto Beatrice Baratto, l'addetto stampa dell'evento organizzato dal locale. Intanto gli animi si scaldano, ormai si avvicina il momento più atteso della serata. Far sentire a Ruby la rabbia della gente.
I ragazzi si avvicinano ancora di più al locale e questo rende, agli uomini della sicurezza, difficile gestire la situazione. La macchina riparte ma i giovani restano. Dopo venti minuti la limousine ritorna davanti al locale, questa volta la sicurezza fa scudo intorno alla macchina. E' arrivato il momento.
Scendono velocemente dalla macchina quattro uomini e portano velocemente Ruby nel locale tra i cori di una protesta che ha resistito fino all'ultimo minuto, con la forza di giovani uomini e donne, genitori e insegnanti.
La protesta dei giovani arriva fino al locale, partendo dalla piazza, alzando cori di protesta contro l'arrivo della chiacchierata marocchina, conosciuta per le sue frequentazioni alle feste di Arcore.
“Stasera va in scena il lato malato della società”, si legge tra i cartelli di protesta dei ragazzi che mantengono caldi i toni davanti al Palazzo.
Adele, 19 anni, italo-marocchina, mostra un cartello scritto in arabo. “L'ha scritto mio padre per me, significa “Vergogna a chi non conosce la vergogna. Questa ragazza offende il nostro paese, dice di volersi convertire alla religione cattolica, ma non merita neanche di essere musulmana. Lei non è una donna”.
Anche Laura, 17 anni, alunna del Liceo Scientifico di Maglie, mostra tutta la sua indignazione. “Mi vergogno di questa società che manda avanti le apparenze, facendo passare il messaggio che noi giovani donne siamo tutte così. Invece siamo qui a protestare perché siamo ragazze impegnate, studiamo, vogliamo realizzarci nella vita e portare al successo una donna come Ruby perché è andata in casa del premier, è un'offesa alla nostra dignità”.
Tra la folla c'è chi sventola la costituzione italiana, chi indossa una maschera raffigurante Silvio Berlusconi, per vedere, dice Angelina, 70 anni di Nardò, “se ci fanno entrare con la maschera. Io ho aderito liberamente tramite facebook a questa iniziativa e sono arrabbiata perché questa donna non fa onore ai nostri giovani”.
L'attesa si protrae nelle ore, ma la protesta non diminuisce e per ogni macchina e persona che si avvicina al locale si alzano forti le grida dei manifestanti. Verso le 21.30 arrivano una decina di uomini della scorta che rimangono davanti al locale per evitare disordini. Malgrado la cena fosse prevista per le 20.30 non si vedono arrivare gli invitati, solo una decina di persone entrano nel locale facilitate dagli uomini della sicurezza, di fronte ai cori di protesta.
Paola Cillo, presidente dell'associazione magliese “Biblioteca di Sarajevo”, mostra tutta la sua soddisfazione per la protesta dei giovani “che non sono stati strumentalizzati. Hanno deciso di organizzare questa protesta e li sosteniamo. La protesta non è solo rivolta a questa donna ma al sistema e agli adulti che hanno organizzato quest'evento, che sviliscono in questo modo l'impegno dei giovani che non vogliono essere rappresentati da una società che non rispetta il loro valore. E' una protesta dei giovani e noi li sosteniamo”.
Il gruppo di Maglie “Se non ora quando” vuole fare sentire la sua voce. Liseba, anni 26, ribadisce come la presenza di Ruby “offenda le donne. Noi studiamo, ci impegniamo e non possiamo vedere che il messaggio che si vuole far passare è che basta andare alle feste del premier e vestire in modo succinto per fare soldi e successo nella vita. Noi abbiamo deciso di usare le maschere di Berlusconi oggi perchè questa ci sembra l'ultima carnevalata dell'anno”.
Tra la folla c'è chi grida ricordando che Maglie è la città di Aldo Moro, ricordando la dignità che i magliesi non vogliono perdere. Sono già le 23 e la protesta continua con forza ma non si vede arrivare nessuno. I cartelloni continuano ad essere agitati tra i cori di protesta e nessuno si allontana da Palazzo Aprile. Malgrado il freddo e la lunga attesa, i giovani continuano a presidiare la strada, si avvicinano sempre di più al portone, gridano con forza il loro dissenso.
Poco prima di mezzanotte arriva la prima limousine, ma scende soltanto Beatrice Baratto, l'addetto stampa dell'evento organizzato dal locale. Intanto gli animi si scaldano, ormai si avvicina il momento più atteso della serata. Far sentire a Ruby la rabbia della gente.
I ragazzi si avvicinano ancora di più al locale e questo rende, agli uomini della sicurezza, difficile gestire la situazione. La macchina riparte ma i giovani restano. Dopo venti minuti la limousine ritorna davanti al locale, questa volta la sicurezza fa scudo intorno alla macchina. E' arrivato il momento.
Scendono velocemente dalla macchina quattro uomini e portano velocemente Ruby nel locale tra i cori di una protesta che ha resistito fino all'ultimo minuto, con la forza di giovani uomini e donne, genitori e insegnanti.
(domenica 13 marzo 2011)
Stefania Cosi
«Costituzione a rischio torniamo a vigilare»
MANIFESTAZIONE. Centinaia di persone in piazza dei Signori
«Siamo in emergenza democratica, difendiamo i valori che questo Governo vuole attaccare»
«Siamo in emergenza democratica, difendiamo i valori che questo Governo vuole attaccare»
13/03/2011
«Siamo in emergenza democratica e in emergenza democratica la Costituzione ci dice che dobbiamo tornare a vigilare». Tra tanti slogan e tante voci diverse, rappresentanti della scuola, dei sindacati, delle università e delle donne, ma senza simboli a parte il tricolore, si è svolta anche a Verona la manifestazione in difesa della Costituzione che ha coinvolto più di cento piazze italiane promossa da Beppe Giulietti deputato e portavoce dell'associazione Articolo 21, e Vincenzo Vita, senatore del Pd.
In città è stata organizzata in piazza dei Signori dai giovani universitari di WakeVeronaUp, insieme al Popolo viola di Padova e Venezia, ad Articolo 21 con il supporto di Cgil, Coordinamento genitori democratici, Acqua bene comune, Movimento nonviolento, Generazione democratica ed esponenti di Pd e delle donne di «Se non ora quando».
Striscioni, musica e cartelloni che ricordavano i principi costituzionali sviliti, secondo i manifestanti, dalle azioni di Governo. «Dopo la manifestazione del Popolo viola del 12 febbraio scorso», spiega Alain Pascal, portavoce di WakeVeronaUp, «abbiamo sentito il bisogno di cercare di dare un altro segnale a questa città. Si stanno infatti facendo leggi ad personam che vanno contro la Carta costituzionale. Noi vogliamo difendere la nostra Costituzione che è stata fatta da saggi. Non crediamo sia la bibbia, ma se qualcuno deve cambiarla questo non può essere chi continua invece a portare avanti solo interessi privati di un singolo». E aggiunge: «L'Italia è al 75° posto al mondo per la libertà di stampa e la riforma dell'università e della scuola sostiene i privati anziché il pubblico, ci sembrano solo alcuni motivi per cui occorre scendere in piazza in difesa dei valori espressi dalla Costituzione».
Anche Stefano Saoncella, delegato provinciale del Pd di Padova, ha fatto un accorato appello alla piazza: «Riappropriamoci della democrazia, svilita dalle leggi ad personam passate a colpi di voti di fiducia. Se la democrazia passerà dalle piazze dobbiamo essere pronti, un po' di shopping in meno e un po' più di partecipazione civile perché questo è il momento di tornare a vigilare». Dello stesso parere Matteo Avogaro, segretario provinciale di Generazione democratica: «É necessario e fondamentale essere al fianco della società civile indignata e stanca di un Governo dannoso e paralizzato, che non può danneggiare irreparabilmente anche la Carta Costituzionale». In piazza, anche se per una fugace apparizione, anche il senatore del Pd Marco Follini. G.C.
In città è stata organizzata in piazza dei Signori dai giovani universitari di WakeVeronaUp, insieme al Popolo viola di Padova e Venezia, ad Articolo 21 con il supporto di Cgil, Coordinamento genitori democratici, Acqua bene comune, Movimento nonviolento, Generazione democratica ed esponenti di Pd e delle donne di «Se non ora quando».
Striscioni, musica e cartelloni che ricordavano i principi costituzionali sviliti, secondo i manifestanti, dalle azioni di Governo. «Dopo la manifestazione del Popolo viola del 12 febbraio scorso», spiega Alain Pascal, portavoce di WakeVeronaUp, «abbiamo sentito il bisogno di cercare di dare un altro segnale a questa città. Si stanno infatti facendo leggi ad personam che vanno contro la Carta costituzionale. Noi vogliamo difendere la nostra Costituzione che è stata fatta da saggi. Non crediamo sia la bibbia, ma se qualcuno deve cambiarla questo non può essere chi continua invece a portare avanti solo interessi privati di un singolo». E aggiunge: «L'Italia è al 75° posto al mondo per la libertà di stampa e la riforma dell'università e della scuola sostiene i privati anziché il pubblico, ci sembrano solo alcuni motivi per cui occorre scendere in piazza in difesa dei valori espressi dalla Costituzione».
Anche Stefano Saoncella, delegato provinciale del Pd di Padova, ha fatto un accorato appello alla piazza: «Riappropriamoci della democrazia, svilita dalle leggi ad personam passate a colpi di voti di fiducia. Se la democrazia passerà dalle piazze dobbiamo essere pronti, un po' di shopping in meno e un po' più di partecipazione civile perché questo è il momento di tornare a vigilare». Dello stesso parere Matteo Avogaro, segretario provinciale di Generazione democratica: «É necessario e fondamentale essere al fianco della società civile indignata e stanca di un Governo dannoso e paralizzato, che non può danneggiare irreparabilmente anche la Carta Costituzionale». In piazza, anche se per una fugace apparizione, anche il senatore del Pd Marco Follini. G.C.
Tutelare la Costituzione attraverso i nostri comportamenti quotidiani Confronto a più voci anche tra rappresentanti delle istituzioni
Letizia Lucca
In occasione della giornata in difesa della Costituzione e in vista della "giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie" indetta dalla rete nazionale Libera che avrà luogo il prossimo 19 marzo a Potenza, ieri mattina si è svolto un forum cittadino sul tema della legalità democratica "W l'Italia viva". L'evento nato grazie alla sinergia di realtà quali Fondazione di Comunità Messina, Fondazione Horcynus Orca, dai partner del progetto Albachiara, Cepas, movimento femminile "Se non ora quando" e dalla rete nazionale Libera ha posto in essere tre tematiche tra loro intrecciate e collegate: l'unità nazionale fondata sui principi di libertà e uguaglianza sancite dalla Costituzione, la difesa della stessa Costituzione nella giornata ad essa dedicata e infine la memoria e l'impegno in memoria di chi ha perso la vita a causa delle mafie.
Tra gli ospiti che hanno partecipato al forum don Umberto Romeo del Cepas e promotore del progetto Legalopolis, il questore di Messina Carmelo Gugliotta, il sostituto procuratore della Dda di Messina Fabio D'Anna, il segretario generale della Fondazione di Comunità Gaetano Giunta e il consigliere della fondazione che ha moderato il forum Salvatore Rizzo. Erano inoltre presenti per dare il loro contributo alla causa Elena Fava, figlia del giornalista catanese Giuseppe Fava, assassinato nel 1984 perché ebbe per primo il coraggio di parlare di collusione tra mafia, imprenditoria e politica, Matteo Luzza, fratello di Giuseppe, ucciso dalla ndrangheta nel 1994 a soli 22 anni perché "colpevole" di aver amato la cognata di un boss. Due testimonianze preziose perché sottolineano l'impegno e la determinazione con cui molti cittadini lottano per la difesa della giustizia e soprattutto per una corretta educazione. Non a caso il cine teatro Savio che ha ospitato l'evento era pieno di giovani provenienti da diversi istituti messinesi. L'educazione alla legalità e alla difesa delle norme della Costituzione deve avere come obiettivo primario i giovani che però sin da adesso devono mettere in atto tali insegnamenti. In merito alla questione della legalità e della sicurezza è intervenuto il questore Gugliotta che ha sottolineato l'importanza del concorso della cittadinanza tutta. «Il problema della sicurezza riguarda tutta la comunità. Tutti dobbiamo essere partner attivi nel combattere per il rispetto della legge. Il cittadino deve essere il primo poliziotto. È inoltre importante che si instauri un dialogo tra cittadini e forze dell'ordine». Sempre nella stessa giornata a piazza Cairoli si è svolta la manifestazione «A difesa della Costituzione. Se non ora, quando?» indetta da Cgil, Flc categoria del settore istruzione e Udu, unione degli universitari, alla quale hanno partecipato studenti, insegnati, rappresentanti sindacali e cittadini che sfidando il freddo si sono alternati nella lettura di brani estratti dalla Carta.
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