PER RIPRENDERCI LA NOSTRA DIGNITA'

martedì 26 aprile 2011

26 APRILE: RASSEGNA STAMPA

Cosa ci racconta il 25 aprile

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Caro direttore,
c’è un dialogo del romanzo “SE NON ORA QUANDO?” di Primo Levi, che racconta l’epopea di partigiani ebrei nella Russia occupata dai nazisti, che rileggo ogni 25 aprile, per ritrovarvi senso e il calore di questa ricorrenza, che non riguarda solo la fine della guerra e la sconfitta del nazismo e del fascismo, ma parla anche del sacrificio di coloro che facero la SCELTA dalla parte della libertà.
Il dialogo è questo:

- Compagno capitano, - disse Mendel – la guerra è finita, e non sappiamo se questa guerra non ne partorirà un’altra. Forse è presto per scrivere la nostra storia.
- Lo so, - disse Smironov – so che cosa è la guerra partigiana. So che a un partigiano può capitare di aver fatto, visto o detto cose che non deve raccontare. Ma so che quanto voi avete imparato nelle paludi e nel bosco non deve andare perduto; non basta che sopravviva in un libro.

Il ricordo di oggi è certo dedicato a ciò che avvenne oltre mezzo secolo fa dal 1939 al 1943 al 1945 e alle vicende che dagli anni venti preparano la più grande tragwedia del ‘900. Ma non può non essere anche il ricordo di persone e storie che “non basta chiudere nei libri’.
Certamente il 25 aprile, come il 27 gennaio, chiede di riflettere e capire come sia stato possibile a due nazioni civilissime come la Gemania e l’Italia precipitassero (e non per caso) nell’abisso della vergogna delle leggi razziali e delle guerre di conquista. Ma questa data resterebbe una ricorrenza astratta senza il ricordo vivo di coloro che seppero resistere e fare ‘altre scelte’ in quegli gli anni difficili.
Molti di loro oggi ci hannogià lasciato, ma molti di noi li hanno conosciuti e ne hanno raccolto i racconti. Da loro abbiamo appreso quanto difficile sia il ricordo di vicende drammatiche e dolorose. Per questo dobbiamo essere loro grati due volte: per la scelta che hanno fatto e per il compito di che si sono assunti “di non mandare perduto” quanto hanno vissuto.
Per questo mi piace ricordare oggi, coloro dai quali ho appreso il significato vero del 25 aprile. Così ricordo semplicemente, coi loro nomi, Luigi, “Bruno”, Renato, Goliardo (“Tanzi”), Cino, Ciro, Fulvio (“Pier”), Pino, Sergio, Remo, Elso, Amilcare, Jolando, Gianni, Maria (“Jucci”), Aristide, Claudio, Ivonne, Angelo, Oliviero, Ivano, Tullio e tanti altri ai quali diciamo ancora GRAZIE!


Saluti cordiali
25/04/2011



Con il vento del sud
Con la Freedom Flotilla per la fine dell’assedio di Gaza 
Quello che viviamo non è un momento qualsiasi. Quello che viviamo è un momento di grandi lotte, grandi speranze, ma anche grandi oppressioni.
Il vento del sud, quello che si alza dalle sollevazioni che percorrono da mesi il mondo arabo, è destinato ad arrivare anche sulla nostra sponda del Mediterraneo. E’ un messaggio di liberazione che chiama all’unità, alla solidarietà, alla fratellanza, alla lotta contro l’ingiustizia. 
Chi si riconosce in questi ideali è dunque chiamato all’azione.
C’è un luogo dove l’oppressione è concentrata come da nessun’altra parte, e dove massimo è il bisogno della solidarietà internazionale: questo luogo è la Palestina, ed in particolare la Striscia di Gaza sottoposta da anni al barbaro e disumano assedio di Israele.
Proprio per contribuire a porre fine a questo assedio, nella seconda metà di maggio una flotta composta da navi provenienti da più di 25 paesi si dirigerà verso Gaza per portare solidarietà ed aiuti umanitari al milione e mezzo di persone rinchiuse in quella immensa prigione a cielo aperto. E’ la Freedom Flotilla 2, che vuole continuare l’opera della prima flottiglia attaccata lo scorso anno dalla marina israeliana, con l’assassinio impunito di nove attivisti. 
Affinché questa missione abbia pieno successo occorre una vasta mobilitazione, una continua pressione e vigilanza sui governi dei paesi coinvolti. Un’azione tanto più necessaria in Italia, con un governo che si distingue per il suo totale e acritico sostegno anche alle più feroci operazioni (vedi Piombo fuso) dei governi israeliani. 
Il nord ed il sud del Mediterraneo devono unirsi in un’unica battaglia di liberazione.
Oggi, mentre i popoli arabi chiedono libertà, democrazia e giustizia sociale, le grandi potenze rispondono con i bombardamenti, con oscure manovre per osteggiare il cambiamento, con la criminalizzazione degli immigrati che fuggono dalla miseria e dalla guerra. Mentre la storia si muove davanti ai nostri occhi, i governi occidentali ripropongono la loro logica di sfruttamento neo-colonialista dei popoli e delle loro risorse. 
Il 14 maggio manifesteremo per la Freedom Flotilla, ma manifesteremo anche per dimostrare che l’Italia non è né Berlusconi, né chi ha approvato la partecipazione alla guerra della Nato, perché c’è un popolo che si oppone all’oppressione ed alla guerra e che vuole la libertà per il popolo palestinese.
Per la fine dell’assedio di Gaza!
Per il diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese!
Per il sostegno alle lotte dei popoli arabi per la libertà e la giustizia sociale! 
ROMA, 14 MAGGIO
Manifestazione nazionale:
Con il vento del Sud, con la Freedom Flotilla per la fine dell’assedio di Gaza
 Coordinamento Nazionale della Freedom Flotilla Italia

NAPOLITANO: 25 APRILE NELLA SCIA DEL RISORGIMENTO

13:22 25 APR 2011

(AGI) - Roma, 25 apr. - Resistenza e Risorgimento rappresentano, senza alcuna soluzione di continuita', due momenti centrali nella costruzione dell'Unita' nazionale. Lo ha ricordato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ricordando il 25 aprile sulla gradinata dell'Altare della Patria.
  "La Festa della Liberazione si colloca quest'anno nella scia delle celebrazioni del centocinquantenario dell'Unita' d'Italia che hanno nel marzo scorso toccato il culmine in tutto il paese", ha detto il Capo dello Stato, " Nel richiamare entrambi gli anniversari i punti di contatto appaiono evidenti.
  Nonostante la distanza e la diversita' dei periodi e degli eventi storici, ritroviamo le forze migliori della nazione impegnate a perseguire gli stessi grandi obbiettivi ideali: liberta', indipendenza, unita'. Perche' quei valori gia' affermatisi attraverso il moto risorgimentale e sanciti con la nascita dello Stato nazionale italiano, dovettero essere a caro prezzo recuperati fra l'8 settembre 1943 e il 25 aprile 1945".
  Allora, ha ricordato il Capo dello Stato, "fu necessario riconquistare con le nostre forze - cooperando con gli eserciti alleati, senza attenderne passivamente i decisivi successi - le liberta' negate dal fascismo, l'indipendenza violata dall'occupazione e dal dominio nazista, l'unita' di un'Italia divisa in due".
  "La nostra storia comune deve nutrirsi di questi esempi di coerenza e fierezza morale, di rinato, limpido amor di patria; e deve fondarsi anche sulle vicende vissute in tanti luoghi, in tanti piccoli Comuni che continuano a ricevere dalla Repubblica sia pur tardivi riconoscimenti per aver dato apporti preziosi alla causa dellaLiberazione", ha aggiunto, "non c'e' dubbio che in effetti riunificazione vi fu, dal punto di vista nazionale e statuale, su basi democratiche, anche se e' stato necessario un tempo ben piu' lungo, fino ad anni recenti, per rimarginare le ferite riconducibili ad una dimensione di guerra civile che si intreccio' con quella, fondamentale, di guerra di Liberazione.
  Ma anche lo sforzo compiuto in questo senso ha dato i suoi frutti: rendendo possibile la piu' larga condivisione della giornata celebrativa del 25 aprile".
  "Nel parlare - il 17 marzo scorso a Montecitorio - delle ardue prove superate nel corso della nostra storia di 150 anni, mi sono ovviamente riferito anche e in particolare all'esperienza rigeneratrice della Resistenza come risposta a colpi durissimi e a rischi estremi vissuti dalla nazione. Dalla memoria e dalla viva consapevolezza di prove come quella possiamo trarre - voglio ripeterlo - la fiducia indispensabile per affrontare le sfide di oggi e del futuro", ha concluso Napolitano, "La complessita' di queste sfide e delle incognite che vi si accompagnano, la difficolta' dei problemi che gia' ci si pongono e ci incalzano, richiedono un nuovo senso di responsabilita' nazionale, una rinnovata capacita' di coesione, nel libero confronto delle posizioni e delle idee, e insieme nella ricerca di ogni possibile terreno di convergenza. E' questa consapevolezza, e' questa sollecitazione che abbiamo sentito esprimersi nelle celebrazioni del centocinquantenario lo scorso marzo".(AGI) Nic

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